Si è svolto questa mattina, mercoledì 11 luglio, nella sede provinciale di Piazza S. Leone,  l’incontro chiesto dalla Presidente della Provincia di Pistoia, Federica Fratoni, al Direttore di Poste Italiane, Sezione di Pistoia, con la partecipazione anche dei rappresentanti istituzionali dei Comuni pistoiesi, per fare il punto sulla complessa situazione degli uffici postali del territorio e sul rischio chiusura di alcuni presidi montani. Insieme al Presidente Fratoni e al Direttore di Poste Italiane di Pistoia, Gabriele di Donato, al tavolo erano presenti i Comuni di Pistoia, Sambuca, Marliana, Montecatini, Massa e Cozzile e San Marcello. 

Nel corso dell’incontro sono stati affrontati i temi riguardanti la possibile chiusura di alcuni uffici postali e dei servizi all’utenza.La discussione si è concentrata su due livelli diversi: da un lato, quello nazionale e, dall’altro, quello del governo locale.

Appreso che le decisioni riguardanti le chiusure o le riduzioni di operatività degli uffici sono prese direttamente nelle sedi centrali dell’azienda e la contrattazione è di esclusiva pertinenza dei livelli nazionali, sindacali e aziendali, la Provincia e i Comuni non intendono accettare un assetto decisionale che non sia condiviso con i territori e con il livello regionale di governo.

Sono ben 174, infatti, gli uffici a rischio chiusura in tutta la Toscana e, anche in materia di occupazione, le recenti internalizzazioni effettuate da Poste Italiane hanno prodotto esuberi in aziende appaltatrici del territorio, quali, ad esempio, la Transystem.

Per questo, i Comuni e la Provincia si faranno portavoce presso ANCI, UPI, le sigle sindacali e i parlamentari toscani per mettere in campo tutte le azioni utili a far invertire la tendenza in atto, alla luce della funzione di rilevanza sociale che il servizio postale, pur essendo di fatto un’azienda, assolve, soprattutto per le fasce più deboli di popolazione. 

Contemporaneamente, è stato chiesto a Poste Italiane di verificare le necessità dell’utenza locale, ai fini di migliorare l’offerta dei servizi disponibili senza penalizzare i territori più periferici.