di Bruno Fortina e Roberto Pinochi

LA FONTE DI COLLOREDO

Delle cinque fonti ancora presenti sulle pendici del colle di Montecatini Alto, quella detta di Colloredo è senz’altro la più sorprendente per la sua struttura architettonica. Edificata almeno fino dal 1300 al di sotto di quelle che allora erano le Mura Castellane, è costituita da un locale coperto, sorretto da colonne, e dotato di palmenti per lavare i panni e abbeverare le bestie. Queste utilità della fonte sono ben sintetizzate da una petizione della popolazione del paese e dalla deliberazione (partito, si diceva allora) della Comunità del 1799, nella quale si tratta anche del recupero (e accampionamento, cioè gestione a spese pubbliche) della strada che passando vicino la fonte scendeva in pianura, soprattutto ai mercati di Borgo a Buggiano e Pescia:
“Gl’infrascritti e reverenti rappresentano come componenti una parte del Popolo di MonteCatini come già anni sono la di loro Comunità tolse dal Campione la Strada detta di Colloreto che conduce a Guigli, il che avendo prodotto l’inconveniente di renderla impraticabile in alcuni punti, sì per i Sacerdoti che sovente devono transitarla, per l’amministrazione dei Sacramenti, sì per quelli che sono necessitati portarsi per abbeverare il bestiame e per il comodo del Lavatojo alla Fonte di Colloreto, sì finalmente per tutti quelli che devono andare al mercato del Borgo, ed a Pescia capo di provincia; per il che fanno reverente istanza che in veduta dei sopra espressi vantaggi e pubblica utilità benignamente si determinino di riaccampionare d. Strada con ordinare quei ripari che crederanno opportuni e convenienti”.