Come ogni anno il Museo della città e del territorio ricorda la “Giornata della memoria”. Quest’anno l’attenzione si è catalizzata su un evento particolare, il movimento di resistenza tedesco de “La Rosa bianca” di cui furono protagonisti dei giovani appena ventenni.

Li ricorderemo, sabato 25 gennaio alle 10, attraverso "Foglie della rosa bianca", una performance itinerante che si svilupperà nelle sale del museo e a cui farà da scenario la mostra fotografico – documentaria "La forza del coraggio".

Lo spettacolo “Foglie della Rosa Bianca”, messo in scena dal Teatro dell’Aleph, vuole riportare alla memoria la storia di dei giovani aderenti al movimento, Hans e Sophie Scholl, e di tutti quelli che insieme a loro seppero opporsi con coraggio al regime nazista fino al sacrificio della vita in nome della libertà.

Il 22 febbraio 1943, furono infatti processati e condannati a morte tre giovani studenti appartenenti al gruppo di resistenza tedesco “La Rosa Bianca”; i fratelli Sophie e Hans Scholl furono decapitati insieme ad un amico, Christoph Probst, nello stesso giorno della sentenza, perché giudicati colpevoli di alto tradimento per aver scritto, e distribuito, sei volantini antinazisti (le foglie della Rosa Bianca) che esortavano i tedeschi ad ingaggiare una resistenza passiva contro il regime. Le ultime parole di Hans davanti alla ghigliottina furono «Viva la libertà».

Lo spettacolo ci introduce alla scoperta del cuore di Hans e Sophie Scholl, mostrandoci il loro profondo legame fraterno e il loro indomabile desiderio di vita, che neppure il drammatico contesto del nazismo e della guerra poté soffocare.

“Abbiamo ritenuto importante - commenta l’assessore alla Cultura Barbara Dalla Salda - ricordare ai nostri concittadini, ma soprattutto ai nostri ragazzi, un episodio molto spesso trascurato nell’ambito della grande tragedia nazista e sconosciuto ai più”.
 
“E ci è parso doppiamente importante – prosegue - specie per il momento storico che viviamo, per fortuna diverso ma comunque pieno di conflitti, poter sottolineare come il libero pensiero possa rappresentare la sintesi più alta della libertà, da conquistare anche con la resistenza e la disobbedienza civile, ma mai con la violenza”.