Nell’incontro di giovedì 22 giugno, tenuto nella sede del Mah, Boh, a Buggiano, è stato affrontato il tema dedicato alla relazione tra sport e salute mentale: un argomento sviluppato attraverso la comparazione di più esperienze affini.

Si è trattato di uno dei vari appuntamenti finalizzati alla costruzione di rapporti finalizzati a evitare il fenomeno dell’esclusione sociale. Attraverso le voci di alcuni protagonisti, è stato messo in evidenza come lo sport giochi in questo senso un ruolo essenziale.

Tra gli ospiti chiamati a intervenire sul dibattito in questione, insieme a Cristian Martini e Renato Russo, c’era il presidente del Montebianco Pieve Volley Saverio Severi. Con Martini, della Bellaria Solidarietà Pontedera, sono stati richiamati alcuni concetti come la bellezza dello sport in quanto gioco al di là delle differenze, quindi lo spirito del gioco inteso come una sorta di passione che favorisca la nascita di rapporti e relazioni tra persone differenti.

Severi, dopo aver ripercorso la storia dell’associazione sportiva Misericordia Pieve a Nievole, ha evidenziato come lo stesso sodalizio pievarino, sempre molto attento al sociale, abbia iniziato da un paio d’anni un progetto volto all’inserimento e accoglienza nella propria famiglia dei ragazzi del Mah, Boh affinché possano condividere la passione per lo sport e come quest’ultimo possa costituire un momento di incontro e divertimento.

A tal proposito ha fatto seguito l’assessore allo sport di Pieve a Nievole Lida Bettarini, la quale ha messo in risalto l’importanza della funzione sociale nel favorire l’inclusione ed integrazione fra atleti con diversità. Il presidente Artics Toscana Renato Russo, che ha fatto gli onori di casa introducendo il tema di giornata, ha spiegato come salute mentale e disabilità appartengano a due mondi diversi: il disagio mentale spesso può appartenere a famiglie a noi vicine, sottolineando come in Valdinievole la salute mentale è caratterizzata da assistenza ed associazionismo, ossia intesa come integrazione con la comunità, mentre in altri luoghi essa è concepita come un insieme di centri a circuito chiuso. L’apertura di un’associazione sportiva che fa informazione è il segno di una maggiore vicinanza e sensibilità alla causa.

di Cristiano Pennisi