L’annata podistica comincia a entrare nel vivo e la Silvano Fedi non si fa certo trovare impreparata.
A.S. Estra Pistoia Basket 2000 comunica di aver raggiunto l’accordo per la risoluzione consensuale del contratto con la guardia/ala Micheal Anumba.
Fabo Herons Montecatini comunica di aver raggiunto l’accordo per la risoluzione consensuale del contratto con l'atleta Dimitri Klyuchnyk.
La Boxe Giuliano domenica 16 febbraio schiera in campo due giovanissimi atleti impegnati per la loro prima volta per lo sparring io nella categoria canguro e allievo.
A.S. Estra Pistoia Basket 2000 comunica che l’ala/pivot Karlis Silins è stato convocato dalla Lettonia per prendere parte agli ultimi due incontri validi per le qualificazioni a Euro 2025 che si disputerà, tra il 27 agosto e il 15 settembre prossimi, tra Lettonia, Cipro, Finlandia e Polonia.
Grandissimo successo di pubblico per le premiazioni delle società sportive e degli atleti di Monsummano che, nell'anno passato, si sono distinti per i loro risultati.
A.S. Estra Pistoia Basket 2000 comunica che, a seguito dell’infortunio alla spalla rimediato all’inizio del terzo quarto del match contro la Givova Scafati, Semaj Christon al termine dell’incontro si è immediatamente sottoposto ad accertamenti strumentali.
Straordinario successo del gruppo sportivo Kin Sori Taekwondo Asd ai campionati toscani taekwondo Forme 2025.
Una scrittrice poliedrica, protagonista nella Pistoia del ‘900.
Raccontami un libro, di Ilaria Cecchi
Il 14 febbraio arrivano a Pistoia Abbondanza/Bertoni, maestri del teatro danza italiano. Presentano La morte e la fanciulla, vincitore Premio Danza&Danza 2017 come miglior produzione italiana dell'anno e finalista al Premio Ubu 2017, uno spettacolo che affonda le radici in temi universali come la morte, la giovinezza, il destino e la memoria. La musica di Franz Schubert si incarna nei corpi delle tre magnifiche danzatrici, Eleonora Chiocchini, Valentina Dal Mas, Claudia Rossi Valle, che ci accompagnano in una riflessione sulla fragilità e la transitorietà dell'esistenza, ma anche sulla speranza e la bellezza che la vita può offrire.
In scena, come si legge nelle note di regia tre capolavori: quello musicale, il quartetto in re minore "La morte e la fanciulla", di Schubert, quello fisico, che rappresenta l'essere umano nell'eccellenza delle sue dinamiche, quello spirituale-filosofico, che ci mette davanti al mistero della fine e al suo continuo aleggiare su di noi. “Come già Matthias Claudius nel testo del lied Der Tod und das Madchen e Franz Schubert nel quartetto d'archi in re minore, abbiamo seguito il tema della morte accompagnata a giovani figure femminili sul crinale di un confine oscuro tra sessualità e morte. Nello spettacolo questi due aspetti sono così distinti: piano coreografico (la fanciulla) e piano video (la morte)”, dicono Abbondanza/Bertoni, che proseguono così: “La danza e la musica di Schubert appartengono al mondo della "fanciulla". Sul palcoscenico orizzontale la coreografia, una sorta di stenografia bruciante, segue rigorosamente, fino all'evidenza e all'eccesso, gli impulsi musicali ottocenteschi e romantici. In questa direzione troviamo i corpi nella loro essenza, privi finanche di quell'ultima copertura possibile, fisica ed emotiva. Nudi, come al cospetto della morte”. La scena, dal vivo, dialoga con i video, alle spalle delle danzatrici in cui viene restituita l'immagine che "la Morte" ha di noi, una visione invadente e sempre presente dell'antagonista delle fanciulle. Il suono è quello silente del velato e inquietante respiro della Morte, sospesa tra i quattro movimenti del quartetto d’archi.
Il tema del nascere e del morire, del cominciare e del finire, ha sempre accompagnato la ricerca di questi due artisti. L'impermanenza dell'essere, delle forme che continuamente mutano ha a che fare con l'arte coreutica perchè la danza stessa è una composizione di forme che vanno e vengono ed è in questa dinamica che si trova l’insieme, si trova il senso. In questo lavoro si indugia sulle fasi di transizione, l’aspetto che i due definiscono "crepuscolare" della danza per poter così riflettere sui miracoli della nostra esistenza, l’inizio e la fine. La musica di Schubert tende verso l’infinito, accompagna verso ciò che non conosciamo e non è razionale, guida al sentimento della trascendenza. Non è una danza comoda, quella di Michele Abbondanza e Antonella Bertoni, che cerchi il consenso incondizionato e il plauso del pubblico, è una danza che pone domande senza dare risposte, che smuove e fa vacillare senza offrire un sostegno, scalfendo in modo indelebile certezze e preconcetti per trasportare in un viaggio che avrà inevitabilmente esito incerto.
