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Crest: "Il Pd boccia in consiglio comunale la mozione che mirava a informare i cittadini sul referendum"

9/10/2015 - 9:40

Il Crest (Comitato regionale emergenza sanità toscana) interviene sul referendum abrogativo della legge della Regione sulla sanità.

 

"Un consiglio comunale può bocciare una mozione presentata dalla minoranza in cui si chiede che il sindaco, la giunta, il presidente del consiglio e il consiglio tutto si impegnino a promuovere ogni utile iniziativa di informazione ai cittadini sugli scopi del referendum abrogativo legge Regione Toscana 28/2015?


Sì. E’ accaduto al consiglio comunale di Pescia dell’8 ottobre quando la mozione presentata dai consiglieri Angelo Morini e Paolo Varanini di Percorso Comune è stata bocciata. Hanno votato a favore tutte le opposizioni, hanno votato contro, in modo compatto, i consiglieri di maggioranza del gruppo consiliare Pd - Pescia è di tutti.


Il sindaco Giurlani, Marco Guerri e Marco Niccolai ci hanno spiegato che questa non è una legge perfetta, ma ci sarà modo di migliorarla, che non è la vera riforma sanitaria perché quella l’avremo nel 2016 e in quel momento ci sarà concertazione, che la Toscana è al top delle classifiche sulla sanità, che tutto questo servirà a risparmiare e a garantire universalità.


Si sono fatti portavoce della linea difensiva del partito, ben consapevoli che la legge 28 non è innocua come vogliono farci credere: creerà una Asl di area vasta con una struttura gigante e pesantissima, poco trasparente, con bilanci milionari indecifrabili, burocratizzazione, una giungla di dipartimenti aziendali e interaziendali, lontananza dai territori, indebolirà la conferenza dei sindaci, accentrerà il potere nelle mani del presidente della Regione e di tre direttori di programmazione da lui direttamente nominati che a lui risponderanno, non colpisce privilegi, non combatte gli sprechi e nel frattempo taglia personale sanitario che non sarà sostituito in corsia, con tutto quello che ne consegue.


La maggioranza ha fatto quadrato e alzato gli scudi: nessun appoggio al referendum. Ne prendiamo atto.

 

Intanto vorremmo invitare i lettori a riflettere rispondendo a qualche semplice, semplicissima domanda: avete avuto bisogno di sanità pubblica negli ultimi tre anni? E’ migliorata o peggiorata? Quando avete avuto bisogno di una visita specialistica, siete riusciti ad avere un appuntamento in tempi ragionevoli? Quando finalmente avete ottenuto l’agognato appuntamento, il luogo dove il servizio è stato erogato si è allontanato rispetto al passato? Quando avete avuto bisogno di un ricovero, il posto letto è stato subito disponibile? Quanto avete dovuto attendere al pronto soccorso in barella? Quanto avete dovuto attendere per un intervento chirurgico programmato? Che ne pensate dei ticket?


Le domande possono essere innumerevoli. Le risposte saranno sempre le stesse per i cittadini in fila agli sportelli del Cup che sperimentano nella vita di tutti i giorni gli effetti dei tagli alla sanità. È rimasto solo un partito a negare l’evidenza e a parlare di una sanità d’eccellenza che non c’è più e di tagli a risorse che non avranno ripercussioni su servizi e diritti.


Troviamo inquietante che un consiglio comunale grazie alla sua maggioranza “Pd - Pescia è di tutti” voti contro la promozione di iniziative per informare i cittadini dell’opportunità di indire un referendum e dare quindi la possibilità a tutti di sapere e poi avere voce prima con una firma e in seguito con un voto. Troviamo sconcertante che solo 4 consiglieri su 17 si siano resi disponibili ad autenticare le firme.


E’ inconcepibile per noi questa posizione rigida e di difensa a oltranza da parte della maggioranza Pd (sia a livello regionale che locale) di avallare tagli ad un sistema sociosanitario che evidentemente è al limite e rischia di andare al collasso. 


Questa campagna referendaria è nata da comitati e associazioni che chiedendo a gran voce servizi sociosanitari pubblici efficienti e confronto approfondito sulla sanità del futuro. La nostra campagna referendaria sta accendendo i riflettori sulla sanità toscana, sta portando alla luce il malcontento dei toscani e per questo è sempre più scomoda, tanto scomoda che non se ne deve neanche parlare.


Noi continueremo a raccogliere firme fino al 25 ottobre per indire il referendum, il sabato mattina con un tavolo al mercato settimanale e tutte le mattine all’ufficio Urp in piazza Mazzini fino al 16 ottobre. Siamo profondamente convinti di fare un servizio ai toscani perché si ricominci a parlare di diritto alla salute così come sancito nella nostra Costituzione. Siamo anche convinti che non tutti possano affermare di essere allo stesso modo al servizio dei cittadini".

Fonte: Crest
 
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9/10/2015 - 15:21

AUTORE:
Manola

A me sembra che la richiesta di "ogni utile informazione sul referendum abrogativo della legge regionale 28/15", nota come riordino dell'assetto istituzionale e organizzativo del servizio sanitario regionale, non poteva che essere respinta perchè è scorretto utilizzare le istituzioni per fini di mera propaganda elettorale.
Per questo, ci sono gli spazi politici, quali il gazebo al mercato settimanale con "i dialogatori" e i consiglieri volontari per l'autentica delle firme.
Inoltre, mi sembra che l'istituto del referendum sia oggettivamente tutelato con la presenza all'ufficio relazioni con il pubblico, oltre che con i notevoli interventi sulla stampa sull'argomento.
Per quanto riguarda il merito della questione, credo siano da considerare gli elementi a favore del sì al referendum quali gli esuberi, le difficoltà dei vari "campanili" ad emergere nell'area vasta e gli elementi a favore del no al referendum, quali l'importanza delle riforme per mantenere livelli di welfare elevati in un periodo di difficoltà per l'Italia. Si vedano, a tal fine, i dati dell'Ocse : gli studi economici di Ocse Italia Febbraio 2015, Overview.
A me preoccupa l'interesse crescente delle ONG con progetti finanziati contro la povertà in Italia.