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PISTOIA
Vivaisti ed esperti a confronto sul decreto contro le pratiche sleali nelle filiere agricole

16/9/2022 - 11:16

Per il Distretto vivaistico-ornamentale di Pistoia e per tutto il florovivaismo italiano è iniziata l’era dell’obbligo dei contratti scritti nei rapporti fra fornitori e acquirenti di piante lungo la filiera florovivaistica. Lo impone il decreto legislativo 198 dell’8 novembre 2021 in materia di pratiche sleali nei rapporti fra imprese agricole, entrato pienamente in vigore dal 15 giugno 2022 con l’applicazione anche ai contratti di cessione di prodotti agricoli preesistenti. Un grande cambiamento per il comparto florovivaistico e in particolare per il distretto pistoiese, dove si era abituati ad accordi verbali e annotazioni scritte sui documenti di trasporto e sulle fatture.


Per venire incontro alle esigenze di comprensione dei vivaisti del distretto e agli altri florovivaisti della provincia di Pistoia, Cia – Agricoltori Italiani - Toscana Centro e Confagricoltura Pistoia, con il patrocinio del Distretto e dell’Ordine dei dottori commercialisti di Pistoia, hanno organizzato il 14 settembre a Pistoia, presso l’Uniser, un convegno proprio sul tema dell’applicazione dei contratti che impediscono le pratiche commerciali sleali nella filiera florovivaistica. Un incontro che ha registrato un’ampia presenza di vivaisti di tutte le associazioni di categoria, con l’aula magna Cino da Pistoia stracolma.


Come emerso al convegno, rimane qualche criticità e aspetto da chiarire ai vivaisti riguardo all’applicazione di quello che sarà lo strumento chiave per applicare il decreto 198: l’accordo quadro annuale scritto fra impresa fornitrice e azienda acquirente, che consentirà di “riassumere” tutta una serie di cessioni senza la moltiplicazione dei contratti fra le parti.


Il convegno, moderato dal direttore di Cia Toscana Giordano Pascucci, si è aperto con il saluto, in qualità di consigliere di Uniser, del vivaista Francesco Mati, che ha parlato di «aggiornamento imprenditoriale importante» per il settore, che «non può restare indietro» rispetto al mondo che cambia. Subito dopo i presidenti di Confagricoltura Pistoia Andrea Zelari e Cia Toscana Centro Sandro Orlandini hanno fatto gli onori di casa sottolineando con soddisfazione le tante presenze in sala, segno dell’urgenza dell’iniziativa. Il saluto del presidente dell’Ordine dei commercialisti di Pistoia Angelo Vaccaro è stato portato dal vice presidente Fabrizio Giovanni Poggiani, mentre il presidente del Distretto rurale vivaistico-ornamentale di Pistoia Francesco Ferrini ha mandato un testo che è stato letto da Pascucci.

 

A inquadrare il cambiamento epocale rappresentato dall’entrata in vigore - dal 15 dicembre 2021 per i nuovi contratti di cessione di prodotti agricoli - del decreto legislativo n. 198 è stato il primo relatore: il responsabile area fiscale di Cia Massimo Bagnoli. Dopo aver ricordato che il decreto 198 attua la Direttiva UE 2019/633 in materia di prevenzione delle pratiche commerciali sleali nei rapporti tra imprese nella filiera agricola e alimentare introducendo l’obbligo di ricorrere a contratti scritti (obbligo non imposto dalla direttiva ma solo raccomandato), ha sottolineato che esso ha abrogato l’art. 62 del decreto-legge n. 1 del 2012 di disciplina delle relazioni commerciali nelle cessioni di prodotti agricoli, che escludeva le cessioni fra imprenditori agricoli. Da ora in poi quindi gli agricoltori (fra cui i florovivaisti) devono sottostare a tutti gli effetti alle norme di prevenzione delle pratiche commerciali sleali, stabilite dal decreto n. 198.

 

«Una norma – ha detto Bagnoli – che probabilmente va migliorata, ma che aiuta a far crescere la chiarezza e consapevolezza fra gli imprenditori agricoli». Che cosa cambia? I contratti devono essere scritti e non basta più l’annotazione in fattura e devono essere scritti prima della consegna. Inoltre in essi devono essere stabiliti la quantità della merce (anche in linea di massima), il prezzo o i criteri di determinazione del prezzo, i tempi di consegna e i tempi di pagamento.


Come approfondito dal secondo relatore, Antonio Vincenzi, del coordinamento legislativo di Confagricoltura nazionale, l’elemento centrale della nuova normativa, per evitare la proliferazione di contratti per ogni cessione, è l’accordo quadro scritto fra le parti, un accordo di durata annuale che prevede «una programmazione di vendite e cessioni di prodotti» e in cui verranno messi nero su bianco gli elementi contrattuali sopra descritti resi obbligatori dal decreto 198. È questo accordo che dovrà da ora in poi essere richiamato nelle annotazioni in fattura o nei documenti di trasporto. L’accordo quadro può essere individuale (tra due singole aziende agricole) o collettivo, quando sottoscritto da associazioni di categoria.


Ulteriori aspetti tecnici dell’applicazione della nuova norma al settore florovivaistico sono stati sviscerati dal dottore commercialista Alberto Busi, che pur rilevando certi eccessi burocratici nella normativa ha messo in evidenza che l’accordo quadro «lascia una certa flessibilità nelle forniture delle piante» ed è positivo perché dà più garanzie alle parti, ma per certi «accordi occasionali» che capitano nel florovivaismo «ci vuole un sistema più semplificato». Mentre Nicola Caputo, responsabile Politiche fiscali di Confagricoltura, si è soffermato sui complessi risvolti fiscali del decreto 198 e ha auspicato che la norma venga perfezionata, almeno a livello di attuazione amministrativa, perché «non sia punitiva per gli operatori». Infine l’Avv. Sofia Cecconi, dopo avere illustrato gli obiettivi del decreto 198, fra cui la trasparenza e reciprocità degli obblighi fra fornitori e acquirenti, ha sottolineato tra l’altro che le sanzioni sono notevoli e di natura penalistica (anche se di fatto amministrative in quanto depenalizzate).


«Ci sono obblighi generali – ha commentato il presidente dell’Associazione vivaisti italiani Luca Magazzini, presidente anche della federazione di prodotto florovivaismo di Confagricoltura Toscana – ma ognuno li deve cucire sulle caratteristiche e sulle abitudini che ha nei rapporti commerciali e va segnalato, fra i vantaggi, che un accordo scritto su una fornitura potrebbe avere un valore superiore per il sistema bancario».

 
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