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MASSA E COZZILE
Il Dante originale di Beppe Lo Parco, artista da anni residente a Traversagna

20/10/2015 - 12:29

Celebrare Dante, il sommo poeta in maniera originale ed esclusiva non era un’impresa per niente facile. Eppure Beppe Lo Parco, attore di straordinaria inventiva, originario della Valle d’Itria, ma residente in Toscana ormai da oltre 50 anni, ci è riuscito. Ha frequentato l’Accademia Silvio D’Amico con dei maestri eccellenti che hanno contribuito alla sua formazione da Orazio Costa a Tino Buazzelli e ha avuto anche come compagno di viaggio Remo Girone, Antonello Fassari e molti attori di successo. Un debutto sulla scena firmato Luca Ronconi e il via definitivo alla sua carriera di attore teatrale e cinematografico.

 

Lo Parco non si limita solo a recitare ma costruisce e crea gli spettacoli, laboratori teatrali con giovani e non, a volte con l’apporto di maschere e marionette a misura d’uomo.

 

Ecco che quest’anno è arrivata la grande novità del suo spettacolo dedicato a Dante Alighieri che ha ottenuto un grande successo a Mamoiada, nel cuore della Barbagia, in altre località della Sardegna, in Sicilia e in diverse regioni. Uno spettacolo dal titolo ”’l ben de’fiori”, tratto dal Mal di fiori di Carmelo Bene che si era ispirato ai “Fleurs du mal” di Baudelaire. Un vero e proprio tripudio soprattutto per l’impiego delle maschere dei Mamuthones e degli Issahodores. I primi, una presenza importante per la loro natura, ossia persone con una maschera terribile, ricoperte di pelli di pecora con dei campanacci che rappresentano il male, i secondi, con abiti bianchi legati con corde che usano anche come fruste.

 

Molti i canti significativi interpretati da Beppe Lo Parco da quello degli Ignavi fino alla preghiera alla Vergine di San Bernardo da Chiaravalle. E’ stata portata in scena l’eterna lotta tra gli opposti: il bene e il male che ha un’evidente analogia con il messaggio dantesco. Il legame tra le maschere dei Mamuthones, con la loro danza misteriosa, accompagnata da suoni forti, e la Divina Commedia è fin troppo evidente soprattutto se si pensa all’Inferno con le sue orribili grida e lamenti, resi alla perfezione dal confronto serrato dei rumori con le parole. E poi agli Issahodores viene assegnato il compito di riportare il bene con il lancio delle corde in una forma primitiva di esorcismo e di rito propriziatorio.

 

Lo spettacolo di Beppe Lo Parco ci fa compiere davvero un viaggio atemporale, sempre di grande attualità che ci riporta all’eterno dualismo della natura umana. Forse lo spettacolo più inconsueto per celebrare i 750 anni dalla nascita del sommo poeta. 
 
Un artista davvero a tutto tondo con un’inventiva e originalità sorprendenti, questo è Beppe Lo Parco. Originario della Valle d’Itria in Puglia si è trasferito in Toscana negli anni ’50 e vive a Traversagna. Ama definirsi in esilio e giramondo perché viaggia per tutta l’Italia con i suoi spettacoli. A soli 18 anni si è trasferito a Roma dove ha frequentato l’Accademia Silvio D’Amico con maestri come Orazio Costa e Tino Buazzelli e compagni di studi Remo Girone e Mauro Avogadro. Ha debuttato con Luca Ronconi nella “Centaura” al teatro Farnese nel 2000 a Cinecittà.

 

Il suo è un curriculum vario e lungo?
 Sì, è vero ho recitato, costruito spettacoli e insegnato a giovani allievi. Da circa 30 anni porto in giro uno spettacolo come attore dal titolo “Il fanciullino rivoluzionario” costruito sulle poesie di Myricae di Giovanni Pascoli in collaborazione con la Fondazione Pascoli di Barga. Si tratta di un récital che, attraverso i versi, ricostruisce l’arco di un’intera giornata, scandito dai versi passando dalla realtà al sogno per terminare con alcuni passi dell’Aquilone. Tre anni fa è stato riproposto in Basilicata a Viggiano dove hanno installato una statua del poeta perché vi era stato spesso in commissione d’esame.

 

Attiva anche laboratori teatrali?
Sì, in molte scuole italiane perché si impara anche dai ragazzi che intuiscono e danno emozioni sempre nuove e diverse, aiutandomi a capire e a approfondire tutta l’opera del Pascoli.

E a Montecatini?
Sono andato in scena nel cortile delle scuole primarie Pascoli con oltre 130 alunni in occasione del passaggio della Cometa di Halley con uno spettacolo dal titolo omonimo ossia “Halley” con un grande successo.

 

Lei è reduce da una serie di successi in Sardegna?
Sì ho fatto un tour in molte città per la celebrazione del 750° anno della nascita di Dante con uno spettacolo dal titolo” L ben de’fiori, tratto dal Mal di fiori di Carmelo Bene che si era ispirato ai “Fleurs du mal” di Baudelaire. Ho girato varie location da Iglesias fino al comune di Mammoiada nel cuore della Barbagia con la riproduzione del bene e del male nella Divina Commedia, ossia con l’interpretazione dei canti più significativi, fra cui anche quello della preghiera alla Vergine di San Bernardo da Chiaravalle. L’originalità è rappresentata dai Mamuthones ossia persone con vesti di pecora e maschere che sembrano uscire dalle viscere della terra e gli Issohadores con abiti bianchi legati con corde che usavano anche come fruste, in contrapposizione e analogia con l’opera dantesca".

 

di Faustina Tori

 
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