Il tribunale internazionale dell’Aja ha stabilito che La Germania come nazione non debba pagare i risarcimenti per le vittime delle stragi naziste in Italia e, malgrado le aspettative realistiche delle vittime e degli avvocati di parte civile, il malumore e la delusione sono evidenti, anche tra i superstiti e i parenti delle vittime della strage del Padule di Fucecchio.

La cifra richiesta per la strage del 23 agosto ’44 è nota, tra tutti i processi per stragi naziste, come un risarcimento record: 13 milioni di euro da suddividere tra circa 30 persone, i familiari delle vittime a cui si aggiungono gli enti locali e la Regione che si sono costituiti parte civile. Tra i sindaci poi c’è chi ha manifestato un vero e proprio dissenso sulla decisione del tribunale internazionale.

"Le previsioni non erano delle migliori – attacca il sindaco di Monsummano, Rinaldo Vanni – per lo meno sulla questione economica. Di certo c’è che per il momento è stata resa giustizia alle vittime e alla storia, con la condanna del tribunale militare di Roma dei tre nazisti, di cui uno è deceduto questa estate, e della Germania stessa. Sulla questione economica non mi sono mai fatto iluusioni ma resto fermo su delle posizioni precise in merito alle responsabilità. Sto ancora aspettando — insiste il sindaco — che dei rappresentanti tedeschi, a nome della loro nazione, vengano a visitare i luoghi della strage che fece 184 vittime e formulino scuse ufficiali ai parenti delle vittime e ai sopravvissuti. Un atto che non costerebbe nulla in termini economici ma che avrebbe un altissimo valore ideale per tutti noi".