L’ultimo dei tre appuntamenti, il Rally Città di Pistoia, ha chiuso l’annata con grande soddisfazione, dopo le dispute dei rallies “Valdinievole” e “Abeti”.
Nonostante la concomitanza con la Firenze Marathon un buon numero di partecipanti ha preso parte all’edizione numero 31 del ‘’Trofeo Contea delle Cerbaie’’.
Acqua dell'Elba Nico Basket - Pallacanestro Femminile Prato 77-57
Due vittorie e tre sconfitte nel bilancio dell’ultimo weekend del Pistoia Basket Junior.
A.S. Estra Pistoia Basket 2000 annuncia di aver raggiunto un accordo fino al 30 giugno 2025 con l’ala Maurice Kemp Junior. Il giocatore indosserà la maglia numero 9.
A.S. Estra Pistoia Basket 2000 comunica di aver raggiunto l’accordo per la risoluzione consensuale del contratto con l’ala americana Elijah Childs.
Dal 21 al 24 novembre va in scena la prima tappa della fase eliminatoria della Ibsa NextGen Cup 2025.
Le statistiche rappresentano gli ingredienti dei record e ogni primato dà vita a tantissime curiosità.
Raccontami un libro – Consigli di lettura di Valentina.
Inaugurazione sabato 23 novembre alle 17.
PISTOIA - Pubblichiamo un intervento di Claudio Nassi, Gianpiero Ballotti, Gabriele Nassi e Alessio Colomeiciuc sul mondo dello sport cittadino.
"In queste settimane, l’opinione pubblica locale ha seguito con apprensione le ultime vicende dell’Unione Sportiva Pistoiese, protagonista di una negativa stagione che l’ha condannata a retrocedere in serie D (quarta divisione dilettantistica semi-professionistica del campionato italiano di calcio), salvo ripescaggi dell’ultima ora.
Come l’esperienza insegna, la caduta di una prestigiosa ‘bandiera’ sportiva provoca sempre un trauma in una comunità, seguito da delusioni e recriminazioni. Quando, poi, questa caduta si verifica in una piccola provincia, già messa alla prova da un inarrestabile declino economico e sociale e da una devastante pandemia, essa assume un inevitabile carattere simbolico, in grado di accentuare quel declino, compromettendo per di più aspetti decisivi come la visibilità del territorio, la sua importanza e il suo prestigio (non soltanto sportivi), la sua capacità di affrontare con successo sfide ambiziose, la effettiva coesione delle sue principali istituzioni.
Come sempre in vicende consimili, la crisi offre anche opportunità di ripensamento delle forme e delle modalità con le quali si è per lungo tempo organizzata, a Pistoia, non soltanto l’infrastruttura sportiva di base, ormai utilizzata da migliaia di persone e assurta a imprescindibile presidio dell’alta qualità della vita dell’intero territorio provinciale, ma ancor più la gestione delle maggiori realtà sportive, rappresentate dal calcio e dal basket, oltre che, naturalmente, da altre non meno importanti discipline (tennis, ciclismo, pallavolo, rugby, hockey su prato, ecc.).
Per cercare di non perdere questa opportunità, che potrebbe generare rilevantissime ricadute anche economiche e finanziarie sul territorio, riteniamo utile proporre alcune riflessioni e idee di carattere generale, da cui potrebbero eventualmente discendere ulteriori e concrete iniziative.
In via di premessa, occorre ricordare che, da tempo, la gestione delle principali società pistoiesi impegnate negli sport maggiormente praticati (calcio e basket) è stata, in analogia con le esperienze di territori contigui (Prato e Lucca), sostanzialmente demandata a singole personalità, quasi sempre note ed apprezzate per i successi ottenuti in ambito imprenditoriale.
Avvalendosi di adeguate collaborazioni tecniche e professionali, queste società hanno via via compiuto un meritorio sforzo per rispondere alle attese degli sportivi, assumendo fra l’altro la impegnativa gestione di impianti sportivi pubblici, divenuti nel tempo vetusti e difficili da adeguare alle sempre più onerose prescrizioni normative; ma ciò non è valso ad evitare risultati deludenti e parabole discendenti.
In effetti, il diradarsi o addirittura il venire meno di tradizionali sponsor (quali banche ed imprese) e i continui interventi restrittivi sulla finanza locale, che hanno progressivamente privato i Comuni di idonee risorse anche per la manutenzione ed adeguamento degli impianti sportivi, hanno reso difficile la situazione delle società, provocando un corto circuito fra l’insopprimibile esigenza di avere ‘conti in ordine’ e la progressiva ristrettezza di risorse economiche e finanziarie da destinare ai programmi di sviluppo e alle competizioni sportive di maggior rilievo.
Nel mutare delle vicende, sempre si è riscontrata una sostanziale separazione fra le varie società e le diverse attività, con rinunzia ai prevedibili benefici derivanti da forme di coordinamento.
