«Le accuse di razzismo rivolte dalla Cgil al vicesindaco Oliviero Franceschi sono un polverone di insulti demagogici che nascondo un problema reale, denunciato dagli stessi cittadini. Vuol dire che tutta Pescia è razzista?». È il commento del capogruppo di “Più Toscana”, il pistoiese Antonio Gambetta Vianna, che interviene sull’attacco rivolto dal responsabile immigrazione per la Cgil di Pistoia, Fabio Capponi, al vicesindaco di Pescia, in merito alla questione sicurezza e venditori abusivi. «Le segnalazione dei pesciatini – dice – sono arrivate anche in Regione è il problema che denunciano non è da sottovalutare e di certo non si risolve con “cure”a base di buonismo e lassismo targate Cgil. Il rischio è quello di assistere prima di tutto alla mancata integrazione dei soggetti in questione che continuando a pendere dalle tasche degli automobilisti non si inseriranno mai nel tessuto sociale cittadino. L’altra conseguenza, come ben evidenziato da Franceschi, è quella di assistere alla nascita di piccole forme di prepotenza e racket quotidiano. Un problema che, ad esempio, i fiorentini conoscono molto bene». Il capogruppo fa poi riferimento al «“giro” di ambulanti, in prevalenza nordafricani, che tiene in scacco il mercato di San Lorenzo e il parcheggio dell’ospedale di Careggi. Ci meraviglia – prosegue –  che la Lega Nord provinciale non abbia preso le difese del vicesindaco di Pescia, persona specchiata che ha sempre lavorato per il bene dei propri cittadini». In difesa di Franceschi, interviene anche il consigliere di Più Toscana, Gian Luca Lazzeri. «Conosco personalmente il vicesindaco e so bene che l’unica leva che muove la sua azione è la difesa degli interessi dei cittadini di Pescia. Un uomo che, visti i suoi trascorsi politici, è offensivo tacciare di razzismo. È finita la stagione in cui è impedito ai toscani di difendere la loro regione». «Più Toscana – concludono Gambetta Vianna e Lazzeri – nasce proprio con l’ideale di difendere il nostro territorio e per questo motivo non possiamo che rinnovare a Franceschi la nostra fiducia».