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VALDINIEVOLE
Toscana, giochi di carte tradizionali per le serate d’inverno

12/1/2017 - 14:16

La Toscana è una delle regioni italiane che ha più contribuito alla diffusione dei giochi di carte nell'intera penisola. Arrivate dall'Oriente, le carte, trovano il loro sviluppo in Europa, e in Toscana in particolare, fin dal medioevo e presso la corte di Lorenzo de' Medici. Basti pensare che già nel 1377 comparivano editti che ne vietavano l'uso e mettevano in evidenza i rischi per la moralità della comunità. Con il passare del tempo, tuttavia, i giochi di carte hanno perso l'accezione negativa ed hanno assunto quella molto più positiva di strumenti di condivisione e divertimento per famiglie e gruppi di amici. Ma vediamo insieme alcuni dei tradizionali giochi che possono allietare queste fredde serate invernali.

Iniziamo da un gioco antico e dal nome bizzarro: le Minchiate fiorentine, gioco nato in Toscana tra il 1526 ed il 1538. Composto da 97 carte, 56 di semi e 41 trionfi, il mazzo delle Minchiate si differenzia dal tradizionale tarocco per il numero maggiore di questi ultimi. I trionfi, da cui veniva esclusa la Papessa, erano i 21 tradizionali più altri 20 addizionali composti dalle 4 virtù, dai 4 elementi e dai 12 segni zodiacali. Il gioco, detto anche dei Germini o Gallerini, divenne famoso anche a Roma a Bologna e in Sicilia dove fu introdotto nel 1663. Dal secolo successivo raggiunse una popolarità durevole ed estesa a quasi tutta l'Italia. Non è facile trovare mazzi di carte da Minchiate e Germini, tuttavia esistono alcune ristampe moderne acquistabili anche in rete, come l’edizione El Prado del 2004.

Il sette e mezzo è un gioco italiano molto diffuso in Toscana, praticato soprattutto in inverno e durante le festività natalizie. Per giocare si usa un mazzo di quaranta carte composto da 12 figure e da valori da 1 a 7 per tutti e 4 i semi. I partecipanti possono essere da un minimo di 2 fino ad un massimo di 12; un giocatore ha il ruolo di mazziere e banco (posizione che cambia durante il gioco) e tutti competono contro di lui. Nonostante ci siano molte varianti alcune regole rimangono stabili: la carta coperta assegnata dal mazziere non può essere vista dagli altri giocatori e le carte scoperte aggiuntive vanno sempre chieste al banco. Lo scopo del gioco è quello di realizzare il massimo punteggio senza “sballare”, cioè senza superare 7 punti e mezzo. Chi tiene il banco vince se supera o eguaglia il punteggio dei partecipanti. Le figure hanno il valore di mezzo punto mentre le carte numerate valgono tanti punti quanto indicato nella carta.

Negli ultimi anni si sta diffondendo anche il gioco del blackjack, che nella sua versione europea ha regole simili a quelle del sette e mezzo. Scopo del gioco in questo caso è fare 21, anziché 7 punti e mezzo, si gioca con un mazzo da 52 carte e le figure valgono 10, anziché mezzo punto. Per il resto il gioco è molto simile, ma nel 7 e mezzo esiste una carta (la donna di cuori o il re di denari, a seconda del luogo in cui si gioca) chiamata “matta” o “jolly” che può assumere il punteggio di qualsiasi altra carta. Il 7 e mezzo realizzato con 2 carte dello stesso seme, infine, è detto sette e mezzo reale ed implica che il giocatore che lo realizza diventi mazziere il turno successivo.

La bassetta, l'ultimo gioco tradizionale che presentiamo, è nato in Italia nel '400 ed è diventato popolare in tutta Europa, dove in molti Paesi viene ancora giocato. Spentosi all'inizio del '900 proprio nel luogo in cui è nato, ne sopravvive oggi una variante, chiamata il Faraone. Il gioco è molto semplice: il mazziere mette le carte sul tavolo ed i giocatori puntano su una o più di esse. Effettuate le puntate il banchiere estrae due carte dal tallone: quelle uguali alla prima estratta perdono e quelle uguali alla seconda estratta vincono. Esistono varianti del gioco in cui è possibile puntare sulla carta più alta o su quella più bassa invece che su quelle uguali o altre giocate con più mazzi. Esistono citazioni della Bassetta nei Canti Ciarnascialeschi scritti da Lorenzo il Magnifico nel Quattrocento.

 
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