Sarà il Natale più difficile degli ultimi anni. L’Ufficio studi di Confcommercio stima che quest’anno il budget per le spese natalizie sarà ancora più limitato rispetto agli anni scorsi e nella nostra provincia i dati sono in linea con quelli nazionali. La spesa media pro-capite nel periodo delle festività passa dai 250 euro del 2010 ai 164 del 2012.

Dati allarmanti anche se i consumi non sono ancora calati tanto quanto il reddito reale disponibile procapite - che è tornato addirittura ai livelli del 1985 - anche se nel 2013 la propensione al consumo potrebbe ulteriormente ridursi.

Riguardo alla destinazione delle tredicesime Confcommercio stima che gli italiani spenderanno il 13.2% in meno della loro 13° mensilità per i consumi natalizi, una forte diminuzione imputabile soprattutto all’aumento delle tassazione ed in particolare all’introduzione dell’Imu. L’Imposta Municipale Unica, infatti, aggiunta a tasse auto e canone Rai porterà la tassazione del mese di dicembre a raddoppiare: il 94,5% in più rispetto all’anno precedente.

Riguardo alle categorie merceologiche dal 2010 al 2012 calano libri, cd, dvd e abbigliamento, in particolare negli outlet, mentre tengono i regali tradizionali come alimentari e giocattoli.Permane comunque una propensione positiva da parte delle famiglie verso il regalo di Natale e altra nota positiva l’inflazione negli ultimi tre mesi rimane stabile grazie ad un senso di responsabilità della distribuzione commerciale che vuole favorire e incentivare i consumi. “La spirale perversa tra l’aumento della pressione fiscale e una domanda interna desolatamente piatta da anni ha acuito gli effetti recessivi su famiglie e imprese -  ha affermato il presidente di Confcommercio Pistoia Stefano Morandi -  e quindi il prossimo Natale sarà inevitabilmente in linea con questo clima. E’ necessario trovare al più presto una corsia preferenziale per tornare a far correre l’economia e la via maestra rimane una riduzione netta della pressione fiscale complessiva. E va fatto di tutto per archiviare definitivamente anche l’ipotesi del nuovo aggravio  dell’aliquota IVA ordinaria perché questo aumento sarebbe una vera e propria doccia gelata per i consumi che smorzerebbe ogni prospettiva di ripartenza dell’economia.”