Valdinievole OGGI La Voce di Pistoia
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VALDINIEVOLE IERI
di Emanuel Carfora
Infrastrutture e territorio: richieste di coesione dal passato

29/7/2012 - 16:38

A Pescia, in prossimità del fronte meridionale di piazza Mazzini, a terra sono ancora presenti pochi metri di binari, unica testimonianza di archeologia industriale – oltre le officine che oggi ospitano un supermercato – della linea tramviaria che attraversava la Valdinievole e le Sei miglia lucchesi. Questo innovativo mezzo di trasporto pubblico a trazione elettrica, inaugurato nel 1907, fu predisposto per collegare Monsummano a Lucca. Di conseguenza, nella percezione del tempo, anche tutti gli abitati toccati dal tragitto si avvicinavano l’uno all’altro: una rivoluzione senza precedenti per il trasporto locale. Le vetture, veloci ed economiche, erano più che adeguate per il continuo trasporto di merci e persone: dal punto di vista infrastrutturale questo servizio aveva rappresentato una risposta concreta alle esigenze dei milioni di cittadini che utilizzarono il tram a inizio ‘900. Erano gli anni nei quali la Valdinievole era compresa nella geografia amministrativa lucchese, pertanto vi era anche la necessità di collegare questo territorio al capoluogo. Dopo il 1928, con il passaggio alla provincia di Pistoia, la linea fu gradualmente smantellata senza interrogarsi in modo adeguato sull’importanza che aveva avuto fino a quel momento per il trasporto locale, al di là del capoluogo/capolinea provinciale.

Nel 1937 fu soppressa la tratta Monsummano-Pescia, vent’anni dopo anche quella Pescia-Lucca. Alla base di questa scelta ci fu la decisione di convertire su gomma il trasporto pubblico, escludendo la possibilità di far convivere queste due tipologie di servizio. Oggi, per raggiungere le molte località già servite dal tram, dobbiamo obbligatoriamente usare le automobili (sarebbe superfluo dilungarsi sulle odierne condizioni del traffico), oppure la ferrovia Maria Antonia, attiva dal 1859 per collegare Firenze a Lucca: tutt’oggi, nonostante la seria inadeguatezza infrastrutturale, dopo un secolo e mezzo le carrozze dei treni ancora si muovono su binario unico. Secondo Wikipedia, enciclopedia libera(mente non aggiornata), già dal 2012 avrebbero dovuto essere conclusi i lavori per il raddoppio della linea (http://it.wikipedia.org/wiki/Ferrovia_Maria_Antonia). Dunque, rimangono attualissimi i problemi legati alle decisioni del secolo scorso, come, in egual misura, le decisioni non prese nel passato recente. In questa riflessione deve essere assolutamente inserita la funicolare di Montecatini Terme. Attivata nel 1898, rappresenta un esempio virtuoso di (ri)utilizzo degli impianti storici come volano della promozione turistica di un territorio fin troppo diviso su temi fondamentali, fra i quali, per l’appunto, le prospettive sulle linee di indirizzo relative alle infrastrutture critiche (energia, sanità, trasporti ecc.).

Forse, anche interrogandosi sugli errori commessi in passato, i futuri indirizzi della politica territoriale dovranno essere sempre di più condivisi dalle numerose amministrazioni locali presenti sul territorio.

In particolare, visti i cambiamenti che si preannunciano sull’assetto amministrativo provinciale, servirà maggior coesione in merito ai temi più generali, come ad esempio i servizi primari e le politiche culturali e turistiche. Montalbano, Padule di Fucecchio e termalismo: questo asse per la promozione turistica potrebbe diventare fondamentale per la coesione del territorio, a prescindere se poi rientrerà nella provincia di Lucca, Pistoia o Firenze. Come successo nel caso della tramvia, il rischio è quello di prendere decisioni non dettate dalle reali esigenze dei cittadini e del territorio in cui vivono.

E poi, come già annotava il poeta Giuseppe Giusti ai tempi del Ducato di Lucca e del Granducato di Toscana (1841), le popolazioni al confine fra i due stati – nelle zone di Boveglio, Medicina, Serra, Aramo, Sorana ecc. – dal punto di vista antropologico non erano molto diverse fra loro:

 

I Toscani, per dire il vero, hanno aspetto migliore; del rimanente, se togli la solita diversità di cantilene e un’ e più larga o più stretta, si somigliano in tutto.


Rimane da capire o scoprire se oggi è ancora così.

 

 


 

 

La rubrica mensile VALDINIEVOLE IERI, curata da Emanuel Carfora, è destinata ai numerosi lettori del quotidiano on-line VALDINIEVOLE OGGI. Attraverso articoli che spazieranno in varie discipline – dalla storia all’arte, dalla letteratura all’archeologia, con il contributo di altri autori – la rubrica cercherà di avvicinarei lettori ad argomenti che saranno sempre di grande attualità.

 

NOTA BIOGRAFICA

Emanuel Carfora è socio della Cooperativa Giodò e si occupa principalmente di didattica museale per la storia, la letteratura e l’arte. Laureando in Storia presso la facoltà di Lettere e di Filosofia di Firenze, le sue attività di studio e di ricercasi sono concentrate soprattutto sul territorio della Valdinievole, intervenendo a giornate di studio e convegni nazionali.

Da diversi anni collabora in modo assiduo con il Museo della Città e del Territorio di Monsummano Terme e partecipa alle attività dell’Associazione culturale Amicidi Casa Giusti. 

