Due vittorie e tre sconfitte nel bilancio dell’ultimo weekend del Pistoia Basket Junior.
A.S. Estra Pistoia Basket 2000 annuncia di aver raggiunto un accordo fino al 30 giugno 2025 con l’ala Maurice Kemp Junior. Il giocatore indosserà la maglia numero 9.
A.S. Estra Pistoia Basket 2000 comunica di aver raggiunto l’accordo per la risoluzione consensuale del contratto con l’ala americana Elijah Childs.
Dal 21 al 24 novembre va in scena la prima tappa della fase eliminatoria della Ibsa NextGen Cup 2025.
Le statistiche rappresentano gli ingredienti dei record e ogni primato dà vita a tantissime curiosità.
As Estra Pistoia Basket 2000 comunica che, in occasione dell’ultima assemblea del consiglio di amministrazione del club, è stato ratificato l’ingresso di una quinta persona che ricoprirà il ruolo di consigliere.
A.S. Estra Pistoia Basket 2000 comunica di aver raggiunto l’accordo per la risoluzione consensuale del contratto con il pivot Luka Brajkovic.
As Estra Pistoia Basket 2000 è lieta di annunciare la firma dell’accordo, fino al 30 giugno 2025, con l’ala/pivot americana, con passaporto lettone, Andrew Smith.
Due sagre al giorno. E’ questa l’incredibile media, riferita a un anno solare, che caratterizza la provincia di Pistoia. E se si considera che la stragrande maggioranza di questa tipologia di eventi ha luogo in un arco temporale che va da Pasqua ai primi di novembre, è facile immaginarne l’impatto reale sul nostro territorio.
In provincia di Pistoia, conducendo un’indagine accurata, ma certamente non esaustiva, Confesercenti ha infatti rilevato oltre 100 eventi (di preciso 112) che si auto-definiscono sagre o feste locali, che complessivamente coprono oltre 600 giornate nel corso di un anno. Mediamente, ogni giorno dell’anno, nella nostra provincia, sono in svolgimento quasi 2 sagre.
Ciascuno degli oltre 100 eventi si propone al pubblico con attività di somministrazione di alimenti e bevande. E’ plausibile ipotizzare che ognuno di essi eroghi almeno 200 pasti per ciascuna giornata di svolgimento (si tratta di un valore certamente sottostimato), producendo così almeno 120.000 coperti, per un giro d’affari stimabile in almeno 2.400.000 euro (20 euro medi a coperto). Ciò indubbiamente contribuisce a creare un saldo negativo per le aperture/chiusure di bar e ristoranti, che in provincia di Pistoia (gennaio-ottobre 2013) è di meno 43 imprese (-33 ristoranti e -10 bar).
E il fenomeno delle sagre (o presunte tali) non è l’unico che, come si può facilmente intuire, danneggia il commercio e i pubblici esercizi (anche quelli che propongono i veri prodotti tipici della zona). “Le amministrazioni che sottovalutano il fenomeno dei mercatini senza requisiti dovrebbero considerare il danno economico che causano al sistema del commercio su area pubblica”, dice Maurizio Innocenti, presidente provinciale di Confesercenti, ma anche presidente nazionale dell’Anva, associazione degli ambulanti.
Ogni anno in provincia di Pistoia si svolgono 150 mercatini senza requisiti, dove si calcola che ci siano per ogni mercatino 30 operatori “irregolari” per un totale, quindi - calcolando un incasso medio presunto al giorno di 250 euro a operatore - di un giro d’affari di 1.125.000 euro di evasione totale (sul quale calcolare, tra le altre tasse e imposte, il 22% di mancato versamento Iva per 247.500 euro).
Calcoliamo ora, per esempio, il mancato pagamento Inps da parte di solamente 1.000 operatori che gravitano sulla provincia di Pistoia in detti mercatini: 1.000 x 3.200 euro (costo medio Inps all’anno) otteniamo 3.200.000 euro di mancato pagamento Inps. Che sommati al mancato versamento dell’Iva fa 3.447.500 euro di mancate entrate per lo Stato, solo considerando la provincia di Pistoia.
“Parallelamente al fenomeno dell’evasione degli operatori irregolari – dice ancora Innocenti - vi è quella di numerosi organizzatori che sistematicamente lucrano sull’organizzazione dei mercatini senza requisiti, essendo totalmente sconosciuti al fisco. Tutti questi mancati introiti rivestono un importante e decisivo ruolo sulla chiusura delle attività ambulanti e artigiane regolari”.
“In questo modo – conclude Innocenti - si favorisce una forma di concorrenza sleale che sta mettendo in seria difficoltà le altre imprese, soprattutto in un momento di crisi come questo: le attività agevolate non devono sopportare oneri burocratici e fiscali degli altri, e hanno quindi costi di vicino allo zero. Un danno, come si è visto anche per lo Stato”. Il saldo aperture/chiusure in provincia delle imprese del commercio al dettaglio (gennaio-ottobre 2013) è di meno 94 imprese (-85 settore non alimentare e -9 settore alimentare).