di Fortina Bruno e Pinochi Roberto

La Locanda Maggiore

Nel patto intercorso nel 1784 tra il Granduca Pietro Leopoldo e i Monaci Cassinesi, nuovi proprietari dei Bagni di Montecatini, vi era anche l’obbligo di fabbricare “colla dovuta decenza e utilità una Caserma ove possano avere abitazione in n. 25 o 30 poveri e una Locanda o Osteria…” Già nel dicembre del 1785, durante una sua visita, il Granduca ne annotava i progressi: “si vede ai Bagni di Montecatini la Fabbrica dei Padri di Badia di Firenze che sarà molto grandiosa e comoda per i bagnanti e per l’osteria”.

Le due strutture ricettive edificate dai Cassinesi costituivano quindi i primi due alberghi di Montecatini, appartenenti allo Stato, e che dal 1818 entreranno a far parte delle dotazioni demaniali gestite dalla Regia Deputazione dei Bagni. La continua esigenza di incrementare la dotazione ricettiva della città induceva la Deputazione a programmare grandiosi lavori edilizi proprio alle due Locande.

A partire dal 1839 si crearono nuovi quartieri al posto della vecchia cappella inserita tra le due locande, mentre nei vasti spazi posteriori inutilizzati si edificarono due nuove strutture denominate il Palazzotto e la Nuova Fabbrica. Qui in seguito sarebbero state inserite l’ufficio postale e telegrafico, la farmacia e l’alloggiamento dei Regi Carabinieri. Fra le due locande iniziali venne allestita una terrazza all’aperto, protetta da un tendone, mentre in una vasta sala sottostante si impiantò il Regio Casino, con ambienti per il gioco, il ballo e il biliardo. Gli ultimi venti anni del 1800 videro alla Locanda Maggiore la gestione del famoso imprenditore pistoiese Napoleone Melani, che ne esaltò le potenzialità di albergo raffinato con l’impianto della luce elettrica e la creazione di un’arena per spettacoli, il Teatro delle Varietà. Verdi ne sarebbe stato ospite per 19 anni fino alla morte