Sinistra per Buggiano interviene in difesa del Centro di ricerca del Padule.
 
"Il Centro di ricerca e documentazione del Padule di Fucecchio, istituito oltre venti anni fa, in tutti questi anni, grazie a una apprezzabile sinergia tra Provincia e alcune amministrazioni locali, ha svolto una incisiva azione, non solo di ricerca scientifica e documentale, ma anche di recupero e di salvaguardia concreta delle condizioni e del patrimonio di questa area protetta. Grazie all'impegno degli operatori il Centro si è inoltre affermato come referente di molte scuole del territorio guidando le visite didattiche organizzate per scolari e studenti.
 
Per questo le attuali ipotesi di una “riconnotazione” in senso privatistico della struttura, nella prospettiva di un risparmio sui costi di gestione, ci trova del tutto contrari. Riteniamo infatti che mutamenti di tale genere non diano alcuna garanzia soprattutto per le attività di ricerca e documentazione e che i privati non possano che mirare a un ritorno economico immediato.
 
Sul piano ambientale le amministrazioni pubbliche hanno il dovere di guardare lontano e considerare non solo che i tagli più facili e apparentemente indolori sono quelli della cultura, ma ricordare che il Padule ha una insostituibile funzione ecologica e ambientale per tutta la Valdinievole.

Questa, che è area palustre interna più grande d'Italia, ha funzionato per secoli come termoregolatore climatico, favorendo un clima mite di cui hanno beneficiato tutti i cittadini, ma soprattutto le attività agricole (floricoltura e vivaismo) e consentito ad esempio la presenza eccezionale degli agrumi non solo a Buggiano Castello ma anche in altri borghi collinari.

L'attuale connotazione del Centro, che vede una compartecipazione e una collaborazione tra le istituzioni e le associazioni ambientaliste è, secondo noi, da considerare l'ultimo argine contro il prevalere di meschini e miopi interessi economici e lo snaturamento minacciato dall'invasione di aziende vivaistiche che introdurrebbero qui specie di flora non autoctona.

Probabilmente ritornerebbe in auge anche il vecchio progetto per la realizzazione del “tubone” che, per alimentare il processo di smaltimento delle concerie di S. Croce, sottrarrebbe una notevole quantità di acqua alla nostra area paludosa.

Infine il depotenziamento del ruolo pubblico del Centro di documentazione sarebbe in contraddizione con lo spirito del Piano Paesaggistico redatto e sostenuto con coraggio dall'assessore regionale all'ambiente Anna Marson e in via di approvazione dalla Regione Toscana.

In questa prospettiva il ruolo del Centro non può essere depotenziato né svilito, ma dovrebbe essere sostenuto dalle amministrazioni locali e da tutti i cittadini consapevoli.
 
Per tutti questi motivi, invitiamo i nostri iscritti e simpatizzanti e i cittadini interessati ad aderire al comitato “Salva il Padule – Salva il Centro” e a firmare la petizione sia online che ai tavoli informativi".