Il pilota portacolori di Motor Zone Asd, infatti, è stato fermato da un problema tecnico accusato, in avvio del secondo giorno, dalla Hyundai i20 NG Rally2 di Friulmotor, che condivideva con Paolo Garavaldi.
Momento di presentazione alla stampa e alla città per il neo-acquisto dell’Estra Pistoia Basket, Andrew Smith (che indosserà la maglia numero 21), che ha fatto il suo debutto nell’amichevole di sabato scorso a Castellarano contro la Pallacanestro Reggiana.
Il movimento del basket femminile legato al mondo Pistoia Basket è in continua evoluzione e, soprattutto, in grande crescita.
Pavel Group ha di nuovo piazzato le proprie vetture ai vertici. Nel fine settimana appena passato è toccato al Rally Nazionale di Taormina, gara nazionale assai partecipata e ricca di contenuti, dove la squadra ha ribadito il proprio ruolo di protagonista in Sicilia.
Si è conclusa con un risultato altamente soddisfacente, la stagione agonistica di Mattia Giannini e Roberta Papini.
Settimane di grande impegno per la Silvano Fedi, impegnata sia in gara che in campo organizzativo.
L’ultimo dei tre appuntamenti, il Rally Città di Pistoia, ha chiuso l’annata con grande soddisfazione, dopo le dispute dei rallies “Valdinievole” e “Abeti”.
Nonostante la concomitanza con la Firenze Marathon un buon numero di partecipanti ha preso parte all’edizione numero 31 del ‘’Trofeo Contea delle Cerbaie’’.
Raccontami un libro – Consigli di lettura di Valentina.
Inaugurazione sabato 23 novembre alle 17.
Riprende la programmazione del Teatro di Lamporecchio, promossa dall’amministrazione comunale e dall’Associazione Teatrale Pistoiese, domenica 20 gennaio alle ore 21 con un testo particolarmente intenso, "Italia Donati, maestra", scritto da Claudio Vittone ed ispirato al romanzo Prima della quiete di Elena Gianini Belotti. Protagoniste Elena Ruzza e Valentina Cardinali, con la regia e le musiche firmate da Massimiliano Giacometti.
Al centro dello spettacolo, prodotto dall’associazione culturale Terra Terra, la storia di Italia Donati, giovane e bella maestra che, vessata dalle pressioni dell’allora sindaco di Lamporecchio, Raffaele Torrigiani – per l'occasione anche il suo datore di lavoro – e dalle malelingue del popolino che la accusa di avere abortito, viene spinta nel 1886 verso l'unico gesto che possa nettare la sua anima agli occhi di tutti. Italia si getta nel serbatoio dell'acqua di un mulino e si lascia morire.
Martire, vittima dell'ignoranza, schiava per l'appartenenza ad un genere, quello femminile, che contava niente e che quindi non poteva essere istruito, intrappolata in una classe sociale, quella contadina, a cui poco importava delle cose, tolta la sopravvivenza, il suo caso va ad aggiungersi ad una lunga lista di donne la cui emancipazione si è scontrata contro il sistema maschile. L'intento dello spettacolo è quello di far rivivere la protagonista attraverso il rievocare dei personaggi significativi della storia. Italia racconterà al pubblico la sua piccola grande tragedia ricreando i luoghi, gli affetti, le facce che l'hanno accompagnata sino al suicidio.
Inutile parlare dell'urgenza di raccontare ancora una volta una storia di donne non a lieto fine; inutile dire quanto sia attuale e quanto non sia cambiato molto dall'epoca; inutile dire quanto sia importante far conoscere questa storia.
Da ricordare il famoso articolo di Matilde Serao sul “Corriere di Roma” del 25 giugno 1886, poche settimane dopo la morte di Italia Donati, intitolato Come muoiono le maestre in cui la scrittrice portava all’attenzione nazionale questo caso drammatico ad emblema di una condizione femminile estremamente problematica.
“Al tempo dell’unità d’Italia l’analfabetismo era altissimo – spiega il regista Massimiliano Giacometti – I vari governi del tempo si erano proposti di stroncarlo, istituendo scuole rurali in ogni frazione, ma i comuni lesinavano e non avevano fondi disponibili. Le insegnanti erano malpagate, maltrattate, confinate in aule indecenti, private di materiale didattico e persino del gesso e dell’inchiostro, erano giovani ragazze isolate tra la gente diffidente e ostile all’intrusa e all’istruzione, sopratutto perché sottraeva i bambini al lavoro dei campi. Le maestre hanno avuto il grande merito di insegnare a leggere e a scrivere, tra enormi disagi e difficoltà, a generazioni di scolari dell’Italia unitaria. La storia personale della Donati si inserisce nella storia del nostro paese: un paese chiuso, arretrato, misogino e pieno di pregiudizi. Mano a mano che leggevo il libro, mi rendevo conto che mi sarebbe piaciuto metterlo in scena. Sono passati nove anni e ci sono riuscito … attrici perfette e scrittura appassionata.”