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PESCIA
Crisantemi: prezzi e domanda vanno bene, ma il settore floricolo è a rischio

26/10/2021 - 15:36

A pochi giorni dal 2 novembre le attività di preparazione per raccolta e spedizione del crisantemo, fiore simbolo della commemorazione dei defunti, è in pieno svolgimento nel polo floricolo di Pescia.


La commemorazione dei defunti rappresenta per i produttori almeno il 20% del volume d’affari annuo. "È un’annata particolare per i crisantemi, spiega Coldiretti Pistoia, nel 2021 la domanda e i prezzi di vendita danno segnali molto positivi. I prezzi all’ingrosso sono in crescita a doppia cifra: anche del 25% rispetto allo scorso anno, e chi ha prodotto, vista la qualità riconosciuta al prodotto pesciatino, sta vendendo tutto – spiega Coldiretti Pistoia -. Elementi positivi a cui fa da contrappeso l’aumento dei costi di approvvigionamento dei fattori produttivi, a monte e a valle della produzione in serra: dalle talee, ai trasporti, dai costi energetici a quelli del confezionamento”.
 
Un mercato volatile quello dei fiori a Pescia, che ancora risente della crollo della primavera 2020, quando il lock down bloccò tutte le attività, con conseguente invio al macero delle produzioni.


Un evento che ha comportato incertezza ulteriore, in un settore a forte deperibilità del prodotto. Così le piccole attività hanno spesso rinunciato a produrre, assecondando la tendenza già in corso della riduzione delle attività.
 
Conferme a questo andamento arrivano dalle stime del Mefit (Mercato dei fiori di Pescia), elaborati da Coldiretti. Il volume d’affari nel periodo della commemorazione dei defunti della produzione italiana del mercato dei fiori di Pescia è di 7/8 milioni di euro, ritornando ai livelli del 2019, con meno produzione ma prezzi più sostenuti. . Da inizio anno sono transitati dal Mefit, 70milioni di steli di fiori e 550mila chili di verde ornamentale (come l’agrifoglio).


“Ora, con la crescita dei costi delle materie prime, in particolare di gas e gasolio, per dare futuro alle nostre aziende floricole è indispensabile – spiega Coldiretti - favorire investimenti in nuove serre riscaldate attraverso fonti di energie rinnovabili e più economiche: efficienti e sostenibili”.

 

Sullo stesso tema interviene anche la Cia.

 

A una settimana dalla commemorazione dei defunti sono già andate esaurite le produzioni toscane di fiori recisi e in vaso. Una produzione che, rispetto al periodo pre-Covid, ha subito una flessione del 20 per cento, considerando le aziende florovivaistiche che hanno cessato l’attività e la minore produzione dovuta ai timori ed incertezze di mercato, visto che le semine si sono svolte nel mese di giugno. Sono diminuite (-10%) anche le importazioni, sempre per le incertezze legate al momento Covid, ma anche per i costi di produzione di trasporti dovuti al caro-gasolio. Crescono i prezzi dei fiori recisi (+15%) – su tutti i crisantemi a mazzo -, stabili i fiori in vaso. E’ questa in sintesi l’analisi della Cia Agricoltori Italiani Toscana Centro, alla vigilia del 2 Novembre, uno dei periodi più importanti per il mercato floricolo toscano. La Cia Toscana Centro nella zona di Pescia conta circa 130 aziende agricole impegnate nella produzione dei fiori, che conferiscono al Mercato dei fiori della Toscana (Mefit) di Pescia. Il mercato di riferimento per i crisantemi pesciatini è perlopiù quello locale toscano e di alcune regioni del Nord Italia, quasi assente l’export.

 

“Così come in estate, grazie alla ripartenza delle cerimonie, come matrimoni o battesimi – sottolinea il presidente di Cia Toscana Centro Sandro Orlandini – anche in autunno, periodo decisivo per tante nostre aziende che conferiscono al Mercato dei fiori di Pescia o che fanno vendita diretta, il momento è decisamente positivo. L’offerta è, in questo momento, però minore della domanda, anche a causa dei maggiori costi di produzione che le aziende sono costrette a sostenere, in primis l’aumento del prezzo del gasolio”.

 

I prezzi al produttore sono in aumento: la crisantemina, ad esempio, costava 10 euro a pacco (nel pre-Covid) ora 12 euro, la gipsofila costava 12 euro al kg (2019) adesso 17 euro (2021). I fiori prodotti in Toscana sono quindi già terminati, da due settimane circa sono stati distribuiti ai commercianti. Mediamente stabili i prezzi dei fiori in vaso, in particolare per i vasi di piccole dimensioni non ci sono stati aumenti.

 

“Mercato in salute – aggiunge Francesco Bini, di Cia Toscana Centro - ma che è alla ricerca di un ricambio generazionale. Il settore deve rinnovarsi in persone, ma anche in strutture e tecnologie, perché il lavoro e le prospettive ci sono, senza dubbio, anche per una maggiore attenzione al verde della popolazione aumentata con il periodo Covid”.

 

In Toscana si coltivano fiori e piante in 6.500 ettari di superficie (lo 0,90% della Sau regionale), ma il settore vale un terzo del fatturato (900 milioni di euro) dell’agricoltura toscana. Con oltre 3.300 imprese florovivaistiche (di cui 2.060 vivaistiche e 1.900 floricole, molte lo sono entrambi), con una grande incidenza su occupazione ed economia indotta, oltre ad una forte vocazione, in tempi normali, all’export.

 
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