L’ufficio urbanistica del Comune di Pescia come uno studio privato. Una gestione improntata al proprio tornaconto personale utilizzando il ruolo di dirigente dell’amministrazione che con la sua condotta ha danneggiato. C’è questo e anche il danno di immagine nella condanna di risarcimento di 416mila euro che la Corte dei conti ha inflitto a Giuseppe Lascialfari, 65 anni, geometra, ex dirigente dell’ufficio urbanistica.

L’ex funzionario, licenziato esattamente 4 anni, dovrà risarcire il Comune. I giudici hanno disposto il pignoramento dei beni del geometra, della moglie e dei 234mila euro depositati al Tribunale di Pistoia. Esaurito il fronte penale con una condanna stabilita dalla Cassazione in 4 anni 5 mesi e 15 giorni, ora i giudici arrivano a 416mila euro indicando: 85mila euro il danno da disservizio; 22mila i danni organizzativo-gestionali; 209mila i danni da mancato incasso di costi e oneri di urbanizzazione; 100mila per danno all'immagine.

Un contesto dove gli affari privati si mescolano a quelli pubblici e il ruolo di pubblico ufficiale viene piegato ai propri interessi, con soffiate giuste per sistemare pratiche edilizie altrimenti cassate, dove si avvertono degli imminenti controlli dei vigili urbani oppure non si chiedono soldi secondo quanto, invece, previsto dalla legge. Somme che il Comune avrebbe dovuto incassare come costi di costruzione e oneri di urbanizzazione e che, al contrario, l’ex dirigente non faceva pagare ai suoi amici.

Per i giudici contabili l’arresto di Lascialfari interruppe un sistema di favori e bustarelle che andava avanti da almeno vent’anni.