MONSUMMANO - Il Pd interviene in merito a quanto accaduto durante la seduta consiliare di martedì, durante la discussione dell’ordine del giorno riguardante i fatti violenti accaduti nella notte tra il 10 e l’11 settembre.
 
"Si scrive questo comunicato con rammarico, per denunciare quanto accaduto durante la seduta del consiglio comunale svoltosi in data 23 settembre.

Durante questa assise il capogruppo del Pd, Elena Sinimberghi, ha presentato un ordine del giorno di “condanna ai fatti violenti accaduti tra il 10 e l’11 settembre sul territorio di Monsummano Terme”, fatti che hanno portato al ferimento di un vigile urbano e di un carabiniere e il giorno seguente all’esplosione di un ordigno rudimentale davanti alla sede del municipio.

L’ordine del giorno nasceva da un’importante riflessione sull’accaduto non solo interna al Pd ma in seno a tutti i gruppi consiliari, basti ricordare le parole del capogruppo di Forza Italia, Michele Moceri, “il terrorismo in Italia è stato sconfitto facendo blocco comune e superando le divisioni ideologiche”.

Così è stato fatto a Monsummano: insieme a tutte le forze politiche il 13 settembre fu scritto il comunicato di sdegno e solidarietà; insieme a tutti i gruppi consiliari sono state discusse le modifiche da apportare all’o.d.g presentato dal Pd, in sede di conferenze dei capigruppo, in data 19 settembre e confermate dal Pd la sera stessa, con la modifica dell’o.d.g che portava come premessa la frase seguente “[…] l'ordine del giorno potesse avere, auspicabilmente, il pieno appoggio del consiglio comunale[...]”, tanto era la volontà di condividere le decisioni prese.

Purtroppo questo non è accaduto, purtroppo qualcuno ha voluto stravolgere la natura di questo documento ritenendolo “del tutto strumentale” e definendo quanto accaduto “una ragazzata”. Il consigliere Marco Conti, del gruppo di minoranza “Monsummano Bene Comune”, in un eccesso di protagonismo, non solo ha continuato a ribadire il proprio dissenso e i propri dubbi sul lavoro fatto dai colleghi, ma ha coronato la sua personale crociata, quando, al momento della votazione ha deciso di abbandonare il proprio posto e osservare in un angolo a braccia incrociate il consiglio che all’unanimità votava l’ordine del giorno".