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Vannucci (Confagricoltura): «Positiva l’intesa verso il glifosato 0, ma ci vuole gradualità e sostegno»

8/11/2019 - 19:27

«Questo protocollo d’intesa mi sembra positivo, un buon accordo che va nella direzione che i vivaisti hanno già preso nelle loro aziende da mesi, qualche azienda da anni. Ovviamente si tratta di un’iniziativa che deve essere gestita, nel senso che ci vorranno i tempi giusti e non si può fare tutto dall’oggi al domani. Però l’intesa dimostra da parte dei vertici della Regione Toscana una sensibilità verso il nostro settore che ci fa molto piacere. Così come ci fa piacere che ieri il presidente dell’Europarlamento David Sassoli nella sua visita al Nursery Camp ci abbia detto che ci aspetta a Bruxelles in primavera per raccogliere le nostre istanze sul tema delle alternative al glifosate e dell’eco-sostenibilità delle colture, ma anche su altre questioni molto delicate quali le nuove regole fitosanitarie».


A dichiararlo è il vice presidente di Confagricoltura Pistoia Vannino Vannucci a due giorni dalla firma dell’intesa per la diffusione di buone pratiche vivaistiche e la massima riduzione dell’uso di prodotti fitosanitari fra cui in particolare il glifosato da parte di Regione Toscana e Associazione vivaisti Italiani in rappresentanza del Distretto vivaistico ornamentale pistoiese. E a poco più di una settimana dalla decisione della Regione di puntare all’eliminazione del glifosate entro il 2021.


«Non siamo all’anno zero, però non possiamo mettere a rischio la tenuta dei conti – sottolinea Vannucci -. Le aziende stanno già attuando queste buone pratiche agronomiche per diminuire l’utilizzo del glifosate, in attesa che la ricerca e l’industria farmaceutica elaborino prodotti fitosanitari più ecologici contro le erbe infestanti. Ad esempio stiamo attuando forme alternative di pacciamatura con il doppio telo negli impianti di vasetteria nuovi del distretto. Rimangono però gli impianti preesistenti che devono essere trasformati nel tempo e lì noi ci aspettiamo anche un sostegno da parte della Regione o magari a livello comunitario. Perché queste trasformazioni delle vasetterie richiederanno degli investimenti importanti che, se arriveranno aiuti pubblici, saranno meno impattanti per le aziende, che, ricordiamolo, devono restare competitive per affrontare ad armi pari una concorrenza spietata in Europa e nel resto del mondo».


«Da sempre facciamo le cose in maniera oculata – aggiunge Vannucci - e ricordiamo che a Pistoia ci sono 5 mila ettari di piante che sono un polmone verde. Quindi partiamo da qui e dal fatto che abbiamo avuto dei dati negativi d’inquinamento sostanzialmente per le acque superficiali e da lì abbiamo avviato questo percorso che adesso viene incanalato e accelerato dall’accordo con la Regione Toscana».


Anche sull’uso delle acque nel distretto, Vannucci ricorda che il vivaismo pistoiese è da questo punto di vista «ai livelli più alti sul piano internazionale, paragonabile a Israele, con riferimento a risparmio idrico e recupero di acqua». E non si sta parlando solo dei grandi vivai, ma anche di moltissimi medi e piccoli vivaisti che hanno i propri laghetti di recupero con filtraggio e riciclo delle acque reflue, utilizzano le acque piovane messe da parte durante l’inverno e toccano pochissimo, a volte mai, le acque dei pozzi.

Fonte: Confagricoltura
 
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8/11/2019 - 21:33

AUTORE:
Devis

Le alternative al glifosato ci sono già: i più efficaci sono l'acido pelargonico e la bruciatura. Ma rispetto al glifosato hanno dei limiti notevoli: bruciare le erbacce a fiamma comporta l'uso di gas propano e una notevole manodopera; l'acido pelargonico attacca il fogliame velocemente facendogli perdere le proprietà di idratazione, ma le radici restano intatte e quindi le erbacce ricresceranno velocemente alla prima pioggia. Inoltre l'acido pelargonico va usato in concentrazioni alte (soluzione in acqua al 70% circa contro il 17% del glifosato) quindi serve molta più acqua. In più, per il risultato migliore, va usato con temperature di 25°C o superiori, quindi in estate. Se viene usato in inverno, la sua efficacia è ridottissima e saranno necessari trattamenti ravvicinati. In conclusione, togliendo il glifosato aumenteranno notevolmente i costi di gestione e quindi i prezzi. Senza considerare che bruciare a fiamma rientra sicuramente nella "bruciatura di biomasse" che lo IARC include nella cat. 2a dei cancerogeni (stessa categoria del glifosato) e l'acido pelargonico è comunque un acido che finisce nella terra e comunque non ci sono ricerche adeguate per classificarne la cancerogenita'. A casa mia continuo con la zappa come ho sempre fatto, ma per la grande distribuzione la vedo molto ma molto dura fare a meno del glifosato.