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VALDINIEVOLE
Crest: "La Conferenza dei sindaci salvaguardi il diritto alle cure dei bambini della Valdinievole"

2/12/2014 - 10:44

Il Crest, Comitato Regionale Emergenza Sanitaria Toscana, è una rete di 13 movimenti e comitati di cittadini sparsi in tutta la Toscana, che dal 2011 si batte per la salvaguardia del diritto alla salute sancito dall’articolo 32 della Costituzione e in particolare per la salvaguardia dei servizi socio-­‐sanitari nelle zone marginali della Toscana. Di seguito pubblichiamo un comunicato stampa che riguarda la nosra provincia (si veda anche l'allegato Pdf).

"Il Crest è fortemente preoccupato per ciò che sta avvenendo, o meglio, non avvenendo in provincia di Pistoia. A sei mesi dalle elezioni amministrative che hanno visto l’elezione di nuovi amministratori, infatti, non è ancora stata convocata la nuova Conferenza dei sindaci per monitorare e discutere gli esiti della riorganizzazione sanitaria ai sensi della delibera di giunta regionale 1235/2012 che ha cambiato volto alla sanità in Toscana.

Nella delibera n.2 del giugno 2013 con la quale si è attuata tale riorganizzazione nella Asl 3 di Pistoia, i sindaci hanno firmato un documento in cui si impegnavano a fare un monitoraggio dei risultati entro il 31 dicembre 2013.

 

È passato un anno, un intero anno. Cosa stanno aspettando i nostri sindaci a riunirsi? Nel frattempo il Crest ha inviato un documento a tutti i sindaci della provincia di Pistoia delineando un quadro che ormai è abbastanza chiaro: il centro di tutto è il nuovo ospedale San Jacopo, un “gioiello” con alti costi di costruzione e gestione fissi previsti nella finanza di progetto. Il peso del project financing ricade ovviamente sulle spalle dei contribuenti oggi e per i prossimi 19 anni ed i costi sono pagati doppiamente dai cittadini delle aree montane o periferiche della provincia che hanno visto tagliare reparti e servizi nei loro territori a favore del presidio di Pistoia, il quale comunque presenta problemi continuamente denunciati dall’intersindacale medica e dagli utenti. Le rassicurazioni e le smentite dell’azienda sanitaria 3 a poco valgono.

Il San Jacopo è un ospedale organizzato per intensità di cura che dovrebbe occuparsi solo della fase acuta, con una forte integrazione ospedale-­‐territorio (per il post degenza) che purtroppo fa acqua da tutte le parti. I posti letto in provincia di Pistoia sono insufficienti: 2,33 ogni mille abitanti quando la Regione Toscana ne prevede 3,15 ed il Ministero 3,75 x1.000. La carenza di personale, aggravata dal blocco del turn over, è ormai endemica ed il precariato dilaga. Gli operatori sanitari sono costretti a turni massacranti o a rinunciare ai riposi previsti per legge.

Le liste di attesa per esami ed interventi importanti sono lunghissime ed intanto i ticket aumento e una fetta sempre maggiore di popolazione rinuncia alle cure perché non può permettersi di ricorrere al privato. La Asl3 ha deciso recentemente di smaltire le liste attraverso convenzioni con strutture private che impoveriscono la sanità pubblica. Come sottacere inoltre lo scandalo dei “calendari chiusi”, un facile espediente a costo zero, per celare l’inefficienza del sistema sanitario e per impedire che i tempi biblici di attesa influenzino le statistiche dei numeri, usate come paravento dai burocrati della sanità?

L’ospedale San Jacopo sta fagocitando i due presidi ospedalieri della provincia, quello di Pescia e di San Marcello. Dovevano essere messi in rete, ma in realtà tutto è accentrato a Pistoia e a spostarsi sono i cittadini.

La riorganizzazione sanitaria ha comportato la scelta incomprensibile di trasformare l’ospedale “L. Pacini” di San Marcello, fino a due anni fa efficiente, in un non ben identificato Piot, lasciando la Montagna Pistoiese -­ zona evidentemente disagiata -­ senza un Pronto Soccorso, con una catena dell’emergenza-­‐urgenza che fa affidamento sull’elisoccorso che però non può volare in caso di condizioni atmosferiche avverse. Se poi l’unico medico anestesista/rianimatore del Piot esce per un’urgenza chiamato dal 118, chi resta?

Per la Valdinievole il progetto mal celato è quello di svuotare pian piano l’ospedale di Pescia, iniziando con il reparto di pediatria (scelta particolarmente negativa per i bambini che vivono nei territori più periferici e disagiati e per le famiglie in difficoltà economica che devono sostenere sacrifici per assistere i figli lontano da casa).

Il Crest è in contatto con Comitati civici in difesa della sanità in tutta Italia e il percorso è ovunque lo stesso: prima si chiudono i reparti di pediatria e il punto nascita, poi si depotenzia la chirurgia con tutto quello che ne consegue. Non vengono sostituiti i primari che vanno in pensione e si tagliano i posti letto. L’ospedale viene talmente impoverito e svilito da allontanare gli utenti. A quel punto, perdendo i numeri di accessi, l’ospedale si ridimensiona fortemente o chiude perché non ritenuto più sicuro. Nella migliore delle ipotesi, di un ospedale efficiente, resta un pronto soccorso. Nella peggiore, un insieme di ambulatori e Casa della Salute.

L’ospedale di San Marcello ha fatto la fine della peggiore delle ipotesi. Qual è il destino dell’ospedale di Pescia? Il Crest crede non si possa ulteriormente rimandare un serio ed accurato confronto su questi temi fra i sindaci, la direzione della Asl 3 ed i cittadini. La Conferenza dei Sindaci si attivi finalmente per ripristinare il diritto alla salute di tutti gli abitanti della provincia, tuteli i più deboli, si faccia carico di coloro che vivono nelle aree montane e periferiche affinché non siano cittadini di serie B. Non si rendano complici di quella che appare come un’omissione di soccorso. I tagli e i risparmi siano applicati ad altre voci.

La Conferenza dei sindaci decida di salvaguardare il diritto alle cure dei bambini della Valdinievole e della Montagna Pistoiese. Questi ultimi non hanno garantita l’assistenza pediatrica neppure nelle 12 ore diurne! I sindaci si rifiutino di negoziare sui diritti fondamentali. Ascoltino i cittadini, le associazioni di volontariato, i comitati interessati alla Sanità pubblica, i medici di famiglia, i pediatri di base, i sindacati ed ovviamente gli operatori sanitari.

La politica torni a pensare prioritariamente al bene comune e a render conto solo ai cittadini. Cosa state aspettando, signori sindaci?".



Fonte: Crest
 
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