Arrivato il rinvio per il pagamento dell’Imu sui terreni agricoli nei Comuni montani, ma le preoccupazioni restano. Non si dovrà pagare l’imposta entro il 16 dicembre, ma probabilmente, come riportato sul Sole 24 Ore, entro il 26 gennaio 2015. Dopo questa data il Governo ha promesso che rivedrà l'intera disciplina per dividere con criteri più razionali i terreni paganti da quelli esenti e questo riordino potrebbe essere retroattivo: i pagamenti di gennaio, in quest'ottica, potrebbero essere considerati “provvisori”, e dare luogo a rimborsi (o conguagli) una volta partoriti i criteri definitivi.

Il nuovo obbligo di pagamento, quindi, si trasforma in un taglio di 350 milioni ai Comuni, chiamati a recuperare le risorse dai nuovi contribuenti Imu. Ma la proroga rinvia il pagamento ma non il taglio operato sui Comuni, altrimenti si aprirebbe un buco nei conti dello Stato: i sindaci, quindi, dovrebbero poter iscrivere a bilancio in modo «convenzionale» un'entrata che arriverebbe solo dopo.
 
“Il rinvio rappresenta un passo in avanti – commenta il sindaco Oreste Giurlani, presidente Uncem Toscana – che evita un pasticcio con troppi punti da chiarire entro i prossimi dieci giorni, in primo luogo le aliquote. Ma è una soddisfazione a metà, se non meno – aggiunge. Come Uncem continuiamo a condannare fermamente  la norma che introduce il pagamento dell’Imu sui terreni agricoli e montani per un problema di fondo: la montagna non accetta l’ennesima vessazione, non accetta un’ennesima tassa che complica un problema storico quale è nel nostro Paese la difesa, la valorizzazione e la produttività delle aree montane e rurali. E oltre alla penalizzazione per i terreni agricoli e montani, restano anche le difficoltà per i Comuni che già hanno subito i tagli pesantissimi. Insomma la montagna toscana chiede al Governo di lavorare insieme sullo sviluppo della montagna, sulla prevenzione del dissesto idrogeologico e l’incentivazione per chi vive e lavora nelle aree montane, ed è per questo che chiediamo di abbandonare per sempre la logica della ‘montagna a 600 metri’, scelta impropriamente dall’Istat. I territori montani e rurali vanno salvaguardati, non penalizzati – chiude Giurlani – continueremo a batterci per questo principio”.