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Dossier Caritas 2019: sempre più persone in stato di necessità, emergenza casa

15/12/2019 - 14:21

«Spesso sentiamo parlare di benessere, come diritto e obiettivo, sempre di più parliamo di sostenibilità, ma ci dobbiamo rendere conto che i diritti che fanno riferimento al benessere, ai beni essenziali, nella nostra società sono diventati insostenibili». È questa una delle lapidarie conclusioni del dossier Caritas 2019, quest’anno quasi completamente incentrato sulle nuove forme di emergenza sociale e sulle povertà emergenti: «Il lavoro e la casa restano, come ormai da qualche anno, le problematiche maggiori che i centri di ascolto incontrano, e che le persone manifestano; due bisogni in evoluzione negativa, in una sorta di continua deriva che cambia i tratti giorno dopo giorno. La maggior parte delle persone che si rivolgono ai centri di ascolto vivono l’incubo della casa - si legge nel rapporto - che da essere luogo della vita è diventato luogo dei problemi. I volontari e gli operatori Caritas ci raccontano un vissuto di impotenza di fronte alle problematiche dell’abitare e gli sforzi che vengono fatti quotidianamente sono diretti a mantenere in piedi una struttura pericolante che è quasi del tutto crollata».


«Spesso oggi le persone sono “ferite” nella dignità – ha annotato il vescovo Tardelli – i modi sono tanti, la causa però è chiara: quella cultura dello “scarto” che domina il mondo. Elencavo poi alcuni di questi modi: il non vedersi riconosciuto il proprio diritto a vivere dignitosamente, a svilupparsi, a crescere, ad esprimersi; oppure il non essere rispettati nella propria coscienza; lo sfruttamento e l’asservimento cui si è sottoposti o cui sono sottoposti in particolare donne e bambini; l’ingiustizia sociale che impoverisce uomini e popoli rendendo impossibile uno sviluppo degno dell’uomo. Non è solo una questione materiale: non avere il necessario per il proprio onesto sostentamento e quello dei figli è un’umiliazione che ferisce la dignità delle persone».


Porre il tema dell’urgenza della casa - conclude il rapporto - in questo momento storico in cui si parla molto di sostenibilità ambientale, significa lanciare un appello, cercare di scuotere questa società, permettere alle persone, alle comunità, alla politica di crescere la loro consapevolezza su un’emergenza che non è una questione privata, come siamo abituati a pensare tutto ciò che riguarda la sfera dell’abitare, ma una questione pubblica, della polis, che necessita di interventi decisi ed orientati al futuro, di investimenti, di solidarietà, di gratuità, di ripensamenti e di messa in discussione del presente tenendo, però, stretto il significato profondo della casa: luogo della vita, luogo delle emozioni, luogo della dignità».


