Valdinievole OGGI La Voce di Pistoia
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Visto che molti ex amministratori si sbilanciano in disquisizioni qualunquiste e faziose, vediamo come doveva essere affrontasta la possibile chiusura per sanare quel sito franoso.
Iniziando dalle imprese .....
HOCKEY

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IPPICA

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CALCIO

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BASKET

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BASKET

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Sindaci Valdinievole dicono no alla Tares, "nuova gabella per i cittadini"

29/3/2013 - 15:27

Il sindaco di Buggiano, Daniele Bettarini, interviene a nome dei sindaci del nostro territorio per prendere una decisa presa di posizione contro la Tares.

 

"Tares, la nuova gabella a carico  dei cittadini e imprese !     In un mondo fatto sempre più di acronimi (Iva, Irap, Imu, Tia, Tarsu ecc.) noi cittadini abbiamo imparato che spesso dietro ad una sigla si nasconde un balzello e una  vessazione.

 

Non fa eccezione l’ultima trovata, la Tares, acronimo di TAriffa Rifiuti e Servizi. La nuova imposta andrà a sostituire, in parte, la precedente tariffa sui rifiuti, che per i comuni della Valdinievole si chiamava Tia (Tariffa Igiene Ambientale), oppure Tarsu (Tassa Rifiuti Solidi Urbani). Dicevamo in parte perché il nuovo balzello cela in realtà un altro tributo, infatti insieme alla spazzatura tutti noi pagheremo 0,30 € a metro quadro per coprire (in parte) i cosiddetti “servizi indivisibili” (pubblica illuminazione, manutenzione strade, verde pubblico,  ecc.) .

 

Il balzello, già negativo di per sé,  nasconde più di una negatività. Infatti sulla parte relativa allo smaltimento dei rifiuti, si continua a mantenere il conteggio calcolato sulla superficie dei locali (abitazioni, uffici, negozi, laboratori, ecc.), senza inserire il parametro, più equo, della quantità dei rifiuti prodotti. Così facendo si penalizzano, quelle comunità che, rispondendo alla legge e al senso civico, hanno una maggiore attenzione all’ambiente rispetto ad altre. Inoltre la nuova tassa dovrà essere pagata con il modello F24, come abbiamo pagato l’Imu e quindi un ulteriore costo per il cittadino che, probabilmente,  dovrà farsi compilare il modulo dal commercialista, piuttosto che dal sindacato o altro e questo per quattro volte all’anno.

 

Il paradosso è che, nonostante tutti noi verseremo i 30 centesimi a mq. calcolati sulla superficie dei locali (appartamenti, negozi, laboratori, ecc.), i Comuni non avranno maggiori risorse, da destinare  alla pubblica illuminazione, la manutenzione strade e verde pubblico, ecc.  da destinare alla polizia municipale,,in quanto le maggiori somme derivanti da questo introito saranno detratte dallo Stato nei trasferimenti agli stessi  comuni, come si dice dalle nostre parti “poggio e buca fanno pari”.

 

Tutto ciò senza migliorare né la pubblica illuminazione, né le strade, né altro. E’ pertanto del tutto evidente che la nuova tassa è assolutamente iniqua e va ad aggravare una situazione già pesante per cittadini e per le aziende .   Di fronte a tutto questo non vogliamo restare inermi e ragionare in soli termini contabili, per dovere di legge, ma intendiamo portare alto il grido di “No non ci stiamo”, chiedendo con forza e con tutti gli strumenti possibili due cose:  

 

- la prima di far slittare l’introduzione della Tares almeno di un anno, (è prevista la prima rata a luglio prossimo);

- la seconda è di allestire, insieme a rappresentanti istituzionali (locali e nazionali), categorie economiche e semplicemente cittadini, una forte campagna affinché sia rivista in maniera sostanziale la nuova tariffa, improntandola al principio secondo cui “chi produce più rifiuti, più paga”.  

 

Intendiamo assumere un preciso impegno con le nostre comunità per la  difesa degli interessi collettivi, perché troppo spesso dal governo centrale si è preteso, in nome di una “solidarietà a senso unico” (dalla periferia al centro), di concorrere al risanamento della spesa pubblica. Con il risultato che mentre i nostri comuni non produceono debito (per legge e moralità amministrativa i nostri bilanci sono in pareggio), da parte dello Stato centrale si è vista tutta un’altra storia.

 

Se le  cosiddette autonomie locali hanno una funzione di soli gabellieri, come quello a cui siamo relegati adesso,  allora, in modo provocatorio, è meglio riconsegnare le chiavi (di cartone) delle città ed  un grigio burocrate sia l’attuatore dei vari balzelli. A chi amministra è chiesto un altro ruolo e l’auspicio è che da Roma arrivino segnali che siamo cittadini e non sudditi, come invece sta avvenendo da qualche anno a questa parte".

 
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