La quattordicenne Eleonora Fiore racconta la sua esperienza dopo la manifestazione studentesca che ha seguito i tragici fatti di Parigi.

"Visto da una quattordicenne come me, è stato giusto scendere in piazza dopo i fatti di Parigi. Le libertà sono valori supremi e nessuno può privare nessun'altro della libertà di espressione anche quando ciò che viene detto, scritto o disegnato può risultare scomodo o sgradito.

E' stata la mia prima manifestazione e sono contenta di avervi partecipato. Assieme agli altri studenti in piazza abbiamo dimostrato di non essere una "gioventù bruciata" e di avere la consapevolezza di vivere la nostra vita al passo con i tempi anche se difficili.

Ritrovarmi in corteo per le strade di Pistoia con altri duemila studenti per me è stata una forte emozione. Scoprire che tanti ragazzi si sentivano indignati e partecipi a quanto accaduto a Parigi mi ha davvero colpita, è stato bello vedere quanto entusiasmo mettessero i ragazzi per farsi sentire, per far capire agli adulti che anche noi, piccoli-grandi adolescenti, ci siamo e vorremo costruire il bene del nostro mondo.

Certamente una manifestazione di solidarietà, anche se numerosa, da sola non potrà essere in grado di costruire un mondo migliore ma serve a dimostrare che noi ragazzi esistiamo e siamo disposti a rimboccarci le maniche.

Oggi gran parte del mondo degli adulti dubita del nostro interesse riguardo alle varie problematiche della società e al modo, spesso inadeguato, della politica di gestirle. Invece siamo ben consapevoli delle enormi difficoltà che dovremo affrontare per costruire il domani della nostra generazione. Anche noi rivendichiamo il nostro diritto alla speranza per il nostro futuro: un lavoro, una casa, una famiglia.

A proposito dell'argomento principale della manifestazione, ho sentito tra i miei coetanei la mia stessa rabbia per un gesto così grave. Non si può pensare di ammazzare con così tanto disprezzo degli altri esseri umani colpevoli di aver fatto satira. Non può essere una giustificazione il fatto che questa satira fosse spesso di cattivo gusto, offensiva e anche una bestemmia per le religioni. In questi casi la mia libertà starà nel non leggerla, nel non comprare quel giornale e anche nel criticarla. Però dovrà valere sempre ciò che sosteneva Voltaire: "disapprovo quello che dici ma difenderò fino alla morte il tuo diritto di dirlo".

Il diritto alla libertà di espressione è anche riconosciuto dall'art.21 della nostra Costituzione e la scuola ha, come uno dei suoi obiettivi, quello di formare lo studente secondo i principi della Costituzione.

In base a tutto questo, per me, essere stata alla manifestazione del 12 gennaio, non è stata un'occasione per non andare a scuola ma il mio bisogno di iniziare un impegno civile personale in difesa dei valori di libertà non a caso contenuti anche nella nostra Costituzione".