 

Apparato iconografico

Le cartoline postali della galleria fotografica fanno parte dell’Archivio digitale di cartoline d’epoca del Museo della Città e del Territorio di Monsummano Terme, consultabile on-line sul sito: http://cartoline.museoterritorio.it/

 

Molte di queste immagini sono anche presenti in G. C. Romby (a cura di),Valdinievole in posa. La Valdinevole nelle cartoline postali della prima metà del Novecento, Pistoia, Settegiorni, 2008; E. Carfora (a cura di), In tram da Monsummano a Lucca, collana T.R.A.M.E., n° 2, Museo della Città e del Territorio,2008. 

 

Immagine 1: Il tram attraversa il mercato di Monsummano.

Immagine 2: Il tram a Buggiano

Immagine 3: Il tram a Pescia

Immagine 4: Il tram a Ponte all'Abate

Immagine 5: Pescia, Stazione Ferroviaria

Immagine 6: Bagni di Montecatini, Piazza stazione ferroviaria

Immagine 7: Pescia, in basso i binari del tram

 
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11/8/2012 - 16:58

AUTORE:
Valdinievolino

Rispondo al Sig.Parlanti che le mie considerazioni non sono per niente polemiche ,sono frutto della realtà delle cose che ho semplicemente esposto in maniera non offensiva per nessuno.
Ho scritto che oggi la Valdinievole .come è successo nel resto d'Italia,ha subito cambiamenti radicali di persone che da sempre avevano abitato in questa zona.
Le cifre sono sotto gli occhi di tutti non sono mie fantasie se Monsummano Terme ,per dirne una,ha raddoppiato il numero dei suoi residenti e si piazza,come numero, al primo posto in Valdinievole.
Quindi scrivere la verità non significa essere di turno per fare polemiche ,in quanto con questi presupposti, l'identità univoca della valle, è di difficile realizzazione.

8/8/2012 - 7:50

AUTORE:
MASSIMO PARLANTI

COMPLIOMENTI PER IL BELL'ARTICOLO E LA RISPOSTA AL "POLEMICO" (CI DEVE ESSERE SEMPRE) DI TURNO.

1/8/2012 - 19:03

AUTORE:
Emanuel Carfora

Gentile lettore, prima di tutto vorrei ringraziarla per aver dedicato del tempo e delle attenzioni alla Rubrica e, soprattutto, aver deciso di condividere la sua opinione.
Il tema da lei sottolineato è molto interessante, le consiglio di leggere (o rileggere) anche il primo articolo di questa Rubrica, dove, solo sfiorando l'argomento, avevo cercato di evidenziare problemi, contraddizioni e prospettive sull'identità culturale - nel senso più ampio del termine - e storica della Valdinievole. In quella occasione, ho creduto di insistere proprio sul fatto che oggi dobbiamo prestare moltissima attenzione alla nostra memoria, proprio per essere pronti a dialogare con il passato e con il futuro, forti di una precisa identità culturale.
Mi consenta, però, di dissentire sul fatto che ho cercato di 'dipingere' i toscani e i non 'toscani': per quanto mi riguarda, non sono abituato a pensare in questi termini. Infatti ho deciso di inserire la citazione di Giusti proprio perché ritengo un po' deboli le argomentazioni di chi ritiene, ad esempio, che la Valdinievole - di ieri e di oggi - sia in termini assoluti lucchese, o non lucchese. Non vogliamo mica tornare ai tempi delle divisioni fra Ducato di Lucca e Graducato di Toscana?

Volendo tornare al problema specifico da lei posto, ovvero il significato di essere toscani (di nascita e/o di origine), non posso far a meno di ricorrere alla mia esperienza personale. La mia famiglia proviene dalla Campania, il mio cognome lo dimostra ampiamente! Tuttavia, ho avuto il privilegio di crescere professionalmente nelle sale del Museo della Città e del Territorio, una vera officina culturale dove il percorso museale è concepito come "specchio della popolazione e della sua storia". Ovvero anche la popolazione di oggi, composta chiaramente da immigrati. Fra i vari obiettivi del museo, fin dal 1998, troviamo anche la volontà di far integrare i cittadini che sono arrivati da lontano con quelli del luogo. Questo per condividere il riflesso della storia e dello spirito dei luoghi: per definizione sempre in mutamento, ma con dei tratti peculiari indelebili. Il nuovo obiettivo sarà quello di far integrare anche coloro che sono arrivati e arriveranno da altri paesi europei e non.
A mio avviso, per concludere, ritengo che il 'toscano di oggi' in realtà sia il risultato di numerosi processi di contaminazione antropologica tra le diverse popolazioni che hanno vissuto in questo territorio nel passato.
A ognuno di noi, proprio come insegna l'artista Marino Marini - che si definiva un 'etrusco' - la libertà di ritrovare le proprie origini (anche ideali).

Grazie
Emanuel Carfora

30/7/2012 - 17:13

AUTORE:
Valdinievolino

Caro Dott.Carfora,lei ha fatto un'analisi storica perfetta della valle degli ultimi cento anni,ma vorrei fare un mio commento circa i toscani di oggi in Valdinievole.
Guardi Dott.che di toscani, come lei li dipinge ,ne sono rimasti molto pochi,se lo spiega perchè l'unica provincia campana ,Benevento ,non ha i parametri richiesti per essere ancora provincia per scarsità di abitanti,questo è un'esempio niente contro il movimento libero dei cittadini in Italia.Montecatini e Monsummano ,in particolare,hanno beneficiato di questi flussi migratori ,peraltro utili alla loro crescita economica e sociale.
Come "bagnaioli"ce ne sono sempre di meno mentre crescono gli extra nazionali come romeni,albanesi,ucraini e del Magreb ed aggiunga lei chi altri.Con questo andamento come si fa a dire chi è il toscano di oggi,si esiste come residenza ,ma non come radici,come affetto,come cittadino che da generazioni ha vissuto in questo territorio.
I Toscani non sono migliori di altri ma è gente degna di stima e lavoratori,sempre che il lavoro non manchi come oggi.
La saluto.