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Federcacia: "Meno uccelli in Padule, al Centro Rdp li hanno forse contati più persone?"

10/2/2015 - 20:44

Federcaccia interviene sul Padule.

 

"Abbiamo avuto modo di conoscere, tramite i mezzi d’informazione, i risultati del censimento effettuati dal Centro di Ricerca del Padule di Fucecchio, in merito agli uccelli acquatici svernanti nel nostro Padule. A quanto si è letto, le presenze di acquatici sarebbero del tutto confortanti, perche’ nonostante i pochissimi lavori di miglioramento ambientale effettuati negli ultimi anni all’interno delle Riserve Naturali, cosa che non ha facilitato certamente la sosta di questi uccelli, i numeri rilevati assommerebbero nell’ordine di decine di migliaia.

 

Noi cacciatori saremmo ben lieti di poter prendere questi dati per buoni perche’ se la grande maggioranza degli uccelli censiti è rappresentata da specie cacciabili come germani, alzavole, folaghe e pavoncella, sta’ a significare che la caccia non incide piu’ di tanto sui migratori e quindi da considerarsi un attivita’ compatibile con la conservazione delle specie, ed inoltre che le aree protette della parte pistoiese del Padule non sono cosi’ piccole e sproporzionate come qualcuno invece vorrebbe far credere.a un occhio poco attento o non esperto, quando si parla di migliaia e migliaia di capi rilevati, non si puo’ che esprimere soddisfazione, ma i dati forniti a questa sezione provinciale Federcaccia, dai cacciatori residenti nei Comuni rivieraschi, considerati fra i piu’ esperti e credibili di quell’area,sono purtroppo ben diversi.


Dobbiamo rilevare che nel nostro Padule, come del resto su tutto il territorio nazionale, la migrazione 2014/2015 degli uccelli acquatici,causa forse l’inusuale stagione mite che si è avuta, è stata in assoluto la piu’ scarsa degli ultimi vent’anni, quindi il primo dato che balza agli occhi è come sia stato possibile possibile che gli uccelli censiti siano risultati superiori a quelli delle passate stagioni?


Sempre dai dati rilevati, risulterebbe poi che a fronte dei circa dodici mila uccelli censiti, oltre tremila  cioe’ il 30% e’ rappresentato da gabbiani cormorani. La presenza di questi uccelli è ben accetta se in numero tale da rispettare un giusto equilibrio, ma c’è da essere tanto entusiasti di tanta abbondanza? Noi diciamo di no, perche’ essendo specie opportuniste, mangiano e distruggono tutto cio’ che trovano, pesci, ranocchi, ecc, andando a sconvolgere veramente in maniera irreversibile la biodiversita’ di quell’ambiente.


A questo punto ci viene spontaneo da domandarsi: a quale scopo e come si sono determinati i numeri emersi dal censimento? Per quale motivo a differenza degli anni passati non sono stati coinvolti i rappresentanti locali del mondo venatorio e per quale motivo il Centro di Ricerca ha voluto fare tutto in maniera autonoma? Forse si è voluto dare un immagine di grande efficienza del Centro in un momento in cui l’operato dello stesso è fortemente messo in discussione? Forse sara’ stata una svista? O gli stessi uccelli sono stati contati da piu’ persone? Ma, non lo sappiamo.

 

Una volta si diceva che erano i cacciatori che tendevano a ingigantire le loro prede e gli uccelli che vedevano. Vuol dire che la malattia  è stata attaccata a qualcun’altro?".

Fonte: Federcaccia
 
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11/2/2015 - 8:37

AUTORE:
Enver

Questa lettura dei dati presentati dal Centro Ricerche appare un po' imprecisa.
Innanzitutto non è vero “che gli uccelli censiti siano risultati superiori a quelli delle passate stagioni”. Il comunicato del Centro Ricerche afferma invece che “ il dato generale è sostanzialmente stabile rispetto all'anno precedente”, ed è chiaramente specificato che “la cifra finale più alta è dovuta in buona parte ad un conteggio accurato dei gabbiani che stazionavano nei campi allagati a margine dell'area”. Al netto di gabbiani e cormorani le presenze nel 2013, 2014 e 2015 risultano rispettivamente pari a 9732, 9164 e 9454 esemplari, quindi sostanzialmente stabili come affermato. Queste cifre risultano invece nettamente superiori a quelle riscontrate nel decennio precedente, il che significa che l'area nel tempo si è dimostrata sempre più ospitale per i migratori e questo è certamente un dato di cui rallegrarsi.
Quanto poi a gabbiani e cormorani non mi sembra che i ricercatori siano risultati “tanto entusiasti di tanta abbondanza”, hanno semplicemente (e correttamente) rilevato come l'aumento di presenze complessive fosse dovuto anche a questi e non solo ai migratori.
Per finire, a proposito di “ ingigantire le loro prede e gli uccelli che vedevano”, se si parla di circa 9000 uccelli svernanti i numeri rilevati non “assommerebbero nell’ordine di decine di migliaia” bensì in un più modesto ordine di migliaia.