Nasce il comitato "Difesa Attiva". Ecco come lo presentano i fondatori.

Fra maggio e giugno, dopo lo scandalo dell’Expò di Milano e mentre esplode lo scandalo del Mose di Venezia, con tangenti accertate per milioni e milioni di euro, a due bambini disabili di Monsummano Terme vengono revocati dagli enti preposti contributi mensili per l’acquisto di integratori necessari al mantenimento di uno stile di vita dignitoso.

Il contributo negato è rispettivamente di 250 e di 90 euro al mese. L’indignazione dei genitori è talmente forte che decidono di costituire il comitato “Difesa Attiva".

Difesa contro i soprusi, contro l’indifferenza delle Istituzioni, l’arroganza della burocrazia e l’ignavia dei burocrati. Attiva perché non intendiamo accettare passivamente le scelte sbagliate di chi cerca la pagliuzza negli occhi degli altri e non vede la trave nel proprio occhio.

Difesa attiva quindi perché come nelle arti marziali intendiamo utilizzare la forza dell’attacco avversario contro di lui.

Il nostro obiettivo (la mission, come si dice oggi) è semplice: aiutare i più deboli, con particolare riguardo alle persone disabili e alle loro famiglie, a difendersi da chi li dovrebbe tutelare e invece, in maniera più o meno esplicita, li ostacola.

Non siamo ingenui, conosciamo le difficoltà cui andremo incontro, ma siamo determinati: e con determinazione chiediamo l’aiuto di tutti, almeno di coloro a cui sia rimasta un minimo di capacità di indignarsi.

L’adesione al comitato è completamente gratuita: tutti saranno i benvenuti. Chi vorrà e potrà dedicare una piccola parte del suo tempo al perseguimento delle finalità sarà più che benvenuto, così come chi vorrà sostenere in altre forme e modi il comitato.