Angelo Morini (percorso Comune) interviene

"Ieri si è svolto il consiglio comunale con all'ordine del giorno l'adozione di provvedimenti di notevole spessore, riguardanti l'area finanziaria dell'ente. Il più importante si riferiva alla adozione delle misure correttive richieste dalla Corte dei Conti di Firenze per sanare le anomalie riscontrate nel rendiconto dell'esercizio 2013. Il Comune doveva provvedere a finanziare l'ulteriore quota di disavanzo rilevata dalla corte dei conti, ammontante a € 134.660,55.

Con provvedimento successivo il consiglio comunale ha approvato un elenco di variazioni da apportare agli stanziamenti originariamente previsti sia nella parte uscita che nella parte entrata del bilancio preventivo esercizio 2015, in misura tale da garantire la copertura del suddetto ulteriore disavanzo.

Il tutto è stato possibile grazie a un prelevamento massiccio pari a € 82.267,94, effettuato sul fondo di riserva, avente uno stanziamento iniziale pari ad € 100.000. Questa operazione non appare convincente anche perché non rispetta il presupposto basilare sancito dal legislatore. Il fondo in esame può essere utilizzato oltre che nei casi in cui le dotazioni di spesa iniziali siano insufficienti, anche al verificarsi di esigenze straordinarie di bilancio che, ovviamente, non erano conosciute in sede di programmazione finanziaria sia annuale che triennale.

Nel caso in esame ricorre l'ipotesi di esigenza straordinaria, ma verificatasi ben prima dell'approvazione degli strumenti di programmazione finanziaria, ovvero bilancio preventivo 2015 e bilancio pluriennale 2015-2017. Di tale circostanza i responsabili della gestione finanziaria del Comune ne erano perfettamente a conoscenza, come risulta nella delibera 346 del 30 luglio adottata dalla Corte dei Conti sezione regionale di Firenze.

Il ricorso al fondo di riserva, pertanto, non appare legittimo perché il finanziamento del maggiore disavanzo doveva essere garantito con le risorse iscritte nel bilancio preventivo 2015. Non va dimenticato che l'articolo di legge relativo al fondo di riserva, al comma 2/bis, prevede che, nel caso del Comune di Pescia, la quota di €. 50.000 sia riservata alla copertura di eventuali spese non prevedibili, la cui mancata effettuazione comporti danni certi all'amministrazione. In riferimento poi ai provvedimenti posti in essere per l'azzeramento dell'anticipazione di cassa, gli stessi non appaiono efficaci e pertinenti per un riequilibrio della gestione finanziaria.

 
La Corte dei Conti nella sua pronuncia ha chiesto espressamente l'adozione di misure strutturalmente idonee a ripristinare una corretta gestione finanziaria. L'inefficacia delle azioni poste in essere è clamorosamente comprovata dal fatto che alla data del 28 settembre l'anticipazione di cassa ascende a € 4.281.844,36 e che nella bozza approvata stasera dai consiglieri di maggioranza di ripropongano azioni già cassate nel 2013 dalla Corte dei Conti, vedi la rI-creazione della task force o misure fuorvianti come il potenziamento e la digitalizzazione dei mezzi informatici del Comune i quali hanno poco a che fare con l'impianto economico di riscossione del Comune.

Ci auguriamo che la Corte dei Conti nell'interesse dei cittadini risolva una volta per tutte questa annosa e deprimente situazione che fa ogni anno di più sprofonadre il nostro amato Comune".