Il consigliere comunale di Monsummano Bene Comune, Giaco Pasqui, interviene sulla realizzazione del nuovo ciclodromo a Ponte.

"È senz’altro una grande notizia veder avverarsi il progetto di una pista ciclabile che potrà essere veramente il motore per un grande futuro per del ciclismo delle categorie giovanili. Dobbiamo però ricordare che il parco dello sport, così come definito quello di Ponte Buggianese, ha alle spalle un lungo e complesso percorso segnato da battaglie con i vari enti e una serie di progetti a partire dal 1994 quando venne iniziato tale percorso per dare alla Valdinievole, ma al ciclismo pistoiese più in generale, un anello ciclabile che dia, al di là dello spettacolo, la sicurezza di chi pratica tale glorioso sport. In pochi però, anche nel ciclismo, avevano creduto alla possibilità di questa realizzazione.

Tutto questo però è stato possibile anche grazie a chi scrive, Giacomo Pasqui, che insieme a Luciano Talini e pochi altri, a suo tempo aveva dovuto ricordare quanto fosse importante garantire al ciclismo un ambiente idoneo e di alto livello. Considerando tra l’altro le gravi difficoltà che oggi tale sport incontra lungo le strade, basti pensare all’enorme calo di partecipanti proprio nelle categorie giovanile spesso per motivi di sicurezza principalmente dovuti allo stato strade.

Detto questo oggi ci troviamo nella condizione di avere presto un ciclodromo grazie soprattutto però a coloro che da 20 anni hanno creduto in questa realizzazione tra cui l’allora presidente del comitato regionale della federazione ciclistica e assessore regionale al bilancio Riccardo Nencini che ha riservato proprio in occasione del mondiale una parte importante di fondi per lasciare in Valdinievole una struttura importante di livello nazionale.

Nella celebrazione d’inizio luglio scorso non è apparso minimamente quello che è stato lo sforzo di tali persone per arrivare a questa realizzazione. È grazie anche e soprattutto a loro, e non a molti presenti, se dunque il mondiale di ciclismo lascia in Valdinievole un tale gioiello.

Il sottoscritto non vuole ergersi a protagonista assoluto, ma ritiene giusto ricordare le vicende di chi ha creduto alla sua realizzazione e di chi ha lottato anche prima del mondiale affinché la Valdinievole non si limitasse al mero ruolo di terra di passaggio del grande evento sportivo".