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PESCIA
Pescia Democratica interviene sulla bocciatura del piano di riequilibrio

2/12/2013 - 15:54

Pescia Democratica interviene sulla bocciatura del piano di riequilibrio:

 

"Come avevamo purtroppo preventivato già dall’inizio della legislatura siamo arrivati   al  redde rationem con il problema dei conti in Comune; a questo punto ci pare inutile e sterile anche la polemica sulla genesi di questa situazione  con relativo rimpallo di responsabilità, anche se crediamo di avere più titoli di altri nel rivendicare le nostre posizioni, dal momento che Pescia Democratica è nata dopo che i suoi fondatori furono espulsi nel 2009 dal partito Democratico  proprio  perché avevano votato contro il bilancio di previsione 2009 della giunta Abenante, sollevando tutta una serie di eccezioni  sulla veridicità di una serie di residui attivi e passivi   e sulle eccessive previsioni  di competenza nella parte delle entrate di bilancio  che abbiamo in seguito sostenuto nel tempo fino a trovare fondamento definitivo con l’epilogo disastroso di questi giorni (andare a rileggersi i verbali dei consigli dal 2009 ad oggi per trovare la conferma a ciò che sosteniamo) .       
Ma il fatto che una parte dei problemi attuali trovino origine nel quinquennio 2004/2009, non solleva questa amministrazione dalle sue enormi responsabilità per non essere riuscita a dare da subito una soluzione al problema sottovalutandolo, ma anzi    avendolo peggiorato con una serie di scelte sbagliate a cominciare da una politica di reclutamento di personale assurda  che ha penalizzato la struttura esistente andando a cercare all’esterno risorse eccessivamente onerose.
A dimostrazione di ciò che affermiamo, ricordiamo che se è vero, come dice il vice –sindaco,  che alcuni dell’allora maggioranza di centrosinistra hanno sempre votato i bilanci in modo acritico fino al 2009, è altrettanto vero che il centrodestra appena insediato ha votato proprio  nel 2009  con l’astensione di alcuni consiglieri  della minoranza (ricordiamo che l’astensione da un punto di vista delle responsabilità oggettive giuridico-amministrative equivale a un voto favorevole)   e il voto contrario di Pescia Democratica e Rifondazione   quel bilancio di previsione che il consiglio comunale non aveva  approvato alla giunta Abenante pochi mesi prima,  dimostrando così subito  la più assoluta volontà di continuità con l’amministrazione precedente.
Detto ciò, per il bene della collettività non ci auguriamo certo, come sentiamo annunciare trionfante e compiaciuto  a qualcuno,  lo spettro del dissesto e confidiamo  che ci siano ancora i margini per ripresentare un piano di    riequilibrio dei conti accettabile dagli organismi preposti  facendo luce su quella serie di contestazioni  che la Corte dei Conti ha avanzato  e che  saranno formalizzate nei prossimi giorni.
Ricordiamo che l’istituto del  dissesto finanziario di un Comune come previsto dal T.U . degli Enti Locali avrebbe ripercussioni nefaste per la città in termine di aumento dell’imposizione fiscale locale(add. Irpef, imu), aumento dei servizi a domanda individuale (mense, trasposto scolastico), blocco degli investimenti pubblici e non ultimo penalizzazione del personale dell’ente.
Il centrodestra ha grandissime responsabilità  su quanto accaduto, ma noi pensiamo al futuro e al bene della città e confidiamo ancora che ci siano i margini per evitare la catastrofe; in questo senso vorremmo che al più presto l’amministrazione comunale  mettesse al corrente  l’opposizione, il consiglio comunale e i cittadini venissero sulle  motivazioni ufficiali  con cui la Corte dei Conti ha respinto il piano, sul  lavoro della Task Force istituita in Comune per  predisporre  il ricorso da presentare a Roma  e sugli degli stessi contenuti del ricorso in modo da poter condividere con il massimo senso di responsabilità  questi passaggi così critici e fondamentali per il futuro della città e aiutare a trovare una soluzione praticabile che eviti il dissesto finanziario".                   
 
Pescia Democratica
(Giovanna Papini)

Fonte: Comunicato Stampa
 
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3/12/2013 - 9:36

AUTORE:
Giuliano

Andrea,

in linea di massiama dici anche cose giuste; però se leggi l'articolo sopra non dice che non deve venire il commissario, afferma che non bisogna arrivare al dissesto finanziario così come previsto dal testo unico degli enti locali. Potrebbe anche venire il commissario ad acta, nominato dalla prefettura, dopo che la sezione romana della corte dei conti eventualmente bocciasse il ricorso promosso dall'amministrazione; però non è automatico che dichiari il dissesto finanziario: può limitarsi a fare pulizia e ripresentare un piano di riequlibrio dei conti e un piano di rientro dal deficit secondo altri criteri che la corte dei conti può ritenere accettabili.

2/12/2013 - 16:37

AUTORE:
Andrea Mostardini

Io penso che l'arrivo di un Commissario sarebbe la miglior cosa per il bene della Città e per il Bene Comune ne sintetizzo alcuni aspetti .
Le tasse non aumenterebbero sono già a livelli insopportabili .
Chi vince le prossime elezioni non può Governare con un deficit così alto da gestire .
Si continua a svendere il Bene Comune per far cassa , anziché reinvestire per cambiare la rotta .
Sarebbero ineleggibili tutti coloro che hanno creato il dissesto .
Ci potremmo costituire come Unità' di Cittadini ( class action) , come parte lesa nei confronti degli Amministratori e andare a ricercare responsabilità penali e civili con l'aiuto naturalmente del Commissario , per farsi ridare i soldi spesi in maniera maldestra .
Anche in natura del resto , quando una pianta si ammala e' meglio procedere ad una robusta potatura per farla rinvigorire e sanarla dalle malattie , procedere al taglio dei rami secchi e gettarli nel fuoco mi sembra la soluzione più giusta .
Andrea Mostardini