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Rispondo al lettore che ha pubblicato il suo punto di vista in merito al camioncino dei panini . Io penso che volevano semplicemente dare un servizio alle persone che uscendo dalla discoteca possono avere .....
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PESCIA
Floricoltori stretti tra chi paga poco (la grande distribuzione) e chi non paga affatto (l'80% dei clienti)

26/2/2014 - 8:55

Marco Carmazzi, presidente del distretto floricolo interprovinciale Lucca Pistoia, parla della difficoltà, per i floricoltori, a ottenere quanto dovuto per il loro lavoro. Il problema adesso è infatti incassare. Sulla parte dei pagamenti gli operatori si trovano con due tipi di situazione: da una parte quella in cui riscuotono di sicuro (la grande distribuzione), ma non guadagnano, dall’altra quella dove potrebbero guadagnare qualcosa, anche se poco, ma, invece, non riscuotono. Cosa vuol dire? Che te dai un prodotto, ma non ti verrà mai pagato. Denunciare il cliente in questo caso è praticamente inutile, andare per avvocati richiede tempi biblici. E adesso si toccano percentuali dell’80% della clientela. Il motivo è sempre lo stesso. Dicono “c’è la crisi, non posso pagare”. Le soluzioni? Diminuire l’offerta per alzare la domanda, e “fare squadra” contro i farabutti, accettando dilazioni di pagamento solo per i clienti di cui si ha fiducia e pretendere il pagamento in contanti per gli altri. E, non ultimo, uno snellimento burocratico in ogni campo, compreso quello dei tempi della giustizia.

Fonte: Il Tirreno
 
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26/2/2014 - 19:19

AUTORE:
roberto

Al tempo che lavorava la ditta C'ERANO LE VACCHE GRASSE. Tutti si sono costruite case da nababbi coi compensi provenuti dai lauti compensi delle loro produzioni floricole, anche se il loro lavoro non aveva orario. Gia' a quel tempo si notavano problematiche inerenti alle qualita' del prodotto, si prendevano fiori dai produttori napoletani, poiche' meno costosi e piu' competitivi per qualita', non pensando poi a quelli di S Remo e a quelli dell'Olanda. Oggi le cose sono ulteriormente peggiorate, poiche' i produttori non si sono specializzati e ammodernizzati, in modo da fare prodotti sempre piu' competititi. E' chiaro che a tutto questo scenario, si aggiunge l'incertezza economica di chi spende, pensando piu' al pomodoro, come giustamente mensionato nel post precedente, che al fiore, prodotto oramai superfluo, per chi vive allo stento, giorno per giorno. roberto michelotti

26/2/2014 - 11:06

AUTORE:
Marc

Buongiorno.
E non in senso letterario...

La grande distribuzione ha tutto l'interesse a pagar poco.
Partiamo un pò indietro con il tempo...
Soltanto nel settore alimentare e floricolo si poteva "inventare" un'asta al ribasso. Ed ovviamente sono i settori che ne risentono maggiormente della crisi.
Ma tutto ciò è bello al momento della presentazione ai mass-media...ma poi all'atto pratico non ha mai funzionato. Nonostante la molta pubblicità, appunto, dei mass-media.
Pensate se l'asta avesse un normale svolgimento: i grossisti dovrebbero pagare prezzi più alti e aver guadagni più risicati.
Quindi si adotta la "contrattazione all'araba"...bella se saputa fare.
E ce ne son pochi che ne son "custodi" e utilizzatori. Era una buona pratica...e permetteva anche di avere un minimo di guadagno...ma poi, grazie all'avvento di grossisti "importanti", di "tecnici" del settore hanno sbaragliato tutto...e meno concorrenti c'erano e più guadagnavano...e guadagnano.

Il problema reale è che il fiore non è il pomodoro o la patata: il fiore non ha un prezzo minimo...il minimo forse è il "regalato" o "campione omaggio".
E del fiore se ne può fare a meno, ma del pomodoro, zucchina o melone non tanto.
Poi il floricultore è una "razza" aliena: mal si trova in accordo con se stesso, figuriamoci nel tentare un'associazionismo: sarebbe l'ulteriore disfatta, e ulteriori guadagni da parte della grande distribuzione.

Perchè scrivo così??? Semplice perchè son cose gia accadute e ripetute, ma noi italiani abbiamo la memoria corta...troppo corta.

Nessuno politico( dai bianchi ai verdi passando per grigi , stelle e pianeti vari), è mai andato dai produttori veri, uno a uno, senza LA SCORTA DEI SINDACATI/SINDACALISTI/ASS.DI CATEGORIA, ad ascoltare i reali problemi, sia PRIMA che DOPO le elezioni...e realmente fare qualcosa, e non solo adesso, per "vendere" promesse che puntualmente non si avvverano...almeno per chi coltiva.
[In genere i politici accedono sia al comicent, che a visitare i produttori con un bel "corteo" di rappresentanti...oltre che andare da "mirati" produttori.
E ovviamente i politici "vedono" una realtà distorta... ma forse gli torna comodo vederla cosi.]
E tutto questo torna utile alla grande distribuzione...che in un modo o nell'altro ci guadagna bene da tutta questa crisi.

Poi mettiamo anche che la gestione del comicent è "miope assai" ( qualunque esso sia il colore et appartenenza) per le "policy" di accesso (tra l'altro NON TRASPARENTI E PUBBLICHE, VISTO CHE SONO UN ENTE PUBBLICO (quando gli torna utile) e non "fidarsi" all'inventiva della portineria...evviva la trasparenza).
E se, ente pubblico, vivesse sul pianeta terra, in Italia, forse si renderebbe conto di dover far marcia indietro e non di vessare ulteriormente tutti... vuoi con assurde quanto infondate pretese, quanto dare "una mano" a quel settore che tanto è caro ai politici attuali ed ha dato molto da "mangiare" ai loro "mentori".
Ma tutto questo..si vede soltanto adesso in campagna elettorale.

Più fortunati son i carcerati... almeno loro un paio di volte l'anno se ne interessano tutti i colori politici.