MONTECATINI - Luciana Bartolini (Lega Nord, in foto) e Ilaria Michelucci (Fdian) intervengono dopo la commissione società partecipate.

"Leggendo sulla stampa il resoconto della commissione sulle partecipate del 24 si evince quanto il destino delle future Leopoldine sia già segnato ancor prima di aprire i battenti. Il dibattito verte principalmente sull’importo da destinarsi al completamento dell’opera cercando di stabilire su principi tanto empirici quanto aleatori quali servizi tagliare e quali includere all’interno dell’impianto. Un po’ come decidere di costruire un’auto senza stabilire a monte, il tipo di utilizzo, la cilindrata, e soprattutto il livello di abilità richiesta per guidarla.

Una commissione, chiamata a vigilare e valutare la kafkiana questione delle Terme, e nello specifico il completamento delle Leopoldine, dovrebbe essere espressione del meglio delle competenze che la città è in grado di esprimere in ambito di impresa e terme, e non un contentino per le seconde file del panorama politico cittadino.

Se in fase propositiva e progettuale la politica locale ha espresso figure politicamente rappresentative, professionalmente ineccepibili, ma totalmente lontane dalla realtà e dalle competenze dell’imprenditoria di alto livello, visto il risultato conseguito a oggi, probabilmente sarebbe stato opportuno comporre una commissione con figure locali che si siano distinte in passato per capacità e competenze nel mondo dell’imprenditoria, e in mancanza di esse, attingere a consulenze esterne nel mondo dell’impresa del turismo di settore, evitando possibilmente le solite mezze figure ritenute valide più per la sponsorizzazione politica che per i risultati conseguiti.

Oggi abbiamo una commissione composta da avvocati, ex insegnanti, commercianti, consulenti del lavoro, politici di professione, architetti, esercenti e altro, assolutamente tutti stimati professionisti nei rispettivi ambiti ma lontani anni luce per esperienza e competenze in ambito dei grandi progetti d’impresa.

Oggi, come nel 2009, si disquisisce e si snocciolano ricette con l’unico scopo di completare un progetto del quale nessuno sa per certo cosa sarà in grado di offrire in termini di servizi,  quale sarà la sostenibilità finanziaria di gestione e soprattutto se, una volta completato, sarà in grado di offrire un prodotto in linea con le richieste del mercato.

Fino a che i politici avranno la presunzione di fare impresa con i nostri soldi il risultato sarà sempre il medesimo, quello di creare nuovi carrozzoni improduttivi e troppo onerosi per una collettività già abbastanza provata dalla dabbenaggine e dalla presunzione della politica".