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Presentato “Pistoia si rinnova”: progetto di ricerca clinica di altissima innovazione all’ospedale San Jacopo

21/1/2020 - 23:11

“La sanità è composta dalla cura, dalla formazione e dalla ricerca; questi tre aspetti sono indispensabili per garantire ai cittadini le migliori opportunità terapeutiche e diagnostiche. Questo progetto investe su un ospedale territoriale e va il merito al presidente della Fondazione e ai suoi collaboratori nell’essere riusciti a selezionare, tra i tanti, tre filoni di ricerca, l’oncologia, la cardiologia e la pediatria, il cui sviluppo ed i risultati saranno utili non solo per l’ospedale San Jacopo ma all’intera Regione e oltre”. Con queste parole l’assessore regionale al diritto alla salute Stefania Saccardi, ha commentato il progetto “Pistoia si rinnova”, presentato oggi pomeriggio nel presidio ospedaliero di Pistoia, alla presenza di numerosi operatori sanitari.


“Pistoia si rinnova” è il programma triennale di potenziamento dell’ospedale San Jacopo, promosso e finanziato dalla Fondazione Caript, e prevede l’attuazione, all’interno dello stesso presidio ospedaliero, di tre progetti di ricerca clinica di altissima innovazione svolti dal personale ospedaliero operante in stretta collaborazione con l’Università degli Studi di Firenze– dipartimento di medicina sperimentale e clinica.
 
“Rispetto al passato e al rapporto con la sanità – ha commentato il presidente di Fondazione Caript, Luca Iozzelli – questo progetto rappresenta per noi un salto di qualità. Se finora infatti la Fondazione ha sempre risposto positivamente a richieste di singoli reparti (soprattutto per strumentazioni mediche), con Pistoia si rinnova si dà invece avvio a un piano più ampio e organico, grazie al quale stiamo dotando l’ospedale San Jacopo di servizi fondamentali e altamente innovativi. Ringrazio quindi l’Asl, con la quale si è instaurato un rapporto proficuo che ci ha portato a compiere un’iniziativa davvero valida, e l’Università di Firenze per la collaborazione e l’apporto scientifico. Tutto ciò rientra a pieno titolo nelle linee d’intervento della Fondazione che rappresento, che come missione ha, fra le altre, quella di servire la comunità di riferimento attraverso progetti di utilità sociale”. 
 
Era presente anche l’assessore regionale all’ambiente e difesa del suolo Federica Fratoni che ha parlato “di un giorno importante per l’area pistoiese che da oggi si pone al centro dell’area vasta centro; siamo orgogliosi di rappresentare questo territorio e ringrazio la Fondazione per aver offerto a questo ospedale nuove  opportunità di sviluppo”.
 
Anche Lorenzo Pescini, in rappresentanza dell’Azienda Usl Toscana ha ringraziato la Fondazione a nome dell’azienda sanitaria “per aver dato all’ospedale la possibilità di avanzare nei servizi e nell’innovazione e l’Università partner fondamentale nella realizzazione dei tre progetti”.
 
Ha partecipato anche il presidente della Ssd pistoiese Anna Maria Celesti che ha dichiarato: ”Grazie alla Fondazione oggi Pistoia emerge in tre importanti settori della sanità consentendo ai professionisti di avanzare in ulteriori specializzazioni così da far esprime all'ospedale le sue potenzialità e questo è motivo di soddisfazione per tutti noi e per la nostra intera comunità”. 
 
I tre progetti sono stati illustrati, nell’ambito del convegno medico scientifico che si è svolto al San Jacopo, da Annarosa Arcangeli dell’Università di Firenze e consigliere della Fondazione e da Marco Comeglio direttore cardiologia ospedale San Jacopo, Serafina Valente direttore dipartimento cardio-toraco-vascolare dell’Azienda ospedaliero universitaria senese, Marco Di Lieto direttore Oncologia Ospedale San Jacopo, Francesco Di Costanzo dell’Azienda ospedaliero universitaria Careggi, Rino Agostiniani direttore area pediatrica aziendale e della pediatria ospedale San Jacopo di Pistoia e Gianmaria Rossolini dell’Università di Firenze e Azienda ospedaliero universitaria Careggi. 

Il progetto “Pistoia si rinnova” si inserisce nelle linee programmatiche della Fondazione Caript , contribuendo a “sollecitare azioni verso il cambiamento del welfare territoriale tramite lo stabilirsi di una stretta rete di collaborazioni a livello regionale e, contemporaneamente, la forte partecipazione delle comunità locali, con l’intento di operare un profondo rinnovamento in campo sanitario”. 
 
L'ospedale di Pistoia, diretto dalla dottoressa Lucilla Di Renzo, di fatto, apre quindi le sue porte alla ricerca ed alla sperimentazione  clinica ed in particolare in ambito cardiologico, oncologico e pediatrico, così da offrire un'importante occasione di crescita professionale agli operatori sanitari e di sviluppo per l'intero presidio.


La Fondazione, che ha messo a disposizione un finanziamento di 1 milione e mezzo di euro ha, infatti, sottolineato che “con i tre progetti vogliamo coprire più aree, che vanno dall’adulto al bambino, dalla risoluzione del problema dell’arresto cardiaco, all’utilizzo di tool diagnostici di ultima generazione per il disegno di una terapia efficace e personalizzata per malati oncologici, per finire con la tipizzazione del microbioma di tutti i bambini nati all’Ospedale San Jacopo di Pistoia, per fornire ogni bambino di una nuova carta di identità che li seguirà nel loro percorso sociale e sanitario”.

