Lo sport ha fascino. E’ confortante e stimolante in qualsiasi momento della giornata proiettare mente (e corpo) verso la disciplina sportiva che in quel momento è più gradita.

Quel set sudato e voluto che ci ha portato a vincere un match di tennis, quelle dieci vasche in più che hanno significato un nuovo traguardo nel nuoto, quella montagna che ci ha visto ospiti temerari della sua vetta in una impegnativa domenica di tekking e tutte le altre discipline che chiedono e danno molto.

Amare lo sport (meglio se praticato e poco parlato) significa amare se stessi ed avere a cuore la propria salute, siamo portati ad azionare meccanismi positivi ed a contagiare tutti intorno a noi.

Il passo avanti? Riconoscere ed ammettere che ogni singola attività non è sufficiente a completare uno stimolante investimento in wellness.

Il vero e unico pezzo mancante può essere un’ attività di fitness che si completi a misura su noi stessi.

Curare il tono muscolare ricordando ad ogni singolo distretto muscolare la sua utilità e la necessità di funzionare sempre al meglio, un’ efficiente mobilità articolare che ci preservi da fastidiose ed invalidanti limitazioni nei movimenti, una flessibilità ed una elasticità tali da far invidia ad un bimbo, la cura costante del nostro sistema cardiovascolare con una mirata attività aerobica che limiti l’ esponenza a patologie gravi e pericolose. Fitness come complemento, come “accessorio” da non far mancare nella borsa di ogni sportivo dodici mesi l’ anno.

Esperienze che aumentano la percezione del proprio valore e ci fanno vivere nella “fatica” senza fatica alcuna.
 
Gabriele Giachi
Meeting Club Manager