Valdinievole OGGI La Voce di Pistoia
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Rispondo al lettore che ha pubblicato il suo punto di vista in merito al camioncino dei panini . Io penso che volevano semplicemente dare un servizio alle persone che uscendo dalla discoteca possono avere .....
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Il pilota portacolori di Motor Zone Asd, infatti, è stato fermato da un problema tecnico accusato, in avvio del secondo giorno, dalla Hyundai i20 NG Rally2 di Friulmotor, che condivideva con Paolo Garavaldi.

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Momento di presentazione alla stampa e alla città per il neo-acquisto dell’Estra Pistoia Basket, Andrew Smith (che indosserà la maglia numero 21), che ha fatto il suo debutto nell’amichevole di sabato scorso a Castellarano contro la Pallacanestro Reggiana.

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Il movimento del basket femminile legato al mondo Pistoia Basket è in continua evoluzione e, soprattutto, in grande crescita.

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Pavel Group ha di nuovo piazzato le proprie vetture ai vertici. Nel fine settimana appena passato è toccato al Rally Nazionale di Taormina, gara nazionale assai partecipata e ricca di contenuti, dove la squadra ha ribadito il proprio ruolo di protagonista in Sicilia.

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Si è conclusa con un risultato altamente soddisfacente, la stagione agonistica di Mattia Giannini e Roberta Papini.

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Settimane di grande impegno per la Silvano Fedi, impegnata sia in gara che in campo organizzativo.

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L’ultimo dei tre appuntamenti, il Rally Città di Pistoia, ha chiuso l’annata con grande soddisfazione, dopo le dispute dei rallies “Valdinievole” e “Abeti”.

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Nonostante la concomitanza con la Firenze Marathon un buon numero di partecipanti ha preso parte all’edizione numero 31 del ‘’Trofeo Contea delle Cerbaie’’.

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Raccontami un libro – Consigli di lettura di Valentina.

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Inaugurazione sabato 23 novembre alle 17.

Ferragosto nella valle
quanto caldo che mi assale.

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VALDINIEVOLE STORICA
di Giancarlo Fioretti
Gian Pieretti, ovvero il "lato B" della realtà

7/2/2016 - 13:57

Sanremo, Festival 1967. Uno sparo irrompe nella storia della canzone italiana. E' il colpo di pistola alla tempia che pone fine alla giovane vita di Luigi Tenco, cantautore emergente, autore di testi con tematiche ( l'emigrazione di massa ad esempio) che nell'Italia perbenista di allora era difficile trattare.

 

Nel cielo del Belpaese risplende ancora il sereno. Il boom economico dà gli ultimi sussulti, in cucina tutti hanno il frigorifero ed in garage la Seicento. All'orizzonte, tuttavia, fanno capolino le prime nubi, che si materializzeranno entro poco nel Maggio francese, nelle fabbriche occupate, nell'escalation del Vietnam.

 

La 'maggioranza silenziosa', che musicalmente costituisce la gran parte del pubblico del Festival, consacra vincitrice per mezzo di una giuria di qualità speculare ad essa la coppia Villa-Zanicchi con 'Non pensare a me'. Concede il quinto posto ad Orietta Berti, con la zuccherosa 'Io tu e le rose'. Elimina Tenco (non stava bene parlare di emigrazione....), mette all'ultimo posto con solo tre voti La 'Rivoluzione', cantata a mo' di marcetta da Gianni Pettinati e relega a metà gruppo 'Pietre', cantata dal francese Antoine e dal pontigiano Gian Pieretti.

 

Antoine capì l'aria conservatrice che tirava. Per questo cercò di edulcorare il tutto dando al testo un brio interpretativo forse eccessivo. Gian Pieretti no. Il suo incedere quasi consequenziale dette alla canzone un vago tono profetico. Troppo per l'Italia di allora, che addirittura non voleva ammettere pubblicamente il fenomeno dell'emigrazione. Lo stesso che condusse Gian Pieretti a Milano, la città delle luci e dei tram. La città della Pirelli e del panettone. Milano la città dove non si dorme mai, dove tutto è veloce, dove tutto invecchia in un battito di ciglia. La Milano delle fabbriche del dopoguerra, la Milano da bere e la Milano da cantare, dove dagli anni Sessanta in poi tutte le tendenze musicali si sublimano nelle mode del momento. Milano la tentatrice, che dette da vivere a migliaia di braccianti in fuga da un Meridione mai veramente integrato, e che attirò fra gli altri anche Dante Lucio Pieretti,, un giovane pontigiano nato nel 1940.

 

Sì, perché proprio dalle ristrette zone di Ponte Buggianese, Chiesina Uzzanese e Pescia Morta 'scapparono' verso la metropoli lombarda migliaia e migliaia di ragazzi. In fuga dalla miseria, dal conformismo, da un destino che appariva legato indissolubilmente alla terra, peraltro, nelle nostre zone, non equamente divisa nella proprietà da nessuna riforma agraria.

