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VALDINIEVOLE
Bonfanti (Pd): "Contrasto al bullismo omofonico, un necessario avanzamento nel segno della civiltà"

26/2/2014 - 14:38

Il capogruppo del Pd in consiglio provinciale, Valerio Bonfanti, interviene sul tema dell'omofobia.

"Un gran numero di persone omosessuali, nel corso della preadolescenza e nell’adolescenza, vive con forte disagio la propria condizione di persona in formazione che avverte di avere un orientamento affettivo e sessuale diverso da quella della maggioranza.


Sente di essere, in questo, diverso da molti altri suoi coetanei, e percepisce in maniera forte e acuta un atteggiamento di incomprensione da parte del contesto sociale in cui vive: gli amici, se li ha, la scuola, con i compagni ed i docenti, il gruppo sportivo di cui magari fa parte, il paese o il quartiere in cui abita, a volte, purtroppo, la sua stessa famiglia.


Ho scritto incomprensione, ma ho usato un eufemismo: questa parola, infatti, può andar bene se riferita alla famiglia del ragazzo o della ragazza omosessuale, ma diventa decisamente inappropriata e colpevolmente leggera se ci si riferisce, invece, all’atteggiamento corrente di gran parte del contesto sociale (il quartiere, il paese, la scuola, i coetanei) nei confronti dei giovani omosessuali.


E’ allora decisamente più corretto parlare di discriminazione, emarginazione, razzismo, spesso messi in atto, anche per lunghi periodi, facendo ricorso al sarcasmo e al dileggio, alle battute cattive e talvolta, non infrequentemente, all’aggressività e alla violenza non solo verbale, ma anche fisica.


Si parla spesso, a questo proposito, di bullismo omofobico, per indicare in maniera specifica questo atteggiamento intenzionalmente persecutorio, protratto nel tempo, che si focalizza sull’orientamento affettivo e sessuale del ragazzo e della ragazza omosessuale, e che spesso rende intollerabili, per il giovane o la giovane gay, le situazioni relazionali e sociali, ad esempio nella scuola e nel gruppo sportivo.


Per il ragazzo e per la ragazza fatti oggetto di questo comportamento discriminatorio, che certo non rispetta la loro dignità di persona ed il loro diritto a crescere secondo la propria inclinazione affettiva e sessuale, i danni, in termini emotivi,  sono gravissimi, le sofferenze indicibili e non circoscritte, temporalmente,  al solo periodo della preadolescenza e dell’adolescenza.


E’ sufficiente ricordare, nella loro lampante e lancinante drammaticità, i casi di suicidio, anche recenti, di giovani omosessuali vittime – è proprio il caso di dirlo – di bullismo omofobico.  


I progetti contro questa specifica forma di bullismo che la Regione Toscana sta portando avanti, in collaborazione con Istituti scolastici, Amministrazioni Locali, associazioni del territorio, si basano, a mio avviso, sulla necessità di fornire a tutti gli studenti gli strumenti culturali per capire la necessità inderogabile del rispetto verso tutte le persone, ed in particolare verso quei ragazzi e quelle ragazze  che hanno – e non perché se lo siano scelto - un orientamento affettivo e sessuale diverso sì da quello della maggioranza, ma che è un orientamento altrettanto legittimato, nel suo essere naturale, a esistere, a esprimersi, a manifestarsi compiutamente, alla luce del sole, senza dover subire i pregiudizi, le cattiverie, le angherie di chi si fa forte del sentirsi “maggioranza”.


Allora, io credo che progetti di questo genere, di cui, a Pistoia, più volte abbiamo parlato anche in consiglio provinciale e in apposite Commissioni consiliari, siano davvero importanti, in quanto utili per una riflessione comune e pedagogicamente fondata sul pregiudizio e sul permanere di dannosi  stereotipi. Occorre riflettere, senz’alcuna enfasi, sulle “pluralità” e sulle diversità, intese come dati di fatto naturali, che esistono, sono realmente presenti, da rispettare e con cui vivere tranquillamente, interagendo con esse in maniera corretta ed armoniosa, senza pregiudizi né avversioni preventive.


Un atteggiamento basato sul pregiudizio e sull’avversione tout court mi pare invece essere alla base delle recenti esternazioni dell’associazione Manif pour tous che teme, con la concreta realizzazione delle progettualità in questione, il propagarsi, per dirla usando le stesse parole utilizzate dai rappresentanti dell’associazione citata, dell’”ideologia gender” e la progressiva “demolizione della visione etero – normativa della realtà umana”.


Conoscendo bene le finalità e le modalità progettuali di cui stiamo parlando,  credo di poter dire che è ben lungi sia dall’ente proponente sia dai soggetti che concretamente svolgono e svolgeranno le attività previste ( ma che non sono omosessualiste, nel senso che non mirano a far vedere il mondo “sub specie omosessualis”) diffondere qualsiasi tipo di “ideologia” o destabilizzare gli equilibri dei giovani studenti.


L’obiettivo, nel pieno rispetto delle normative europee, nazionali e regionali, è invece quello di ampliare la conoscenza scevra dai pregiudizi (così com’è, del resto, ogni vera conoscenza), contribuendo a un’educazione al rispetto della dignità delle persone e combattendo il bullismo omofobico, così profondamente radicato e pervicacemente diffuso,  fonte di disagio, sofferenze, discriminazione.


Ricordo che le progettualità contro il bullismo omofobico si inseriscono nel solco di quanto proposto ed auspicato già alcuni anni fa dall’allora Ministro dell’Istruzione Francesco Profumo, il quale,  con circolare ministeriale a firma del direttore generale, rivolgendosi ai dirigenti delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, li invitava ad organizzare iniziative di approfondimento in occasione della Giornata Mondiale contro l’Omofobia, segnalando fra l’altro una serie di misure (sito web www.smontailbullo.it ed il numero verde 800.669.696) che il Ministero da allora ha approntato e sviluppato per prevenire e contrastare il bullismo omofobico e trans fobico nelle scuole.


In più occasioni, infine, lo stesso Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha richiamato il nostro Paese alla lotta contro ogni sopruso ai danni delle donne, contro la xenofobia e l’omofobia, affermando che “questa lotta fa tutt’uno con il rifiuto dell’intolleranza e della violenza”.
 
Allora, credo che iniziative serie e ben strutturate, concretamente motivate, come quelle promosse d organizzate dalla Regione Toscana con il coinvolgimento delle scuole e di molteplici associazioni, non si possano far passare come attività ”in grado di arrecare danni irrimediabili alla sfera psichica ed emotiva dei bambini”, come sostenuto dai rappresentanti dell’associazione Manif pour tous, perché vanno oggettivamente nella direzione opposta: quella dell’impegno per la conoscenza, capace di allontanare pregiudizi e discriminazioni, a favore di una convivenza armoniosa ed equilibrata delle “pluralità” e delle diversità di cui ognuno di noi è portatore".

Fonte: Provincia di Pistoia
 
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