Una commissione d'inchiesta per fare luce sulle responsabilità legate ai ritardi per la realizzazione delle nuove Leopoldine. A chiederla è Carlo Maltagliati, ex-consigliere regionale e leader di Caccia Pesca Ecologia.

«È indubbio — afferma — che con l’avvento della giunta Bellandi ci sia stato un cambiamento di rotta rispetto a quelle precedenti. Miss Italia, tappa del Giro, mondiali di ciclismo e addobbo con piante nel centro della città: tutte iniziative che si devono all’attivismo del sindaco, ma ciò ha comportato demandare ad altri deleghe importanti che non hanno dato i risultati sperati, per incapacità o inesperienza, prima tra tutte la questione delle Leopoldine. I lavori sono fermi da un anno, nonostante sindaco e assessori abbiano dichiarato più volte la riapertura a breve del cantiere. Ultimamente una banca ha anticipato 4 milioni e un assessore ha dichiarato che potrà ripartire l’opera, dimenticando che questa somma è circa la stessa del debito che vanta la Cmsa. Ricominciare i lavori facendo nuovi debiti comporterà, come già accaduto, la dismissione del patrimonio termale. Tutto quello che sta accadendo non è frutto dell’imponderabile, ma del pressapochismo, dell’incapacità di chi ha gestito l’operazione. Previsioni di spesa cervellotiche e megalomania di progetto: se un privato avesse avuto lo stesso comportamento, sarebbe già fallito. Non sarebbe il caso che prima dell’intervento della magistratura, sia il sindaco a istituire una commissione di indagine conoscitiva?».