I PRINCIPALI DATI DEL DOSSIER
Persone accolte: 1.599 (-3,9%), ennesimo calo dopo quello dello scorso anno, ricordiamo che dal 2019 il centro dello Spaccio della Solidarietà della Misericordia di Pistoia non è più attivo, sebbene la quasi totalità delle persone in carico sia comunque passata per altri dei nostri centri (Centro d’ascolto diocesano, Centro Mimmo, Mensa, Emporio) sicuramente questa chiusura ha inciso sul numero delle persone e dei contatti.
I cali più significativi riguardano il Centro d’Ascolto di Quarrata (-40,5%), Mensa (-18,9%) e Centro Mimmo (-10,8%); inoltre con l’apertura della struttura dell’emporio alcune parrocchie che effettuavano distribuzione di alimenti hanno cessato a l’attività (Sant’Andrea, San Bartolomeo, Sant’Agostino, San Felice) e conseguentemente si è verificato anche un calo dei numeri (non tutti coloro che si usufruivano del pacco alimentare in quelle parrocchie hanno poi deciso di accedere all’emporio).
Il centro che ha i numeri più alti (Centro d’ascolto diocesano) registra quest’anno un aumento delle presenze del 18,9% ed addirittura un aumento del 34,8% rispetto al 2015.
Numero contatti:11.232 (-12,3%), forte calo rispetto al 2018, qui incide molto di più la mancanza delle registrazioni dei centri che non contribuiscono più alla raccolta dati perché hanno cessato le attività di distribuzione (Spaccio e le parrocchie sopra citate). La media dei contatti resta comunque alta, 7,0 a persona, quindi più di una al mese, media che è ancora più alta per gli stranieri (7,5) e per le donne (7,8).
Il 48,9% delle persone si è rivolta ai nostri centri 6 o più volte nel corso del primo semestre. In generale le donne si presentano più spesso e più frequentemente.
Residenza: la maggioranza è residente nel comune di Pistoia (57,2% la percentuale registrata più alta degli ultimi 5 anni), seguono coloro che sono senza residenza oppure hanno residenza in comuni al di fuori del territorio della Diocesi. Queste persone accedono principalmente alla Mensa don Siro Butelli, pertanto seppur si registri un calo nel numero delle persone accolte (come detto sopra) il carico di lavoro della mensa resta molto importante. Tra gli altri comuni della diocesi non si registrano particolari variazioni, segnaliamo solo il netto calo delle presenze tra i residenti del comune di Quarrata (3,1% del totale delle persone accolte) e l’aumento sui comuni di Serravalle Pistoiese (4,6%) e Montemurlo (5,0%). genere: maschi 43,2%; femmine 56,8%. Tra gli italiani per la prima volta la presenza nei nostri centri degli uomini è maggioritaria (51,4%), tra gli stranieri sono sempre nettamente più presenti le donne (63,7%).
L’età media generale è di 47,0 anni, come registrato gli altri anni gli stranieri sono mediamente molto più giovani degli italiani, tuttavia se l’età media degli stranieri continua ad alzarsi di anno in anno (41,2 anni dato più alto mai registrato nella nostra Diocesi), per gli italiani cala leggermente per la prima volta dopo molti anni (53,9 anni). Allo stesso modo le donne sono mediamente più giovani (44,7 anni) degli uomini (50,1 anni).
Tipo di convivenza: la maggior parte delle persone vive in nucleo familiare (71,6% percentuale costante negli anni), quest’anno aumentano invece le persone che vivono in nucleo non familiare (7,8%) a discapito di coloro che vivono soli (20,6%). La maggioranza degli stranieri (80,0%) così come la maggioranza delle donne (85,8%) vive in nucleo familiare, mentre tra coloro che vivono soli è consistente la presenza degli italiani (il 32,5% degli italiani) e degli uomini (35,2%). La maggior parte delle persone risulta coniugata (53,0%) soprattutto tra gli stranieri (il 71,4% di questi ultimi), il 25,6% risulta celibe o nubile, il 16,3% divorziati o separati ed il 5,1% vedovi (quasi totalmente di cittadinanza italiana).
Tipo di abitazione: la maggioranza vive in casa in affitto (50,4%) segue chi è assegnatario di un alloggio di edilizia residenziale popolare (14,9%), chi possiede una propria abitazione (8,5%) e chi vive presso amici o familiari (7,7%). Resta percentualmente rilevante anche la presenza di coloro che vivono in alloggi di fortuna o che risultano senza alloggio (14,6%).
Condizione professionale: i disoccupati risultano il 61,0% delle persone accolte, gli occupati sono solo il’11,1%, ma si consideri che il 12,3% delle persone accolte dichiara di essere casalinga e di non aver mai lavorato (e quindi inoccupata), scende invece la percentuale delle persone pensionate (6,9%). problematiche: la maggior parte delle problematiche è relativa alla povertà economica (51,9%), seguono le problematiche lavorative (16,6%), familiari (12,1%) e abitative (7,7%).
Di seguito riportiamo brevemente per ognuna delle 4 categorie sopracitate le principali variazioni percentuali considerando non la marco-categoria ma le singole problematiche specifiche. Le percentuali fanno riferimento al totale delle problematiche per macro-categoria.
problematiche economiche: in netto aumento dal 2016 la categoria nessun reddito/povertà estrema (13,6% delle problematiche economiche), seguono al 3,5% le problematiche relative all’indebitamento.
La stragrande maggioranza delle problematiche economiche sono relative alla mancanza di un reddito sufficiente per il sostentamento proprio e della propria famiglia (77,1%)
problematiche lavorative: la problematica di maggior incidenza è ovviamente la disoccupazione (54,2%), restano percentualmente rilevanti la problematica relativa al lavoro nero (16,5%) e al numero insufficiente di ore di lavorative (18,4%); è invece importante segnalare come si sia cominciato a rilevare con più precisione la problematica dell’inoccupazione (introdotta nel nostro sistema di rilevazione solo nel 2017), che nel primo semestre 2019 si attesta al 9,1% del totale delle problematiche lavorative.
problematiche familiari: le problematiche familiari sono le più variegate, principalmente uno dei problemi maggiori è la disoccupazione del congiunto o di uno degli altri familiari (52,8%). Segnaliamo però come rilevanti: malattia del congiunto o altro familiare (10,4%); genitore solo con figli a carico (8,4%); divorzio/ separazione (7,7%); disabilità del congiunto o altro familiare (7,0%); conflittualità con parenti (5,8%).
problematiche abitative: da segnalare il netto aumento della problematica di chi possiede un’abitazione precaria e/o inadeguata (27,0%) ed addirittura della mancanza effettiva di una casa (21,5%). Seguono poi le problematiche relative al mantenimento delle spese per il mantenimento dell’abitazione (18,2%) e per procedure di sfratto (9,1%).
richieste: possiamo dividere le richieste in 3 categorie principali: beni e servizi materiali (71,2%), sussidi economici (24,6%)e altre richieste (4,2%). Rispetto ai beni materiali la maggior parte delle richieste riguardano viveri (64,0%) e vestiario (13,3%), quest’anno con l’apertura della struttura dell’emporio abbiamo quindi cominciato a registrare anche le richieste per accedere a quest’ultimo (7,1%). Le richieste per il servizio mensa si attestano sull’8,3% del totale delle richieste per beni e servizi materiali. I sussidi economici riguardano principalmente il pagamento di bollette per utenze domestiche (73,4%), seguono l’acquisto di buoni spesa (16,9%), pertanto riconducibili sempre a beni materiali. Tra le altre richieste segnaliamo principalmente quelle per consulenza ed assistenza legale, per pronta accoglienza (principalmente presso il dormitorio gestito dalla Caritas diocesana di Pistoia, Hospitium Mansueto Bianchi) ed istruzione (doposcuola e corso di italiano per adulti dell’associazione San Martino de Porres).



Fonte: Diocesi di Pistoia
 
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