Valdinievole OGGI La Voce di Pistoia
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Rispondo al lettore che ha pubblicato il suo punto di vista in merito al camioncino dei panini . Io penso che volevano semplicemente dare un servizio alle persone che uscendo dalla discoteca possono avere .....
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Due vittorie e tre sconfitte nel bilancio dell’ultimo weekend del Pistoia Basket Junior.

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A.S. Estra Pistoia Basket 2000 annuncia di aver raggiunto un accordo fino al 30 giugno 2025 con l’ala Maurice Kemp Junior. Il giocatore indosserà la maglia numero 9.

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A.S. Estra Pistoia Basket 2000 comunica di aver raggiunto l’accordo per la risoluzione consensuale del contratto con l’ala americana Elijah Childs.

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Dal 21 al 24 novembre va in scena la prima tappa della fase eliminatoria della Ibsa NextGen Cup 2025.

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Le statistiche rappresentano gli ingredienti dei record e ogni primato dà vita a tantissime curiosità.

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As Estra Pistoia Basket 2000 comunica che, in occasione dell’ultima assemblea del consiglio di amministrazione del club, è stato ratificato l’ingresso di una quinta persona che ricoprirà il ruolo di consigliere.

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A.S. Estra Pistoia Basket 2000 comunica di aver raggiunto l’accordo per la risoluzione consensuale del contratto con il pivot Luka Brajkovic.

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As Estra Pistoia Basket 2000 è lieta di annunciare la firma dell’accordo, fino al 30 giugno 2025, con l’ala/pivot americana, con passaporto lettone, Andrew Smith.

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Inaugurazione sabato 23 novembre alle 17.

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Raccontami un libro, di Ilaria Cecchi

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MONTECATINI
Gruppo di mamme: "No a spostamento Centro Donna in via San Marco"

20/2/2013 - 9:39

Un gruppo di mamme scrive una lettera per protestare contro la prossima chiusura del Centro Donna, che si trasferrà a breve nella sede Asl di via San Marco. Questo il testo.

 

«Il trasferimento dalla sede attuale a quella della struttura del distretto svuota l’idea stessa per cui il Centro è nato e, in definitiva, ne muta la natura, facendo venire meno proprio il concetto del “Centro” dedicato alle donne.

 

Non sarà più di fatto un Centro, ma una serie di ambulatori dedicati alle varie indagini mediche o all’assistenza al puerperio e così via. Quella in cui verrà collocato è di fatto una sede poliambulatoriale, e non un luogo dedicato e specifico per un target di utenti. È un’area in cui si forniscono servizi (tramite il Cup) e si erogano prestazioni ambulatoriali.

 

È un luogo in cui l’attenzione specifica alle donne è qualcosa in più, e che va al di là della prestazione di servizi o cure. È un luogo in cui ci sono spazi dedicati, a partire dalla sala bella e luminosa in cui vengono tenuti i corsi (da quello di preparazione al parto a quello per genitori). È un luogo in qualche modo anche “protetto”, in cui chi va con il bambino a fare il corso di massaggio infantile, o chi cerca un’ostetrica per un chiarimento veloce, può contare su un’assistenza e un’accoglienza immediata, riservata e non dispersiva, come invece avviene al distretto. Non c’è l’andirivieni tipico dei luoghi ampi e pluridedicati, non regna il concetto di utente dei servizi, bensì quello di “persona” e, più esattamente, di “donna”.

 

Il fatto che per risparmiare l’affitto si debba tagliare proprio una sede che funziona, lascia amareggiati, visto anche il momento storico attuale, in cui si dovrebbero sviluppare servizi e attività dedicati alle donne, e non eliminare quello che di buono già esiste, proprio nell'ottica del rilancio della cultura di genere.

 

Di fatto è solo un trasferimento, ma rappresenta la chiusura di un Centro che funziona bene dal 2002, di un luogo in cui le donne sono a loro agio, in cui ricevono, anche al loro primo ingresso, un’accoglienza personalizzata e specifica in un contesto “familiare, piccolo ed accogliente”, con buoni risultati e fama ben oltre i confini regionali. Pensate alle donne straniere che vengono per la prima volta in contatto con dei servizi delicati e si trovano di fronte l'accoglienza del distretto socio sanitario. Avete mai provato a chiedere delle informazioni nei giorni di maggiore affluenza?.

 

Che tristezza che proprio la Regione Toscana, che vanta molte eccellenze tra cui questa, sia così determinata a ridurre i costi della sanità chiudendo queste belle esperienze. In fondo sono solo i 40mila euro di affitto annui.

 

Così tra due mesi scarsi saremo costrette ad andare al distretto, ma non al Centro Donna, bensì nell’ambulatorio in cui opera il dottor tal dei tali o dove fanno le eco, tra il via vai del Cuo e dell’assistenza sociale. Addio al luogo dedicato alla donna, addio all’accoglienza “mediata dalla struttura”, addio a tutte quelle comodità e attenzioni cui purtroppo ci siamo abituate dal 2002.

 
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