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VALDINIEVOLE IERI
di Emanuel Carfora
"A come archeologia… A come appartenenza"
di Filomena Cafaro

31/10/2012 - 16:03

Con la recente esposizione dei reperti rinvenuti durante le indagini archeologiche effettuate in via dei Gobbi a Monsummano Terme (2007-2010), il Museo della Città e del Territorio si conferma come felice realtà in materia di tutela e valorizzazione del patrimonio archeologico della Valdinievole.

Un importante studio e relativa esposizione (fino al 4 novembre 2012) che ha messo in evidenza la presenza di un sepolcreto, un piccolo insediamento e una via glareata in località Grotta Parlanti (secc. VII-XII). Una mostra che si affianca ai numerosi allestimenti legati al circuito Le Notti dell’Archeologia della Regione Toscana, esperienze nelle quali sono stati esposti numerosissimi reperti etruschi e romani provenienti dal Museo Nazionale Archeologico di Firenze (2006-2012).

Attraverso il sito http://www.provincia.pistoia.it/museievaldinievole/home.htm  possiamo accedere on-line ai percorsi tematici relativi all’archeologia di questo territorio, dove troviamo anche il Museo Civico di Larciano e il Museo Civico di Scienze Naturali e Archeologia della Valdinievole di Pescia.

Il primo attualmentenon è visitabile a causa di lavori di ristrutturazione, mentre il secondo è chiuso al pubblico da molti anni – forse troppi? – nonostante le proposte di riapertura arrivate da soggetti diversi.

Anche a Monsummano Alto, nei pressi del sito archeologico medievale, troviamo problemi di tutela, dato che i resti di un’abitazione medievale fanno da quinta scenografica ad un deposito di tavoli e sedie di plastica tristemente verdi.

Dunque l’attualità ci porta ad interessarci di temi forse poco conosciuti dai cittadini, nella speranza di stimolare una riflessione sul nostro patrimonio culturale: lo facciamo attraverso la collaborazione della dott.ssa Filomena Cafaro, curatrice dei contenuti della rubrica di questo mese.

 

Emanuel Carfora

 

Per comprendere in maniera immediata la ricchezza del patrimonio archeologico della Valdinievole basta consultare la Carta Archeologica della Provincia di Pistoia, edita nel 2010 e nata da un progetto congiunto della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana e dell’Assessorato alla Cultura della Provincia di Pistoia, realizzata in collaborazione con l’Istituto Geografico Militare e con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia.

Si tratta di una preziosissima opera che sintetizza, in una sorta di censimento, lo stato attuale delle conoscenze in campo archeologico dalla preistoria all’età antica.

È quindi sufficiente osservare la mappatura dei ritrovamenti archeologici sulle carte IGM, per realizzare l’elevata densità di presenze sul territorio della Valdinievole, tanto che a una parte del Comune di Pieve a Nievole è stato appositamente dedicato un ingrandimento.

Senza tenere di conto di quello che risulterà esprimere il territorio per quanto riguarda l’età medievale, non inclusa nella pubblicazione, ma di cui si tratterà in futuro.

Un futuro che speriamo non sia troppo lontano, poiché la conoscenza e la consapevolezza sono veicolo di tutela.

La carta è destinata non solo a studiosi, specialisti e operatori culturali, ma deve rappresentare uno strumento nelle mani degli amministratori, affinché questi sappiano operare delle scelte programmatiche in materia di pianificazione urbanistica: questa consapevolezza è il punto di partenza per la tutela e la valorizzazione dell’identità storica del territorio.

Un concetto ribadito a più riprese nelle pagine che presentano la pubblicazione.

Così la Soprintedente Fulvia Lo Schiavo riflette sul ruolo storico dell’Istituto Geografico Militare, ente cartografico dello Stato: “conoscere significa affermare il possesso e di conseguenza attuare una strategia per il controllo e la difesa”.

Un punto su cui riflettere è questo: il possesso.

Quanto i cittadini percepiscono questo patrimonio come proprio? Quanto le istituzioni percepiscono questo patrimonio come risorsa?

Tutela, valorizzazione, fruizione: questi i doveri a cui la conoscenza ci chiama. Ma fino a che livello riesce il territorio della Valdinievole ad adempiere a questi compiti?

Un museo può tutelare i reperti ma, se resta chiuso o non si offrono dei servizi specifici alla persona, come si potranno garantire valorizzazione e fruizione? Solo consentendo l’accesso al pubblico, dedicando ai bambini esperienze dirette attraverso laboratori didattici, organizzando visite o trekking urbani, diffondendo pubblicazioni, solo allora il patrimonio sarà conosciuto e percepito come proprio dai cittadini.

Senza considerare che può succedere che non siano garantiti nemmeno i livelli basilari di tutela: a seconda delle condizioni in cui sono depositati i reperti, questi possono andare incontro ad un deperimento peggiore a quello che avrebbero subito restando sotto terra; così oggetti che ci hanno raggiunti quasi intatti attraverso i secoli, si sgretolano in pochi anni di cattiva conservazione nell’attesa di trovare una collocazione.

L’immagine di un reperto archeologico che si sgretola fa percepire la perdita di un patrimonio materiale e di conseguenza di una ricchezza intangibile quale la conoscenza dell’identità dei luoghi.

Come sperare, con queste premesse, in effetti positivi sul versante sociale ed economico? Si smaterializzerebbe così una grande opportunità, considerando che il nostro patrimonio è ammirato dal mondo intero.

 

Filomena Cafaro

 


 

 

La rubrica mensile VALDINIEVOLE IERI, curata da Emanuel Carfora, è destinata ai numerosi lettori del quotidiano on-line VALDINIEVOLE OGGI. Attraverso articoli che spazieranno in varie discipline – dalla storia all’arte, dalla letteratura all’archeologia, con il contributo di altri autori – la rubrica cercherà di avvicinarei lettori ad argomenti che saranno sempre di grande attualità.

 

NOTE BIOGRAFICHE

 

Emanuel Carfora è socio della Cooperativa Giodò e si occupa principalmente dididattica museale per la storia, la letteratura e l’arte. Laureando in Storia presso la facoltà di Lettere e di Filosofia di Firenze, le sue attività di studio e di ricerca si sono concentrate soprattutto sul territorio della Valdinievole, intervenendo a giornate di studio e convegni nazionali. Da diversi anni collabora in modo assiduo con il Museo della Città e del Territorio di Monsummano Terme e partecipa alle attività dell’Associazione culturale Amici di Casa Giusti.

 

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Filomena Cafaro si è laureata in Storia e Tutela dei Beni Archeologici presso la facoltà di Lettere e Filosofia di Firenze. Ha partecipato a campagne di scavo nei siti di Gonfienti (Prato), L’Accesa (Grosseto), Vetulonia (Grosseto), Laonin tou Porakou (Cipro).

Attualmente si occupa di didattica museale per storia, arte e archeologia, collaborando con vari soggetti culturali della Provincia di Pistoia.

 

Apparato iconografico

1. La sezione del Museo della Città e del Territorio di Monsummano Terme dovesono esposti i reperti archeologici del recente scavo

.2-4. L’area archeologica di Monsummano Alto.

 
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