Buongiorno e bentornati cari lettori, il titolo del romanzo che ospito oggi nella mia rubrica, può trarre in inganno: “Le ricette della signora Tokue”, scritto da Durian Sukegawa - nome d’arte di Tetsuya Sukekawa - brillante scrittore e poeta Giapponese – al primo impatto sembra essere una lettura semplice, ma in realtà è una bellissima storia di amicizia, resilienza, dolore e speranza che lascia con il fiato sospeso fino all’ultima pagina.

La storia è una vera e propria favola moderna, ambientata  nei  sobborghi di Tokyo. Il giovane Sentao lavora nella pasticceria di Doraharu confezionando  dolci tipici giapponesi: i famosi dorayaki : dolce formato da due dischi di pan di spagna e farciti con confettura di “An” (marmellata di fagioli rossi), solo per ripagare un vecchio debito contratto con Doraharu anni prima. La clientela della pasticceria è formata principalmente da giovani studentesse. Una di esse-Wakana-si distingue dalle altre.

Sentao non ama preparare i dolci e la stessa confettura la compra già pronta.  Un giorno, un’anziana signora bussa alla porta della pasticceria e fa al giovane Sentao una proposta che  non può rifiutare: a fronte di un compenso irrisorio, l’anziana signora Tokue si propone di confezionare giornalmente la confettura di “an”. All’inizio riluttante, Sentao decide di accettare ed in poco tempo gli incassi del negozio crescono a dismisura.

Ma l’anziana Tokue ha mani deformi…che nascondono un terribile segreto: Tokue in giovane età ha contratto la malattia di Hansen (la lebbra) e ha subito la segregazione forzata per gran parte della sua vita.

Tokue insegna a Sentao e alla giovane studentessa Wakana l’importanza dell’osservare e del restare in ascolto non solo per preparare un’ottima confettura di an, ma soprattutto per riuscire a dare un senso alla vita. Una storia di tre solitudini che si incontrano per iniziare a guardare il mondo con occhi “nuovi”.

Dal libro è stato tratto il film: ”Le ricette della signora Toku”, presentato al Festival di Cannes nel 2015.

Età di lettura: da 10 anni.

A martedì con una nuova recensione di Valentina.

di Ilaria Cecchi