Più speranza di vita nell'arresto cardiaco. Questo progetto prevede l'introduzione del supporto circolatorio con Ecpr (Extracorporeal cardio-pulmonary resuscitation) nel trattamento dell’arresto cardiaco refrattario alle manovre rianimatorie standard.


Grazie ad uno sforzo organizzativo iniziato nel 2003, la catena per la gestione dell’arresto cardiaco extraospedaliero nell’area di Pistoia è molto avanzata. Tutti i mezzi di soccorso avanzati sono infatti dotati di defibrillatore e di massaggiatori cardiaci meccanici esterni (Lucad -Chest Compression System), ed è operativo un protocollo condiviso tra il Servizio di Emergenza Territoriale (118) e le Unità operative di cardiologia, Dea e rianimazione, in grado di garantire in tempi estremamente rapidi, la gestione e l’accesso alla sala di emodinamica H24.


Il sistema Epcr, permette il successivo passo evolutivo, rappresentato dall’implementazione di un protocollo operativo di tipo “iperinvasivo”, in cui alle procedure standard per la gestione dell’arresto cardiaco, si aggiungono l’impiego del massaggiatore cardiaco esterno (Lucas) ed una implementazione estremamente precoce dell’Ecpr, nell’ipotesi che un tale approccio possa condurre ad un vantaggio in termini di sopravvivenza con esito neurologico favorevole, obiettivo principale del progetto. Dati recenti, sembrano infatti dimostrare un vantaggio nella sopravvivenza dopo l’implementazione di un protocollo di trasporto diretto in emodinamica con sistema Ecpr.
 
Biopsia liquida per il tumore del colon retto. Con il progetto "Oncobio" viene introdotta la possibilità di valutare l’eventuale variazionedello stato mutazionale dei geni Ras (Kras e Nras) sulla biopsia liquida di pazienti affetti da carcinoma del colon-retto metastatico in cura nella struttura di Oncologia Medica dell’ospedale San Jacopo, mediante piattaforma OncoBeam. Lo scopo dello studio è quello di fornire una determinazione dello stato mutazionale dei pazienti,  comparare per ogni paziente i risultati ottenuti sulla biopsia liquida con quelli ottenuti dalle determinazioni molecolari tradizionali effettuate sul tessuto tumorale, monitorare lo stato mutazionale in pazienti Ras “wild type” trattati con terapia anti-Egfr per monitorare lo sviluppo di una eventuale resistenza alla terapia.


Il fine ultimo è quello di dimostrare che tale tecnologia può rappresentare un nuovo tool diagnostico, che potrebbe portare vantaggi sia per il paziente (le biopsie sono tradizionalmente dolorose e non scevre da rischi) sia per il medico (la possibilità di avere un risultato in tempi rapidi e di ripetere la biopsia con una frequenza molto maggiore rispetto alle tradizionali per seguire l’evoluzione della malattia).


La possibilità di ottenere informazioni relative alla presenza di marcatori molecolari solubili e/o circolanti, in associazione al profilo molecolare di geni responsabili della risposta ai farmaci, consentirà di disegnare regimi terapeutici paziente-specifici in modo rapido.


Con un semplice prelievo del sangue  (biopsia liquida) le nuove tecnologie permettono l’isolamento di dna tumorale circolante (ctdna) e consentono di realizzare terapie personalizzate.


Il carcinoma del colon-retto (Ccr) rappresenta il secondo tumore maligno per incidenza e mortalità, dopo quello della mammella nella donna, e il terzo, dopo quello del polmone e della prostata, nell’uomo. 
 
La nuova carta di identità dei bambini pistoiesi basata sul loro microbioma. Il terzo progetto si sviluppa nella pediatria pistoiese con lo studio nei bambini del loro microbioma intestinale e dei fattori perinatali sullo sviluppo di malattie nel corso della vita.


Dalla nascita il nostro organismo è esposto a numerosi microbi, che andando ad abitare le zone esposte dell’organismo lo colonizzano: il sistema gastrointestinale è quello più interessato da questo fenomeno ospitando circa 3 milioni di specie diverse ovvero 100 trilioni di microrganismi. Questa popolazione di microrganismi forma così il microbioma intestinale.


Alcuni eventi esterni nei primi anni di vita possono modificare la crescita del microbioma intestinale: la nascita con taglio cesareo (Tc), il mancato allattamento materno, frequenti cicli di terapie antibiotiche, la dieta occidentale, potendo così condizionare lo sviluppo dei numerosi sistemi con cui il microbioma intestinale interagisce (immunitario, gastrointestinale, neurologico, endocrinologico).


Gli obiettivi di questo progetto sono: caratterizzare il microbioma intestinale dei neonati nati all’Ospedale S. Jacopo di Pistoia, valutando eventuali differenze nella composizione del microbioma in base ai fattori perinatali (età materna, obesità materna, fumo, modalità del parto – vaginale/cesareo, età gestazionale, peso alla nascita, somministrazione di antibiotici nelle prime 72 ore di vita); studiare il microbioma intestinale a distanza di 2-3 mesi di vita negli stessi bambini e valutare se la storia clinica (stato nutrizionale, episodi infettivi, episodi di broncostruzione) nel periodo intercorso (tra la nascita e il terzo mese) è diversa nei bambini che hanno un diverso microbioma.


Si stima un numero di 1000 nuovi nati per anno sui quali verrà effettuato il test (su un campione di feci) alla nascita, e di 300 lattanti su cui verrà effettuato il test al terzo mese di vita. 

Fonte: Asl
 
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