Ebbene, se questa premessa è corretta, ovverosia se il tradizionale modo di organizzare l’attività delle principali società sportive pistoiese, a partire dal calcio e dal basket, si è venuta rivelando non più adeguata a sostenere le ambiziose sfide (anche competitive) di un tempo, allora è plausibile pensare ad una diversa organizzazione dell’assetto esistente, in grado di perseguire due obiettivi principali:
A) superare la tradizionale separatezza fra le società sportive, mediante la creazione di un nuovo organismo, senza fini di lucro, in grado di coordinarne e rafforzarne l’attività anche competitiva, a partire dalla ottimale gestione degli impianti sportivi utilizzati, nel rispetto dell’autonomia e della storia di ogni società, ispirandosi al modello della Polisportiva, adottato con innegabili risultati da note società straniere e italiane quali il Futbol Club Barcelona, che conta dodici sezioni, oltre a quella calcistica (pallacanestro, hockey su pista, pallavolo, baseball, rugby, ciclismo, ecc.) e la Polisportiva S.S. Lazio, una delle più antiche e grandi d'Europa, composta da ben 55 sezioni sportive e 19 attività associate il cui motto è: "Concordia parvae res crescunt, discordia maximae dilabuntur" (nell'armonia anche le piccole cose crescono, nel contrasto anche le più grandi svaniscono);
B) potenziare le essenziali strutture formative giovanili, reperendo risorse anche finanziarie attraverso un necessario dialogo con gli Enti pubblici, le principali imprese operanti sul territorio e la fondazione bancaria, dotata di ampie risorse da destinare, nel territorio provinciale, a vari settori d’intervento, fra i quali può essere ricompresa l’attività sportiva.
Esemplificando, le citate finalità potrebbero essere realizzate con le seguenti modalità.
1) Al fine di assicurare l’unitaria ed ottimale programmazione e gestione dell’attività e degli impianti delle più importanti società del calcio (Us Pistoiese 1921) e del basket (Olimpia Basket Pistoia), oltrechè di altre discipline sportive (tennis, ciclismo, scherma, ginnastica, rugby, hockey su prato ecc.) potrebbe essere costituita una Polisportiva Pistoiese, cui demandare il compito di promuovere anche l’eccellenza dei risultati nelle varie discipline.
2) La direzione tecnica della Polisportiva, in costante coordinamento con la dirigenza delle società affiliate, potrebbe sviluppare una visione del futuro, prestando la massima attenzione anzitutto alla cura dei settori giovanili, vero punto nevralgico di ogni duratura e sostenibile ambizione e crescita sportiva.
Il grande valore strategico dei settori giovanili imporrebbe, naturalmente, di tener conto della diversità di situazioni in cui attualmente si trovano le singole società.
Così, ad esempio, la formazione delle leve giovanili dell’Us Pistoiese 1921, dovrebbe essere improntata ad un criterio qualitativo piuttosto che ad uno quantitativo. La formazione delle squadre delle categorie più piccole (piccoli amici, primi calci, pulcini, esordienti) dovrebbe essere affidata alle numerose società di calcio giovanile provinciale, confermando la decisiva importanza di una seria attività di base; da esse la Pistoiese potrebbe prelevare i migliori soggetti per la composizione delle squadre rappresentanti le categorie obbligatoriamente richieste alle società professionistiche dalla Figc (giovanissimi, allievi, juniores).
La formazione delle leve giovanili di altre società sportive confluite nella Polisportiva potrebbe, invece, essere svolta potenziando le modalità tradizionali, risultando difficile l’applicazione dei criteri organizzativi sopra indicati, a motivo del minor numero di praticanti, oltrechè del livello di eccellenza già raggiunto in varie specialità.
Fondamentale sarebbe, comunque, e non soltanto per l’Us Pistoiese 1921, disporre in tempi ragionevoli di un idoneo centro sportivo per il settore giovanile (che non può continuare ad allenarsi al “Frascari”), ma anche per la prima squadra, che attualmente si allena al “Turchi” e che (ogni volta) deve tornare al “Melani” per fare la doccia.
A questo proposito, dovrebbe essere possibile realizzare – in stretta collaborazione con il Comune e la Fondazione Caript - un nuovo impianto nei grandi spazi dell’ex Cespevi, in un contesto che potrebbe progressivamente assumere i caratteri e le qualità di una vera e propria cittadella pistoiese della salute, del verde e dello sport, ad alta valenza e potenziale ambientale, a stretto contatto con i grandi vivai limitrofi e la moderna struttura ospedaliera, beneficiando della posizione strategica rispetto all’autostrada A11 e all’asse Firenze-Pisa.
3) Infine, la Polisportiva Pistoiese potrebbe avere natura di associazione civile (riconosciuta) di secondo livello o, addirittura, di Fondazione di Partecipazione, i cui soci sarebbero le singole associazioni sportive.
Ogni singolo associato, a sua volta dotato di soggettività, avrebbe una propria affiliazione e risponderebbe della propria specifica attività sportiva.
La Polisportiva potrebbe avere un organo assembleare composto dai legali rappresentanti dei sodalizi associati, mentre ogni società, costituita come soggetto giuridico distinto dalla polisportiva, avrebbe una propria posizione fiscale e una propria iscrizione al Registro nazionale delle società e associazioni sportive (Coni). Auspicabile sarebbe che i sodalizi affiliati alla Polisportiva, già dotati di riconoscimento ai fini sportivi, adottassero una governance agile e trasparente, al pari della Polisportiva stessa: ma ogni decisione al riguardo non potrebbe che essere assunta dai protagonisti del progetto di cambiamento, ove condiviso e concretamente attuato".