NIEVOLE
Il giudice per le indagini preliminari Alessandro Buzzegoli ritiene che il 44enne Massimo Parlanti non premeditò l’omicidio della moglie separata Beatrice Ballerini, uccisa il 13 dicembre 2012.

Il 14 novembre scorso il gup del tribunale di Pistoia aveva condannato Parlanti a 18 anni di reclusione proprio in virtù dell’esclusione dell’aggravante della premeditazione, che aveva portato il pubblico ministero Claudio Curreli a chiedere trent’anni di carcere.

I punti che hanno portato alla sottrazione di ben 12 anni di carcere rispetto alle richieste dell’accusa sono contenuti nelle 23 pagine di motivazioni della sentenza depositate al tribunale di Pistoia nei giorni scorsi. Si legge:“La situazione familiare, con conseguente plausibilità di motivazioni varie per vedersi di persona (alternative cioè al movente omicida del Parlanti); il luogo e il tempo dell’incontro: nell’ex casa coniugale, in zona abitata, quindi visibile da tutti; l’assenza di mezzi utilizzati per uccidere: si è infatti trattato di un omicidio a mani nudi; le modalità dell’uccisione.
 
Soprattutt l’assenza, dunque, di qualsiasi arma del delitto, avvenuta appunto mediante strangolamento, fa proprio pensare a un classico delitto d’impeto e non premeditato: Da qui il cospicuo sconto di pena.