 

Pieretti approda a Milano a soli diciannove anni. Un'età stupenda, con tutta la vita davanti. Alla fabbrica preferisce il microfono. Capisce che nelle corde vocali ha un talento e lo capiscono anche i componenti del complesso I Satelliti, il cui nome non è frutto del caso. Sono infatti 'satelliti' del già famoso Ricky Gianco, talentuoso rockettaro, precursore dell'uso della chitarra rock in Italia. Gianco, e gli altri artisti sulla sua lunghezza d'onda, vengono definiti dalla stampa perbenista dell'epoca 'urlatori'. Ma quello è il loro periodo, e Pieretti (ormai Gian Pieretti..) sale sul treno giusto. Quello con destinazione il Successo, proprio con la lettera maiuscola.

 

Con Gianco partecipa a una storica tourneè in Belgio, ove viene notato dall'allora astro nascente della musica europea Adamò. La voce di Pieretti è quella giusta, le doti interpretative pure, il coraggio di andare oltre i soliti schemi e le solite tematiche anche. Accade così che accetta di buon grado di trasporre in italiano il successo dell'idolo italo-belga Adamò, che nei juke-box spopolava con il suo Amor perdu. La casa discografica Vedette si accontenta di imporre sul lato A del 45 giri il titolo Perduto Amor, che Gian Pieretti canta con sufficiente abnegazione.

 

Ma è il lato B che dà uno schiaffone alle convenzioni di allora. 'Uno strano ragazzo' parla infatti senza mezzi termini di omosessualità. E' la seconda volta che accade il Italia, dopo ''Coccinella' di Ghigo Agosti. L'ostracismo dei media aleggia nell'aria, e solo il grande talento di Pieretti, che sboccia come un giglio a primavera, evita l'allontanamento dalle luci della ribalta.

 

Sono questi gli anni del successo. Si afferma come autore referente della 'Beat generation' (celebre fu la sua collaborazione con lo scrittore simbolo di quel movimento Jack Kourac), dà vita al gruppo dei Grifoni, dalla cui evoluzione prenderà vita in seguito il celebre gruppo della Premiata Forneria Marconi. Ma soprattutto si impone all'attenzione generale con 'Vento dell'Est', dal cui successo ottiene il passaporto per partecipare alla famosa edizione di Sanremo del 1967. Un'edizione quella davvero di alta qualità, con testi che ancor oggi resistono all'usura del tempo. 'L immensità' di Don Back-Mogol-Dorelli), 'La musica è finita', di Bindi-Califano, 'Bisogna saper perdere' di Lucio Dalla e i Rockers sono soltanto alcuni dei titoli presentati in quella tragica edizione funestata dal suicidio (o omicidio, non si saprà mai) di Luigi Tenco.

 

Fra questi successi, 'Pietre', resta ancora ben saldo nell'immaginario collettivo. Come una canzone di protesta, non come un gaio ritornello. Gli anni che seguono vedono Gian Pieretti impegnato come paroliere, produttore e arrangiatore di testi per altri cantanti.

 

Durante gli anni Settanta in ben tre edizioni di Sanremo compaiono canzoni scritte da lui. Deve scegliere questa strada del lavoro in autonomia in quanto nel 1973 con 'Il vestito rosa del mio amico Piero' affronta ancora una volta la tematica dell'omosessualità, provocando ancora una volta le ire dei perbenisti. Cambia casa discografica e cerca collaborazioni di qualità, come quella con Ivan Graziani.

 

Il suo astro conosce negli anni Ottanta un certo appannamento. Nell'epoca di Reagan e della Signora Teacher non torna l'oscurantismo pre-sessantottino, ma spira una certa aria di conformismo. Dal Novanta in poi per Gian Pieretti sboccia invece la seconda giovinezza. Dà vita ad uno spettacolo intitolato 'Beat generation' che alterna successi musicali a poesie di Kourac e di Ginsberg. Si lancia in sigle di programmi televisivi e partecipa a spettacoli suoi oppure di autori a lui vicini. Sempre con lo stesso piglio. Sempre con la voglia di mostrare il lato B della realtà.


Per meglio definire questo grandissimo artista, indichiamo un libro, un luogo ed un lascito morale.


LIBRO: Aldo Fegatelli Colonna è uno dei più importanti critici musicali italiani. Ha scritto nel 2009 'Luigi Tenco, vita breve e morte di un genio musicale'. Nel libro si descrive benissimo l'atmosfera di quel famoso Sanremo 1967, quello appunto di Pietre.
LUOGO: Mortara, in Lomellina, provincia di Pavia. Il nostro Gian Pieretti alla fine è fuggito dalla Milano caotica per rifugiarsi in provincia in un paese pianeggiante, tutto prati e torrenti. Come il 'suo' Ponte Buggianese.
LASCITO MORALE: Seguire la via meno tortuosa è più agevole. Seguire quella più tortuosa più emozionante. Gian Pieretti è stato un artista che ha sempre aborrito le autostrade....

 
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7/2/2016 - 16:14

AUTORE:
Andrea f.

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