Dal 1989, anno della prima serata a loro firma, Michele Abbondanza e Antonella Bertoni hanno esplorato le più diverse poetiche pur rimanendo sempre fedeli a un loro personalissimo e riconoscibile vocabolario coreografico e umano. Stanziali dal 2005 al Teatro alla Cartiera di Rovereto, muovono la loro danza dall’urgenza di dare forma a una visione che, attingendo a diverse esperienze, da quella con Alwin Nikolais agli studi con Dominique Dupuy, passando per il lavoro con Carolyn Carlson e per la pratica dello zen, contrappone immagini, corpi e suoni che vibrano attorno a un concetto, a un’idea. È da questi moti dell’animo che nascono di volta in volta i più svariati progetti. Quelli per e con i bambini ad esempio, da quel Romanzo d’Infanzia del 1997 che oggi conta oltre 600 repliche e quattro versioni, sino alla nascita della Piccola Compagnia Abbondanza/Bertoni con tre produzioni all’attivo. Dalle partecipazioni e creazioni per TV, cinema, Opera, Enti Lirici, alla pedagogia per adulti e bambini di Scuola d’Azione e dei numerosi seminari che Michele e Antonella tengono da anni in tutta Italia, sino alla cura per il germinare di nuovi autori cresciuti in seno alla compagnia e ora sostenuti nel loro percorso artistico individuale come Tommaso Monza e Valentina Dal Mas. Senza dimenticare la creazione in forma di trilogia, in cui la compagnia sembra trovare il proprio equilibrio. Ho male all’altro, progetto quinquennale (2000-2005) sul tema del sacrificio per amore, si ispira liberamente alla tragedia greca mettendo in scena personaggi rarefatti che assurgono ad archetipi. Il progetto Biologico sulla fragilità dell’umano coinvolge invece persone ‘speciali’ per età o condizione: il “borderline” in Le fumatrici di pecore (2010), con Antonella Bertoni e la danzatrice-attrice diversamente abile Patrizia Birolo, il “bambino” ne Il Ballo del Qua (2012), spettacolo per adulti interpretato da giovanissimi performer dai 7 ai 10 anni, l’“anziano” in Scena Madre (2012), in cui Antonella danza con la madre Paola. Nella recente Poiesis (2017-2019) è invece la musica a dettare la direzione, quella di Franz Schubert nel trio al femminile La morte e la fanciulla, Charles Mingus nel virile Erectus e Arnold Schönberg nell’ultimo capitolo Pelléas e Mélisande. Creano una trilogia ideale anche i progetti più intimi che denudano, non senza autoironia, cuore e animo della ‘coppia di ferro della danza italiana’: i soli Try di Antonella Bertoni (2006) e I Dream di Michele Abbondanza (2015) e il duo d’assoli Esecuzioni (2011) che li vede in scena insieme, soli, vent’anni esatti dopo il duo degli esordi Terramara. Del 2020 invece i lavori con le maschere: il progetto speciale Clown Time, nel quale la compagnia si misura con il teatro musicale e Hyenas - Forme di minotauri contemporanei, nei quali l'alienazione dell'essere umano contemporaneo viene resa grazie all'utilizzo di maschere iperrealiste che trasformano i performer in creature a metà strada da essere umano e animale. Nel 2021 nasce Doppelgänger, un progetto che vede in scena Filippo Porro, danzatore e Francesco Mastrocinque, attore con disabilità. Il lavoro dà forma all'incontro tra i due interpreti e racconta il doppio, la dualità, in un processo di relazione quasi esclusivamente somatico. Doppelgänger, è nato dalla collaborazione tra la Compagnia e Nerval Teatro, due nuclei artistici che si sono incontrati nel solco tra arte e diversità. Lo spettacolo è riconosciuto con il Premio Ubu come "Miglior spettacolo di danza 2021". Dello stesso anno anche il ritorno alla scena di Antonella Bertoni, con il solo C'è vita su Venere, da lei firmato con Michele Abbondanza. Del 2022, Idem - Io contengo moltitudini, e del 2023, Femina, l’ultima creazione, rispettivamente primo e secondo atto della trilogia sull’indagine dell’identità.