PESCIA - Il sindaco Roberta Marchi ribatte alle accuse della Pepar di «incapacità», dopo che gli uffici comunali hanno avviato l’iter per la risoluzione del convenzione con la società che gestisce i parcheggi.

«La lettera con la quale l’ingegner Borracchini, responsabile unico del procedimento relativo al progetto di finanza da l’avvio al percorso di revoca della concessione per i parcheggi ospedalieri, non è altro che il prodotto di una lunga serie di contestazioni tecniche, trasmesse per scritto, che lo stesso Borracchini ha notificato nel corso dei mesi alla ditta Pepar. La natura di queste inadempienze riguardava la modalità dei lavori in corso, e il conseguente rispetto delle normative in materia, quali ad esempio la mancata rendicontazione, fatto questo che ha reso nebulosa la comprensione di quanta parte dei 6 milioni previsti siano stati effettivamente spesi fino a oggi.

Sorvolo, per il momento sulla questione dell’intervento programmato per piazza dei Fiori a fronte del quale avevo richiesto in data 15 dicembre un incontro urgente, nei riguardi del quale la Pepar ha manifestato indisponibilità almeno fino al 7 gennaio. Gli addetti ai lavori sanno quanto la mia amministrazione si sia spesa in defatiganti riunioni al fine di mediare e di limitare i danni per la collettività e i cittadini, siano essi dipendenti ospedalieri, categorie deboli, o semplici utenti. Ho subito senza batter ciglio una campagna faziosa di disinformazione, in modo particolare da parte di coloro che generarono questo progetto, e oggi lo scelgono come palestra elettorale. Oggi mi si rimprovera quello che ho sempre detto. Non avrei fatto queste scelte, le ho trovate, la struttura mi ha detto che non potevo recedere salvo gravi danni, ho cercato di gestire quanto “ereditato” nel miglior modo possibile.

Questi i fatti, dunque deve essere a corto di argomenti la Pepar se butta in politica, anzi in caciara, una serie di rilievi tecnici elencati da chi, come il responsabile del procedimento, ha in quest’ambito titolo e competenza. Comunque siamo all’inizio: il concessionario ha 30 giorni per replicare e chiarire i dubbi. Lo faccia però con i documenti e non con atteggiamenti scomposti, cogliendo magari l’opportunità per dimostrare di possedere, almeno lui, un’adeguata capacità gestionale».