Gli studenti dell'Istituto alberghiero "Martini" hanno presentato il nuovo regolamento scolastico, nel corso di un'assemblea molto partecipata che si è svolta lunedì mattina al Palaterme. I ragazzi, nell'ambito delle azioni di partecipazione ed educazione alla legalità, hanno redatto un regolamento più moderno e adeguato alle nuove esigenze.

All'iniziativa ha preso parte l'onorevole Edoardo Fanucci, che ha aperto i lavori e partecipato in prima persona al dibattito. "Sono intervenuto per complimentarmi per il positivo lavoro svolto - ha detto il deputato - Il coinvolgimento degli studenti è essenziale per cambiare in meglio le cose e affrontare i problemi che riguardano la scuola. Il confronto è stato interessantissimo e indirizzato nel merito delle questioni che riguardano il mondo dell'istruzione, l'università e il lavoro. È necessario che le istituzioni mantengano un filo diretto con i più giovani, in modo da ascoltare le esigenze della generazione dei nati negli anni Duemila, che altrimenti rischia di rimanere esclusa dalle decisioni". 

"Voglio dire loro grazie - ha proseguito Fanucci - perché non è scontato sacrificare, come hanno fatto questi ragazzi, il tempo libero per impegnarsi in prima persona e migliorare, insieme al contributo essenziale degli insegnanti, la propria realtà. Anche questo significa fare buona politica, dedicarsi agli altri e alla propria comunità. L'impegno portato avanti in collaborazione col Parlamento regionale degli studenti e con il presidente Bernard Dika è essenziale per garantire la giusta rappresentanza ai più giovani. È la strada per dare vita ad un senso di cittadinanza attiva e consapevole". 

Molto soddisfatti per il lavoro realizzato e per l'intervento dell'onorevole Fanucci anche gli studenti, giunti al Palaterme in 700 per partecipare alla presentazione del documento. "Siamo orgogliosi di aver vissuto questa esperienza di mini 'costituente' - hanno spiegato -. Abbiamo apprezzato fin dall'inizio l'iniziativa, volta a dare a noi ragazzi la possibilità di partecipare concretamente alle cose della comunità scolastica. Usiamo la parola "cose" nel senso latino e partecipativo del termine. Abbiamo provato con mano il valore della legalità e della democrazia, confrontandoci continuamente. Non sempre eravamo d'accordo. Siamo solo dieci, ma per arrivare alla stesura definitiva del documento abbiamo coinvolto altri studenti, con sondaggi e interviste. Il regolamento è un po' come la Costituzione italiana: sintetizza anime e peculiarità diverse. Lasceremo in questa scuola qualcosa di veramente nostro, come i padri costituenti hanno fatto nel 1948".

di Giacomo Ghilardi