Valdinievole OGGI La Voce di Pistoia
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Chiedo scusa, forse non ho capito io.

Se le inadempienze che dichiari sono dl 2015 e del 2019, perché avrebbero dovuto rifiutare il rinnovo nel 2012?
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Nemmeno a Trieste l’Estra Pistoia Basket 2000 riesce a invertire la rotta e ritrovare quella vittoria che manca da inizio novembre e incamera, nella 15° giornata di Lba, la nona sconfitta consecutiva.

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Basket Femminile Pontedera - Acqua dell'elba Nico Basket 42-63

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Quello che sotto l’albero di Natale era un semplice biglietto di auguri, e di regalo, decisamente particolare si è trasformato in un’esperienza unica domenica scorsa, in occasione della 14° giornata di Lba 2024/25 tra Estra Pistoia Basket e EA7 Armani Milano.

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Il lungo weekend dell’Epifania ha riportato in campo i ragazzi del settore giovanile di Pistoia Basket Junior.

PODISMO

Prime gare podistiche dell’anno e Silvano Fedi già protagonista negli appuntamenti del calendario.

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E’ amaro il debutto assoluto sulla panchina dell’Estra Pistoia Basket per il neo coach Gasper Okorn.

TIRO A SEGNO

Una gara altamente competitiva, con carabine e pistole ad aria compressa, che ha richiamato, sulle linee di tiro quasi tutti i tesserati della locale sezione di Tiro a segno.

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La mostra "Anima e sguardi", di Giulia Marcucci, è a cura di Daniela Pronesti.

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L'inaugurazione della mostra "Atmosfere palustri - Natura e sentimento" di Ettore Pisano è in programma sabato 11 gennaio.

Ferragosto nella valle
quanto caldo che mi assale.

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PISTOIA
Il rispetto della "dignità del fine della vita per tutti" al centro di un incontro sul suicidio assistito

13/1/2025 - 8:50

L'avvocato canonista Miclela Cinquilli ci invia questa sua riflessione.

 

"Il consiglio della Regione Toscana si sta preparando per votare il pdl di iniziativa popolare n. 5 recante “Procedure e tempi per l’assistenza sanitaria regionale al suicidio medicalmente assistito ai sensi e per gli effetti della sentenza della Corte costituzionale n. 242/2029”.


In effetti nella prassi dei lavori consiliari della Toscana, d'ordine del presidente Antonio Mazzeo è stato comunicato che in previsione dell’esame della proposta poc'anzi specificata, nelle sedute del Consiglio regionale previste per il 28 e 29 gennaio, la terza commissione sanità e politiche sociali, presieduta da Enrico Sostegni (Pd) ha fissato un termine per l’invio degli eventuali emendamenti improrogabilmente entro il 17 gennaio, allo scopo di acquisire il  parere del comitato promotore ai sensi e per gli effetti della l.r. 51/2010 e nel contempo procedere all’esame degli eventuali emendamenti presentati nella seduta del 22 gennaio, invocando il rispetto di tale termine nel rispetto e a garanzia della iniziativa popolare.


A tal proposito, il capoluogo toscano ha accolto il 19 novembre scorso in audizione le seguenti associazioni allo scopo di arricchire, con la molteplicità delle competenze e conoscenze professionali, accademiche concretamente messe in campo, la questione antropologica, medica, etica e giuridica del fine vita, smontando velleitarie ideologie che non sono e non riusciranno mai a mettere al centro la dignità della persona umana, perché è di quella che si parla, e non di un “avatar” che riproduce la persona umana, in particolare: network “Ditelo sui tetti”, nella persona di Alessandro Candido, docente di Diritto costituzionale della Università degli studi di Milano-Bicocca, Centro studi Livatino, nella persona di Carmelo Leotta, docente di diritto penale dell’Università degli studi Europea di Roma, Movimento per la Vita, nella persona di Leonardo Bianchi, docente di Diritto costituzionale Università degli studi di Firenze, Associazione medici cattolici, nella persona di Carla Minacci, Fondazione Ant, con Silvia Leoni coordinatrice nazionale, medico palliativista, Osservatorio bioetica di Siena, Giuliana Ruggieri presidente e membro del Cnb.


