Se qualcuno aveva fatto i conti di arrivare al pareggio di bilancio delle Terme anche grazie all'investimento del gruppo San Raffaele a Montecatini, ora dovrà rifare i conti. L’interesse di Antonio Angelucci, imperatore delle cliniche private (nonché editore di “Libero” e, in passato del “Riformista”) per alcuni stabilimenti termali era emerso due anni fa, ma ora il deputato del Pdl si ritrova invischiato in una serie di guai giudiziari che probabilmente metteranno la parola fine sulla trattativa.

In un documento inviato tempo fa al sindaco e alla società Terme, si legge: «Fondamentale per il rilancio del “sistema di cura e benessere termale” è la realizzazione di un “polo ospedaliero riabilitativo”. Una struttura da 180 posti letto». Gli immobili individuati sono l’istituto di cura e la lavanderia. Ma attenzione, il San Raffaele «intende integrare i nuovi servizi ospedalieri con quelli territoriali già esistenti attraverso la gestione delle Terme Redi».

I milioni del San Raffaele che sarebbero confluiti nelle casse termali avrebbero probabilmente soddisfatto la richiesta del governatore Enrico Rossi di un equilibrio di bilancio societario entro il 2014. Ma la trattativa si è da tempo arenata, forse bloccata da qualcuno (la Regione stessa?) non convinto dell’operazione. Quel qualcuno che certo non poteva sapere degli ultimi sviluppi della vicenda giudiziaria che ha coinvolto Angelucci. Il deputato del Pdl è accusato dalla Procura di Roma di falso e truffa per aver percepito 20 milioni di euro dei fondi per l’editoria in modo illecito, per cui la Finanza gli ha sequestrato un pari importo in conti correnti e titoli.