Scoperta maxi-evasione fiscale da 30 milioni di euro, provvedimenti per 17 soggetti in 3 regioni: la base a Pescia
PESCIA - Nelle prime ore di oggi militari del comando provinciale della guardia di finanza hanno eseguito un provvedimento di applicazione di misura cautelare personale emesso dal tribunale di Pistoia - giudice delle indagini preliminari Patrizia Martucci - nei confronti di 17 soggetti, residenti in Toscana, Campania e Piemonte, di cui 3 in carcere, 3 agli arresti domiciliari e 11 sottoposti all’obbligo di dimora e presentazione alla polizia giudiziaria.
Le ulteriori attività poste in essere nei confronti dei prefati, indagati per associazione per delinquere finalizzata alla commissione di frodi fiscali, sono state eseguite congiuntamente a funzionari dell’Agenzia delle dogane e monopoli – direzione Toscana, Sardegna e Umbria.
Parallelamente, sono state sequestrate 11 società operanti nel settore dell’importazione e commercializzazione degli idrocarburi con sede in Toscana, Campania, Lazio ed Emilia Romagna.
E' in corso di esecuzione, inoltre, il sequestro per equivalente di denaro e beni riconducibili agli indagati e alle società coinvolte per un valore di oltre 20 milioni di euro.
Le complesse indagini di polizia giudiziaria, dirette da Claudio Curreli, sostituto procuratore presso la procura della Repubblica di Pistoia, ed eseguite dalla compagnia della guardia di finanza di Montecatini Terme e, per i profili di competenza, dai funzionari delle dogane e dei monopoli – direzione della Toscana, Sardegna e Umbria, hanno preso il via in seguito a una specifica attività investigativa avviata dall’Agenzia dogane monopoli nei confronti di una società operante nella provincia di Pistoia, attiva nella distribuzione e commercializzazione di prodotti petroliferi.
Parallelamente, la guardia di finanza, nell’ambito dell’autonomo controllo economico del territorio, da tempo monitorava, anche a seguito di pregresse attività investigative, gli stessi indagati.
In particolare, le fiamme gialle avviavano specifici e mirati approfondimenti di polizia economico finanziaria, anche attraverso indagini di natura tecnica, tesi a ricostruire in maniera puntuale le movimentazioni commerciali e finanziarie delle società coinvolte nell’illecita attività.
E' stato così dimostrato che la societa’ toscana, operante nel comune di Pescia, era il “terminale privilegiato” di altre società ubicate nel territorio nazionale, attraverso le quali ha posto in essere una colossale evasione all’Iva.
Otto sono risultate le società fittizie create dall’organizzazione criminale e intestate a “prestanomi”, attraverso le quali il fisco è stato frodato per oltre 30 milioni di euro.
Fondamentale è stata la sinergia tra la guardia di finanza e l’Agenzia delle dogane sviluppata nell’ambito delle proprie competenze specifiche, che ha consentito di arginare la crescita dell’illegalità in un settore economico cosi’ delicato per gli interessi erariali del Paese, a tutela degli onesti operatori e del corretto andamento del mercato.
Fonte: Guardia di finanza