Il 12 dicembre si è svolto a Pistoia un simposio organizzato da Unione giuristi cattolici, in collaborazione con Ordine dei medici, Unione cristiana imprenditori dirigenti, Ditelo sui tetti, con il patrocinio dell'amministrazione comunale, che ha messo a tema in ottica interdisciplinare il fine della vita ponendosi l’interrogativo: Aiutare a vivere o a morire? Il bivio fra cura e scarto della persona umana. L’impegno pistoiese, che mi ha visto moderatrice e organizzatrice, è stato speso proprio per rimarcare la profonda sinergia che intercorre tra il profilo giuridico-istituzionale, messo in luce dagli avvocati Eleonora Scarpelli e Domenico Menorello e il senatore Pierantonio Zanettin a quello medico messo a fuoco da Giuliano Michelagnoli, responsabile unità anestesia e rianimazione dell’ospedale di San Jacopo di Pistoia, da Maria Nicheri Kunz, a Silvia Leoni, medico palliativista, sino a toccare il profilo economico-finanziario che valorizza l’industria della vita con Benetto Delle Site, presidente nazionale Ucid, contro quella della morte. Il profilo antropologico ha rappresentato quel fil ruoge che ha tenuto insieme il tutto, illustrato dalla sapienza narrativa di mons. Gianni Fusco, avvocato della rota romana, teologo e docente dell'università Lumsa di Roma.


Da canonista non posso non fare riferimento esplicito all’importanza di questo anno giubilare della speranza e ai tanti appelli che il Papa ha dispensato, come ammonimento e con ardore evangelico al rispetto dei principi della dottrina sociale della Chiesa che è contemporaneità dell’oggi,  riguardo all’importanza delle cure palliative per accompagnare il termine naturale della vita.


Si tratta infatti di una specializzazione in campo medico, che non ha solo l’obiettivo di combattere la sofferenza fisica della persona malata, ma anche la sofferenza psicologica, spirituale, sociale, ed evitare il rischio che la persona che è malata, o semplicemente anziana o disabile, possa perdere la propria dignità e non avere una qualità di vita accettabile.


La malattia o la disabilità non devono definire la persona, non lo possiamo permettere, non possiamo permettere la cultura dello scarto, né pensare che siano vite non degne di essere vissute, né come medici né come persone di una società civile, quindi si tratta di un ragionamento apprezzabile tanto laicamente che religiosamente parlando. La motivazione che spinge a ciò? Non cedere al semplice e banale tentativo di stabilire le procedure per il suicidio medicalmente assistito, quasi per scaricare il vero senso di responsabilità, che impone di riflettere se l’istituzione di una legge possa realmente garantire la libertà o al contrario sancire definitivamente la sua fine.


Quanto al supposto fondamento di una competenza legislativa regionale in materia di assistenza sanitaria al suicidio medicalmente assistito, lascia seriamente perplessi l’inquadramento di una procedura medicalizzata che conduce alla morte nell’ambito della materia di legislazione concorrente “tutela della salute”, a differenza di quanto concerne, ad esempio, il novero delle cosidette cure palliative poc'anzi accennate sommariamente.


Una legge nazionale in materia di fine vita non può essere ritenuta costituzionalmente obbligatoria, né tanto meno vi si possa vedere un contenuto costituzionalmente vincolato se non per la parte legata, qualora il legislatore statale intenda intervenire, al doveroso riconoscimento dell’obiezione di coscienza degli operatori sanitari.


Se, dunque, perfino per il legislatore statale la disciplina della materia risulta rimessa alla rispettiva discrezionalità - e responsabilità politica -, ciò vale a fortiori, alla luce delle considerazioni esposte in precedenza, per il legislatore regionale.


Una accorata riflessione mi spinge a porre delle semplici domande pensando alle condizioni di grave malattia e sofferenza che possono caratterizzano il fine vita e che rendono i soggetti vulnerabili. Ma veramente possiamo agire con la convinzione che la risposta più adeguata ad una persona che soffre sia la morte? È una vittoria quella di chi riesce ad ottenere il suicidio assistito? È veramente libero chi chiede di morire perché non ha una risposta alla propria sofferenza? È un diritto morire? E allora quale diritto di vivere una vita di qualità con le conoscenze mediche attuali, possiamo garantire? E il diritto di rifiutare un trattamento o una pianificazione anticipata delle cure può e deve essere effettuato insieme a chi è esperto nell’assistenza al fine vita?


Non si può ridurre la medicina a fornitura di servizi sanitari. Dunque, l’urgenza, la conditio sine qua non, non è tanto definire il percorso del suicidio assistito, renderlo obbligatorio e sollecitarne la rapidità di esecuzione, ma garantire prima l’accesso alle cure palliative, come previsto dalla sentenza n. 242/2019 della Corte costituzionale; accesso che è spesso tardivo, ma in molti casi non avviene affatto: in Italia, dati recenti Agenas, solo al 35% degli adulti che ne avrebbero diritto vengono garantire le cure palliative, e nei bambini la percentuale scende al 15%.


Questo dovrebbe far riflettere i decisori; ognuno è chiamato a giudicare se per sé o per i propri cari, ritenga più ragionevole, cioè laicamente più corrispondente alla ragione e ai propri desideri, essere curato o abbandonato nella fragilità. Le istituzioni, dal canto loro devono scegliere quali dei due diversi beni, indicare alla società".

 
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