A.S. Estra Pistoia Basket 2000 comunica che Zare Markovski non è più l’allenatore della prima squadra.
Sgoccioli della stagione 2024 e podisti della Silvano Fedi in gara alla “Corsa di Babbo Natale” a Montecatini Terme.
Anche l’ultima gara dell’anno, a Pavel Group, ha regalato due soddisfazioni, tanto da chiudere la stagione decisamente con il bilancio in positivo.
Una nuova cintura nera per il Kodokan Montecatini. Sabato 14 dicembre, presso il Palagolfo di Follonica, si sono tenuti gli esami federali della regione Toscana Judo per il passaggio a cintura nera.
In arrivo l’ultimo weekend di attività del 2024 anche per il Pistoia Basket Junior che si lascia alle spalle giorni abbastanza positivi con un bel tris di affermazioni tra Under19, 17 e 13.
Arrivato a poche ore dalla sfida disputata dall’Estra Pistoia Basket 2000 sul campo della Nutribullet Treviso, e subito gettato nella mischia da coach Zare Markovski, per Maurice Kemp Jr la sua integrazione all’interno del gruppo-squadra biancorosso è stata, gioco forza, rapida e velocissima.
A.S. Estra Pistoia Basket 2000 comunica che il consigliere Dario Baldassarri assume l’incarico di responsabile delle relazioni esterne di Estra Pistoia Basket 2000.
Manifestazioni finali per gli atleti della Silvano Fedi in questo positivo 2024.
Rubrica "Raccontami un libro – Consigli di lettura di Valentina"
"I miracoli non esistono", un romanzo amaro sul Natale.
Si è svolta stamani in Municipio la commemorazione dell'agguato fascista a Giovanni Amendola, iniziato con alcune schermaglie a Montecatini 90 anni fa, il 25 luglio 1925, proseguito con il vero e proprio agguato all'altezza della Colonna, nel comune di Pieve, dome stamani è stata deposta una corona nel luogo dell'aggressione.
La locale sezione dell'Anpi, in collaborazione con i comuni di Montecatini Terme e Pieve a Nievole, ha voluto celebrare questo anniversario ricordando la forte volontà liberale e riformista di un intellettuale e politico che , in virtù di un convinto antifascismo, ha pagato con la vita la sua coerenza ai valori democratici.
In sala consiliare hanno partecipato al convengno il sindaco Giuseppe Bellandi, il primo cittadino di Pieve a Nievole Gilda Diolaiuti, Roberto Barontini, direttore dell'istituto storico della Resistenza e dell'età contemporanea, che hanno reso omaggio alla figura di Amendola, morto per una causa giusta, l'Italia democratica, dopo una vita spesa tra numerose passioni: il giornalismo (scriveva su “La voce” e su “Leonardo”), e poi la vita politica. Fu eletto nel suo collegio di Salerno per tre volte nelle fila della democrazia liberale. Nel 1914 si schierò a favore dell’intervento nella Prima Guerra Mondiale a fianco dell’Intesa per completare il Risorgimento e l’unificazione nazionale. Partecipò come volontario alla guerra acquisendo il grado di capitano d’artiglieria e conseguendo una medaglia al valore. Alla fine della guerra tornò alla sua attività giornalistica assumendo la direzione del “Resto del Carlino”. Corrispondente del “Corriere della Sera” e del “New York Herald”, nel 1922 fu tra i fondatori del “Mondo”, organo di battaglia per la difesa e la diffusione delle idee liberaldemocratiche, proprio nell’anno in cui il fascismo conquistava, a causa della debolezza della monarchia sabauda e delle forze politiche moderate, il governo del Regno d’Italia. Nel 1924, dopo l’omicidio del deputato socialista riformista Giacomo Matteotti da parte dei sicari fascisti del Duce, divenne il capo dell’opposizione demo-liberale al nascente regime fascista: fu uno dei più convinti sostenitori della secessione parlamentare dell’Aventino. Come accadde ad altri illustri democratici (da Antonio Gramsci a don Giovanni Minzoni, passando per il già citato Giacomo Matteotti, senza dimenticare il giovane intellettuale Piero Gobetti), anche Giovanni Amendola venne aggredito e percosso dai fascisti, prima a Roma e poi a Montecatini Terme nel 1925. Riparò in Francia dove, in una clinica di Cannes, morì il nell’aprile 1926 a seguito delle lesioni riportate nel vile pestaggio del luglio precedente. Particolarmente toccante la testimonianza di Antonella Amendola, nipote di Giovanni (è la figlia del suo figlio più piccolo, Pietro). “Ringrazio chi mi ha invitato qui stamani, le autorità e l'istituto storico della resistenza perché è il segno che qualcuno si ricorda ancora di Giovanni Amendola, e del suo sacrificio. Un uomo che uscì dal Parlamento quando si rese conto di non poter più rispettare il mandato degli elettori (scissione dell'Aventino). Uscì per difendere i suoi valori contro la violenza dell'esecutivo fascista che lo riempiva di insulti e minacce se apriva bocca per commemorare Matteotti. Sarebbe rientrato solo per far cadere il governo, lui che nel 1923 si era scagliato contro la legge Acerbo. Da quel momento fu oggetto di assedi, la prima volta in casa a Salerno, poi a Roma, per strada, alle spalle, infine a Montecatini nel 1925. Dopo averlo attirato con gli insulti fuori dall'hotel La Pace, fu poi pestato a Pieve a Nievole, quando venne colpito per essere ucciso, ma arrivò un auto che disturbò il piano. Morì quasi un anno dopo dopo, a Cannes, in seguito alle percosse ricevute, dopo non essersi mai ripreso. Morì povero, affidando alla benevolenza di amici come Croce e Albertini il destino dei suoi quattro figli”. Un lungo applauso ha salutato l'ultimo intervento della mattina, della signora Amendola.
Nella foto a cinque, la signora Amendola con le consigliere Biagini e Chelli, il sindaco di Pieve e la moglie del sindaco Bellandi