Si conclude mercoledì 26 aprile alle ore 21 la stagione di prosa del Teatro Comunale di Lamporecchio, promossa dall'amministrazione comunale in collaborazione con Associazione Teatrale Pistoiese.

In scena l'esperimento di teatro-canzone, "Una piccola impresa meridionale", che vede da sei anni protagonista Rocco Papaleo, volto popolarissimo del cinema e del teatro. Uno spettacolo, scritto a quattro mani da Papaleo e Valter Lupo (che firma anche la regia) diverso ogni sera, con più di quattrocentocinquanta repliche sulle spalle, un diario da sfogliare a caso che raccoglie pensieri di giorni differenti. Accanto a Papalelo, un ensemble affiatato di ottimi musicisti: Francesco Accardo chitarra, Jerry Accardo percussioni, Guerino Rondolone contrabbasso e Arturo Valiante pianoforte. Lo spettacolo, che si avvale delle luci di Luigi Marra e dei costumi di Eleonora Rella, è prodotto da Nuovo Teatro in collaborazione con Less is more produzioni.

La prevendita è già in corso alla biglietteria del Teatro Manzoni (0573 991609 – 27112). La prevendita al Teatro Comunale di Lamporecchio è anticipata a sabato 23 aprile, data la festività del giorno 25. I biglietti potranno essere acquistati a Lamporecchio anche mercoledì 26 aprile (dalle 16,30 alle 19 e dalle 20).

“Brevi annotazioni, rime lasciate a metà, parole che cercavano una musica, storielle divertenti - commenta Papaleo nelle note di sala - o che tali mi appaiono nel rileggerle ora. Non è che un diario racchiuda una vita, ma di certo, dentro, trovi cose che ti appartengono, e nel mio caso l’azzardo che su alcune di quelle pagine valesse la pena di farci orecchiette, per riaprirle ogni sera a chi ha voglia di ascoltare. Fin qui, il senso della piccola impresa. A renderla meridionale, ci pensa l’anagrafe, mia e della band che tiene il tempo. Ma sarebbe meglio dire, il controtempo, visto che il Sud, di solito, scorre a un ritmo diverso. La questione meridionale in fondo è tutta qui: uno scarto di fuso orario, un jet lag della contemporaneità che spesso intorpidisce le nostre ambizioni. Del corpo sociale, siamo gli arti periferici, dita e unghie. Il cuore pulsante batte altrove, mentre a noi, tutt’al più spetta la manicure. Dunque, un teatro a portata di mano, col desiderio, a ben vedere, solo di stringerne altre”.